Si dice che quando in Italia si riparava la breccia di Porta Pia, era il 1870, negli Stati Uniti già elaboravano le statistiche nel gioco del baseball. E mica per niente, ancora oggi, è proprio grazie a un enorme mole di dati e numeri a disposizione che gli americani rendere spettacolari tutti i loro sport. E dove c’è spettacolo c’è un giro d’affari, in questo caso in grado di arrivare fino a 9 zeri.
K-Sport, attiva nell’innovazione tecnologica applicata al mondo dello sport, lo ha capito. Ha iniziato a studiare su un sistema di intelligenza artificiale finalizzato al match analisys nel 2005. A quell’epoca ancora non esisteva Whatsapp. La scommessa è che oggi l’Italia sia finalmente pronta per questo business.
Che poi in buona sostanza lo è già, per certi versi. Perché la piattaforma ha iniziato il suo viaggio ufficialmente 10 anni fa. Lo ha fatto con il primo brevetto al mondo in grado di fornire informazioni chiave ad allenatori, preparatori atletici, direttori sportivi e dirigenti.
Il portafoglio è composto da oltre 500 club internazionali: Serie A, Premier League e squadre nazionali come l’Argentina, hanno adottato i sistemi K-Sport per ottimizzare gli allenamenti e prevenire infortuni. Non solo: nel database di K-Sport ci sono oltre 10mila atleti, fra i quali Lionel Messi e Cristiano Ronaldo.
Obiettivi di crescita e quotazione al Nasdaq entro il 2026
Il trend desinato a crescere. Il piano industriale illustrato dal Ceo Stefano Guidotti lo dimostra. Quantomeno è quello che intende fare. Una crescita forte, con un fatturato 2023 a 2,9 milioni di euro destinato ad aumentare a 4,1 milioni in ambito Pro, in aggiunta a 1 milione di euro proveniente da K-Fans, che estende anche ai dilettanti la specialità della casa, ovverosia la maglia con sensori collegata a un’app rivolta agli atleti professionisti. Una stima di 11 milioni di euro tra Pro e fans per il 2025 e e la quotazione sul Nasdaq, ambizioso obiettivo per il 2026.
Calcio ma non solo. Anche altri sport dove la domanda dello smart wearable sportivo outdoor sta aumentando (previsto un +12% nel 2025), dal basket al baseball, dal cricket, ebbene sì, al tennis sulla scia del successo di Yannick Sinner.
Una crescita che dovrebbe approfittare di un giro d’affari, quello del mercato italiano, da 380 milioni di euro mentre a livello globale, il comparto comprensivo dei capi con funzionalità avanzate è valutato a oltre 20 miliardi di dollari, con previsioni di ulteriore crescita esponenziale.
K-Sport, nuovo round e 3 acquisizioni in arrivo nel 2025
K-Sport ci crede, dicevamo. Round a febbraio 2024 di 5 milioni di euro. Nuova raccolta prevista nel 2025, tra i 10 e i 20 milioni per spingere il lancio di K-Fans e avviare una strategie di crescita anche per m&a.
Tre sono le operazioni imminenti con il sostegno di Rialto, fondo che ha investito nella società attraverso Rialto Venture Fund I EuVeca, specializzato in startup tecnologiche legate alla trasformazione digitale.
Spiega Alberto Guidotti, Ceo di K-Sport: “Stiamo acquisendo 3 società, una in Australia con sede a Melbourne, ma con una filiale in Usa a San Francisco, operazione che ci permetterà di comprare mercato e presenza in due mercati chiave. Una in Uruguay con sede in Argentina, un piccolo concorrente locale, che compriamo per avanzare nel mercato Latam. Infine una in Italia, in Sicilia, un’azienda che realizza un device da mettere alle caviglie per raccogliere i dati di potenza del calcio e del tackle”.
“2025, anno di svolta per lo sportech”
Strategia che passa decisamente dall’m&A dunque. Dove il ruolo del private equity è importante. Stefano Quintarelli, General partner del fondo Rialto, commenta: “Il 2025 può essere l’anno di svolta per lo sporttech. Questa è ormai l’era dell’economia dell’immateriale. Tutto, ma proprio tutto, passa attraverso i dati. E chi governa i dati, possiede il mercato. K-Sport governa questo tipo di dati, e li appplica con profitto e intelligenza nello sport e nella prestazione sportiva. Pensiamo di aver investito al momento giusto, in un contesto di mondo che si trasforma”.
L’anno di svolta. Che magari promuove il settore sugli stessi livelli del cleantech, o dell’edtech, tra i più premiati dall’intelligenza artificiale e quindi dai fondi di private equity, o dal venture capital, che investono. Servirebbe forse un megadeal, o un fattore scatenante che “apra il vaso di Pandora” o più semplicemente indichi la strada?
Quintarelli risponde: “Sta già succedendo. Con K-Sport guardiamo ad acquisizioni ma lo faremo nel momento giusto. Però lo do un dato: ci sono 2.500 squadre di club di calcio, tra uomini e donne, nei college americani. Ed è un mercato maestoso, per seguito e giro d’affari. Agganciare quel mercato sarebbe un buon punto di partenza”.
Aspettando i “megadeal”, K-Sport all’attacco del mercato interno
Agganciare il mercato con la specialità della casa, ovverosia K-Fans, la maglia con sensori collegata a un’app, che aggiorna in tempo reale quante accelerazioni sono state eseguite, l’intensità, la velocità, restituendo di fatto una carta d’identità in tempo reale dell’atleta. Utile a chi fa scouting, ai procuratori e agli allenatori (un altro testimonial di questa tecnologia è Pippo Inzaghi, mister del Pisa). E disponibile anche ai non professionisti, l’altra fetta di mercato a cui K-Sport mira.
Come spiega Alberto Guidotti: “In questo modo la tecnologia diventa veramente inclusiva. Vogliamo contribuire a coltivare i desideri di tante giovani promesse, perché in fondo ogni ragazzo o ragazza deve correre con la speranza nel cuore e grandi sogni nella propria testa. Vogliamo anche espanderci esplorando altri sport oltre al mondo del calcio: lavoriamo, ad esempio, per una maglia sensorizzata da far utilizzare ai ciclisti e abbiamo un obiettivo ambizioso, quello di utilizzare i nostri sensori per una tuta spaziale”.
Mirko Marcolini, founder e General Manager di K-Sport, aggiunge: “Vogliamo portare al grande pubblico la nostra tecnologia d’avanguardia. Grazie a un lavoro incessante di ricerca, alla capacità di anticipare le sfide poste da un mercato, quello delle wearable technologies, in rapida e costante evoluzione, siamo riusciti a radicarci sempre più e acquisire clienti a livello internazionale. K-Fans rappresenta per noi non un punto di arrivo, ma uno degli step che accompagnano la crescita di K-Sport”.
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