Il deputato: «Sono il vero valore aggiunto, basta ostacolarli». Ancora divisioni sul terzo mandato
«È decisivo che il Pd resti vicino agli amministratori locali. Spesso assistiamo quasi a un conflitto fra centralismo e localismo. Credo che gli amministratori locali siano un valore aggiunto per il partito, vanno sostenuti e accompagnati nel loro lavoro quotidiano, non vanno demonizzati o ostacolati, sono una ricchezza non una zavorra della nostra comunità». Le parole pronunciate ieri a Orvieto dal deputato del Pd, Piero De Luca, nel corso dell’assemblea nazionale di Libertà Eguale, appaiono come l’ennesimo tentativo da parte del figlio del presidente della Campania di mediare con la segreteria del Partito democratico, dopo la posizione assunta dalla segretaria Elly Schlein di netta contrarietà al terzo mandato.
Ora che sembra ingrossarsi la schiera di oppositori al veto dei mandati, con il sindaco di Milano, Beppe Sala, che è tornato sul tema, definendo «antistorica» la posizione ostile del Pd, il confronto resta aperto.
Da Palazzo Santa Lucia fanno sapere che al momento non c’è nessuna proposta sulla quale potrebbero convergere le posizioni del presidente della Campania e del Pd. Ciascuno insomma andrebbe avanti per la propria strada. Tanto che a stoppare ogni margine di trattativa è stato ieri, per l’ennesima volta, l’europarlamentare Sandro Ruotolo, già portavoce della mozione Schlein in Campania: «Archiviamo la discussione — ha detto — perché per noi la questione del terzo mandato non è antistorica, ma è proprio superata, è archiviata, è il passato, è inutile tornarci sopra». Da Orvieto, anche il senatore dem Walter Verini ha ribadito la sua contrarietà a un terzo mandato per i presidenti di Regione: «Gestire miliardi di spesa per un tempo troppo lungo concentra troppo potere. Due mandati — ha detto — sono più che sufficienti». Dallo stesso palco gli ha fatto eco il presidente di Libertà Eguale, Enrico Morando: «Personalmente ritengo che i limiti al mandato rispondano ad un principio democratico essenziale, cioè impedire il cristallizzarsi di situazioni che, anche nei migliori dei casi, portano alla costruzione, inesorabilmente, di un sistema di potere discutibile».
Nelle stesse ore però, da Milano, a margine dell’evento promosso da Comunità democratica, il senatore dem, Lorenzo Guerini ha dichiarato: «Il terzo mandato è un tema aperto a tante opinioni. Forse una riflessione su questo tema va fatta», aggiungendo che «il limite è stato pensato per impedire che le cariche monocratiche si protraessero per molto tempo e ci potesse essere poco ricambio, poi è stato man mano tolto». Trovare insomma la quadra tra le diverse correnti all’interno del Partito democratico, dopo le posizioni espresse sul tema dal sindaco di Milano e dal suo collega di Napoli e presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, che si è detto d’accordo con De Luca e Zaia, appare sempre più complicato, nonostante la posizione della segretaria Schlein resti invariata sul tema.
In Campania, intanto, se il presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca, già in campagna elettorale, attende per «aprile-maggio» la pronuncia della Consulta sulla costituzionalità della norma regionale , i Cinquestelle si dicono pronti a costruire fin da subito l’alternativa al governatore e annunciano per il 2 febbraio una riunione a Salerno in preparazione delle elezioni regionali. Anche nel centrodestra prosegue il lavoro dei partiti in vista dell’appuntamento elettorale. Se in Forza Italia si lavora alla formazione della lista — ieri a Battipaglia l’annuncio di una nuova candidata, Annalisa Spera, presidente dell’associazione Radici e Valori — in Fratelli d’Italia si guarda piuttosto a chi sarà il candidato presidente della coalizione, tanto che ieri il consigliere regionale di FdI, Raffaele Maria Pisacane, ha riproposto ancora una volta il nome di Edmondo Cirielli, mentre la Lega continua a spingere per Gianpiero Zinzi.
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