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L’Italia si trova in una posizione delicata nel panorama della sicurezza informatica globale. Nonostante gli sforzi per rafforzare le difese digitali, il nostro Paese rimane un bersaglio appetibile per i cybercriminali.
I dati lo confermano: siamo al quarto posto in Europa per numero di attacchi ransomware e il settore manifatturiero, cruciale per l’economia italiana, ha subito un’impennata di attacchi del 19% nel 2024.
A questo si aggiunge la vulnerabilità delle PMI, che spesso mancano delle risorse necessarie per implementare sistemi di sicurezza adeguati, mettendo a rischio il loro prezioso know-how.
Questa fragilità è aggravata da una carenza infrastrutturale che ci vede indietro rispetto al resto d’Europa. La mancanza di una rete di comunicazione ad alta velocità affidabile e capillare non solo limita l’accesso ai servizi digitali, ma aumenta anche l’esposizione a rischi di sicurezza.
L’assenza di un’infrastruttura di comunicazione in Europa
A livello europeo, la situazione non è più rosea. Manca un’infrastruttura di comunicazione veramente sicura e indipendente, in grado di garantire la sovranità e la protezione dei dati sensibili.
Questa lacuna ci rende dipendenti da soluzioni esterne, come Starlink di SpaceX, che pur offrendo vantaggi in termini di copertura e velocità, non possono garantire la totale sicurezza e l’indipendenza delle comunicazioni strategiche europee.
Starlink: Una soluzione temporanea
Starlink, con la sua costellazione di satelliti, rappresenta una soluzione interessante, soprattutto per garantire la connettività in aree remote o in situazioni di emergenza.
È notizia di queste ore, secondo quanto pubblicato dal New York Times, che Elon Musk, fondatore di SpaceX, sarebbe stato coinvolto in un episodio che ha attirato l’attenzione mediatica: il presunto ruolo nella liberazione della giornalista italiana Cecilia Sala, detenuta in Iran.
Non è chiaro se Musk abbia messo a disposizione le tecnologie di comunicazione di Starlink come strumento diplomatico per facilitare i negoziati, ma sicuramente la sua influenza in ambito geopolitico solleva interrogativi sulla legittimità di una collaborazione nei protocolli di sicurezza nazionale.
Infatti, nonostante la sua alta velocità e bassa latenza che rende Starlinkadatta anche alla trasmissione di dati sensibili, questa presenta limiti significativi di sovranità europea ma al momento non ci sono alternative pubbliche europee soprattutto se consideriamo che ogni 11 secondi si subisce un attacco ramsoware.
Quindi va considerato sia che affidarsi esclusivamente a un’infrastruttura non europea per le comunicazioni strategiche comporta rischi evidenti, soprattutto in termini di sovranità digitale, sia che al momento siamo senza alcuna altra alternativa.
Un attacco ransomware ogni 11 secondi
Il tema della sicurezza nazionale accende i riflettori su quello che è il problema più ampio della cybersecurity.
Come evidenziato in uno studio di ReputationUP pubblicato oggi da El Mundo, ogni 11 secondi si verifica un attacco ransomware.
Questo dato allarmante obbliga non solo i governi, ma anche tutte le aziende e i privati cittadini, a prendere sul serio il tema della sicurezza informatica, proteggendosi e informandosi adeguatamente sulle azioni che quotidianamente compiono online.
Le aziende devono adottare misure preventive come l’aggiornamento regolare dei software, la segmentazione delle reti, e il backup frequente dei dati critici. Parallelamente, è indispensabile investire nella formazione del personale per prevenire errori umani, una delle principali cause di successo degli attacchi informatici.
Inoltre, la collaborazione tra enti pubblici e privati, insieme alla condivisione di informazioni sulle minacce emergenti, può migliorare la resilienza complessiva del sistema digitale nazionale.
IRIS²: La strada verso l’autonomia europea
L’iniziativa europea IRIS² per la creazione di una costellazione di satelliti per comunicazioni sicure rappresenta un passo fondamentale verso l’autonomia strategica dell’Europa. Tuttavia, il suo completamento è previsto non prima del 2030.
Nel frattempo, l’Italia deve adottare soluzioni intermedie per proteggere le proprie comunicazioni strategiche.
Oltre alla collaborazione con partner come Starlink e all’implementazione di protocolli di sicurezza avanzati, è cruciale investire nella formazione del personale e nella sensibilizzazione sulle tematiche di cybersecurity.
Solo attraverso un approccio olistico che combini tecnologia, competenze e consapevolezza, l’Italia potrà affrontare con successo le sfide della sicurezza informatica e garantire la protezione del proprio patrimonio digitale.
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