EuroSassari out e Markovic esonerato

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Bilbao (Spa), 15 gennaio 2025 – Sconfitta scontata per la Dinamo Sassari, arrivata a Bilbao cortissima per le tantissime assenze, che ha comunque chiuso con onore fino al 77-60 finale, senza mai crollare davanti ai colpi di una squadra che sta dominando il Gruppo L di FIBA Europe Cup e terminando ufficialmente la campagna europea dei sardi con due gare d’anticipo.

Quello meno scontato e forse inaspettato per le tempistiche, vista la delicata trasferta a Napoli di domenica, è stato l’annuncio dell’esonero di coach Nenad Markovic, annuncio nell’aria da diverse settimane, ma certamente tardivo per le enormi problematiche che già ad ottobre iniziavano a trasparire in un roster dallo scarso talento. Al posto del bosniaco è strato promosso l’assistente Massimo Bulleri, con la chance concreta di confermare il posto anche dopo la trasferta campana.

Tutto questo mentre in contemporanea, sempre nei paesi baschi ma a 100 km di distanza, a San Sebastian la Dinamo Women faceva la storia: vincendo anche il ritorno contro Euskotren e approdando ai quarti dell’Eurocup per la prima volta. 

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Tornando alla disastrata sezione maschile, una gara in quel di Bilbao mai realmente in discussione e sempre saldamente nelle mani dei padroni di casa, troppo superiori alla Sassari atterrata in Spagna direttamente da Trapani, senza cinque elementi: oltre ai soliti assenti Udom e Sokolowski, tenuti fermi in via precauzionale anche Erten Gazi e Justin Bibbins, mentre preoccupa Nate Renfro che verrà rivalutato solamente nei prossimi giorni.

Nonostante le rotazioni cortissime, con Tambone che ha raggiunto i compagni solamente nelle ore precedenti per la nascita dei suoi due gemelli, il Banco di Sardegna ha avuto il merito di non affogare anche dopo il 12-4 iniziale, andando persino avanti sul 20-21 con la tripla di Stefano Trucchetti (5 punti) in contropiede.

Ma le frecce nella faretra di coach Ponsarnau sono tante e si vede, toccando il massimo vantaggio sul +11 poco prima dell’intervallo con il folletto Melwin Pantzar, MVP con 15 punti, a furoreggiare nella svagata difesa biancoverde.

Sassari ha un sussulto anche in avvio di terza frazione, grazie al duo Cappelletti e Fobbs, rispettivamente 13 e 17 punti, ricucendo il distacco fino al -4, sbagliando però una sfilza di tiri aperti dall’arco che avrebbero potuto incredibilmente riaprire il match. 

Gara che invece terminerà di lì a poco, all’ennesima sgasata dei padroni di casa, infatti, i baschi lasciano definitivamente sul posto gli uomini di un coach Markovic sfiduciato.

Sconfitta che sancisce l’eliminazione a due gare dal termine del Gruppo L, con i sassaresi che giocheranno le gare restanti al PalaSerradimigni solo per la gloria, ospitando entrambe le squadre francesi del proprio raggruppamento.

Quarto KO consecutivo tra coppa e LBA che poche ore dopo costeranno la panchina all’allenatore bosniaco, che dal suo arrivo in Sardegna, esattamente un anno fa al posto di Piero Bucchi, ha collezionato 13 vittorie nel massimo campionato e 15 sconfitte.

Un bilancio complessivo al di sotto del 50% che rispecchia al meglio l’andamento ondivago sia della Dinamo della passata stagione che di quella attuale, che non ha mai avuto una vera continuità di risultati e che troppo spesso non aveva quell’anima pugnace che il suo allenatore voleva instillare fin dai primi mesi. 

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Emblematico il finale nella passata stagione, dopo il fantastico mese di marzo in cui i biancoblu hanno fatto filotto, vincendo contro Virtus Bologna, Venezia e la lanciatissima Brescia, acquisendo la salvezza con un mese abbondante d’anticipo e con i playoff ampiamente alla portata, la squadra si è però inspiegabilmente seduta, tirando i remi in barca prima del dovuto.

Esattamente come ad inizio di questo mese: con la Dinamo capace di risalire in classifica dopo un ottimo dicembre e cestinando l’accesso alla Final Eight, distante appena 2 punti, con il crollo inspiegabile tra le mura amiche contro Varese, che non vinceva in trasferta da oltre otto mesi.

Proprio quel mese di dicembre ha rinviato il naturale esonero di un Markovic, che nei primi due mesi ha palesato l’incapacità di dare alla squadra uno straccio di gioco, o comunque un minimo d’identità, con la difesa che imbarcava acqua ad ogni gara e con l’attacco che doveva fare i salti mortali per segnare più di 80 punti a gara.

Certo paga anche colpe non sue, quelle di un roster che si è dimostrato carente dal punto di vista tecnico e con pochissimi punti nelle mani: vuoi per i tanti infortuni, per un Bendzius che ha iniziato bene la stagione, ma che alla lunga sta pagando nelle ultime uscite il lungo infortunio patito nella passata stagione e per una coppia di lunghi male assortita come Renfro e Halilovic, che conti alla mano sono la peggiore coppia di centri dell’intero campionato, sia per punti realizzati che soprattutto per rimbalzi presi e concessi agli avversari.

Non ci sono più alibi, per tutti. Certamente servirà attingere dal mercato, specialmente nel reparto lunghi dove i biancoblu pagano dazio da tutti e perché così come stanno le cose questo Banco rischia parecchio di complicarsi la vita da qui a maggio. 

Panchina che per ora verrà affidata al vice Massimo Bulleri, che torna a ricoprire la carica di head coach in LBA dopo la sofferta salvezza con Varese nel 2020/21, a cui toccherà il difficile compito di guidare il Banco nella delicatissima trasferta di Napoli, che solo in caso di vittoria potrebbe allontanare il gruppetto delle pericolanti in fondo alla classifica che hanno iniziato a correre.

Chissà che il Bullo non possa proseguire l’eredità di un altro grandissimo playmaker della nazionale, che una volta appese le scarpette al chiodo ha deciso di fare l’allenatore, come quel coach Gianmarco Pozzecco che tanto bene ha fatto in Sardegna, mettendo in bacheca due trofei e una finale Scudetto.

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Annate in cui Sassari occupava stabilmente le piazze nobili della classifica e che ora, invece, sembrano un ricordo lontano di un tempo che non sembra voler ritornare.

Bilbao Basket – Dinamo Banco di Sardegna Sassari  77-60

Parziali: 20-14; 21-19; 18-14; 18-13.

Progressione: 20-14; 41-33; 59-47; 77-60.

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Alessandro Cappelletti 6.5: i minuti di Trapani non l’hanno sfiancato, anzi forse gli hanno dato maggiore consapevolezza di essere ormai l’unico play in una squadra che troppo spesso vaga per il campo come un rabdomante. Sono i suoi canestri a firmare quei piccoli break che permettono alla Dinamo di non sprofondare mai nel punteggio, restando a tiro per quasi tutta la gara. Chiude con 13 punti, 6 rimbalzi e 3 assist.

Marco Vasselli s.v.: fa il suo esordio europeo nei secondi finali, ma non fa in tempo a prendersi anche il suo primo tiro.

Stefano Trucchetti 6.5: dopo tante, troppe settimane, a prendere polvere Markovic si ricorda che c’è anche lui in panchina. Ha la faccia tosta giusta entrando subito alla grande, con un bel canestro dalla media e successiva rubate e tripla incosciente dall’angolo 1vs0. I 5 punti in sequenza gli danno fiducia e gioca con grande fame e discreta attenzione, limitando quelle palle perse che commetteva per la troppa voglia di spaccare. 

Miralem Halilovic 5: gioca sulle uova per gran parte del tempo per non caricarsi di falli e ristringere ulteriormente delle rotazioni già ridotte all’osso. Il colosso islandese Hlinason lo fa penare come all’andata, esagera con alcuni show difensivi a 10 metri dal ferro e alla fine dovrà comunque lasciare il campo per aver commesso il suo quinto fallo.

Brian Fobbs 6: ecco esattamente quello che doveva fare a Trapani, caricarsi l’attacco della squadra sulle spalle e tirare ogni volta volta ne avesse l’occasione, invece che estraniarsi come nella gara in Sicilia. Va un po’ ad intermittenza, ma i 17 punti fatti, stesso numero per i tiri presi con il 41% di realizzazione, sono la dimostrazione lampante che in questa Dinamo è uno dei pochissimi ad aver punti nelle mani: se non tira neanche lui la Dinamo faticherà a segnare più di 50 punti a partita.

Matteo Tambone 6: arrivato in fretta e furia all’ultimo momento a Bilbao per raggiungere la squadra, dopo aver assistito alla nascita della sua coppia di gemelli, si vede che di energie ne ha poche nel serbatoio, ma gioca come sempre una gara solida. Certo il tiro da tre oggi non c’è, con un eloquente 0/5, ma i suoi 6 punti, 5 rimbalzi e un’ottima difesa per lunghi tratti, confermano il suo status di giocatore fondamentale per questa squadra. Tanti auguri alla mamma e a papà Tambone!

Giovanni Veronesi 5: condizionato dai problemi di falli, non riesce in alcun modo ad entrare in ritmo, sbagliando tiri aperti che in questi mesi ha sempre messo ad occhi chiusi, chiudendo con una virgola non da lui.

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Eimantas Bendzius 5: senza centri degni di questo nome è costretto a sacrificarsi spesso in difesa e a rimbalzo contro gente che il lituano non può contenere. Ormai sono settimane che si trascina per il campo, non avendo praticamente mai la lucidità e la costanza necessaria per mettere in apprensione la difesa avversaria ad ogni azione, con il proprio marcatore che ormai quasi lo battezza dall’arco.

Luca Vincini 6: con Renfro out ha tanti minuti per dimostrare di essere un centro validissimo su cui investire e qualcosa si vede eccome. Belli alcuni movimenti in post che fanno andare al bar anche il lungagnone islandese.

Giovanni Olmeo



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