Lettera a Tito, Natale doloroso 2024 e sciopero del panettone

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  27 dicembre 2024 09:33

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di DOMENICO LANCIANO

Caro Tito, ritengo che sia giunto il momento di realizzare qualcosa di socialmente forte per tentare, almeno, di dare un messaggio chiaro di pace a tutti i governanti del mondo, i quali si stanno impegnando nel tragico gioco a chi si arma di più. Non possiamo tollerare che il mondo scivoli piano piano in una guerra ancora più ampia dei focolai regionali, i quali vanno comunque spenti prima possibile. Non possiamo stare a guardare. Così come non possiamo più tollerare che gran parte dell’Umanità viva sotto la soglia di dignità elementare ed alimentare. Tutto ciò può essere rappresentato dalla foto di copertina che da Barcellona (Spagna) mi ha inviato una stimatissima amica, assai impegnata nel sociale … un albero di Natale formato dai salvagente dei migranti recuperati in mare da una qualche nave di volontari che pattugliano il Mediterraneo per impedire troppe morti per naufragio. Mediterraneo da mare di civiltà a cimitero di massa.

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SCIOPERO DEL PANETTONE

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Questo Natale 2024 è passato per me senza dolci o spumante. Ho fatto lo “sciopero del panettone” e di altre situazioni superflue. E spero che siano in tantissimi, per il prossimo Natale, a fare questo “sciopero” contro guerre ed ingiustizie. Anzi, senza aspettare il prossino Natale, bisognerebbe cominciare a fare già a Pasqua lo “sciopero dell’uovo e della colomba” per dare testimonianza di contrarietà contro la deriva militarista degli Stati. Sarebbe, comunque, opportuno effettuare uno “sciopero quotidiano” del superfluo e limitarci all’essenziale, allo stretto necessario (pure per abituarci ad affrontare una probabile emergenza di guerra o di crisi degli approvvigionamenti). Tra tanto altro, ne guadagnerebbe subito pure la salute. Inoltre, c’è un allarme psicologico serio: c’è troppa assuefazione … ci stiamo abituando fin troppo a vedere in TV o su altri mass-media morti di ogni genere (dai migranti naufraghi ai campi di battaglia, dai morti sul lavoro, ai morti di malasanità, ai morti stradali, ecc.) senza un moto di indignazione minima che possa almeno salvare la nostra dignità di esseri umani. Umanizziamoci!

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Come ti ho scritto in una di queste (finora) 582 Lettere, nel Natale 1971 ho adornato la base del presepe di Padre Silvano Lanaro, nella chiesa di Badolato Marina, con numerose foto di situazioni tragiche in cui il mondo di allora versava (c’era ancora la brutale guerra in Vietnam). Così come ti ho evidenziato che il 20 dicembre 1997 ho emanato una nota-stampa dal titolo << Albero di Natale listato a lutto e urgenza di una Banca Umanitaria >>. Puoi trovare il testo di tale comunicato alla pagina 446 del quarto volume del “Libro-Monumento per i miei Genitori” (stampato nel maggio 2027). A distanza di 27 anni, da quel 1997 la situazione mondiale è tragicamente peggiorata di molto e ci sono seri rischi di inasprimento regionale e globale. Intanto, la società civile dovrebbe realizzare una vera e propria BANCA UMANITARIA per cercare di salvare, per quanto possibile, intere popolazioni dall’annientamento, poiché si sta giungendo, piano piano, ad una selezione di persone ed etnie (che sa tanto di nuovo nazismo).

SALUTISSIMI

Caro Tito, come vedi, con questa Lettera 583 voglio farla breve. Ritengo che i nostri lettori abbiano già afferrato immediatamente il messaggio; quindi, è inutile dilungarsi. E’ giunto il tempo di darci una seria regolata, prima di giungere a situazioni tragiche ed incontrollabili. E questo l’augurio migliore che, in piena coscienza, mi sento di dare per l’imminente anno 2025 … specialmente a chi amo e a chi mi ama; e quindi al mondo intero. Chi ama non può restare inerte e insensibile, né sottovalutare i tempi in corso e quelli probabili. Poi sarà troppo tardi!

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I governanti non possono fare niente senza l’assenso (diretto o indiretto) dei loro popoli. Perciò, è auspicabile una mobilitazione per interrompere questa corsa agli armamenti. Non solo … ma, come sostiene il nostro amico filosofo Salvatore Mongiardo, è urgente distruggere già adesso i poderosi arsenali militari che promettono e producono morti e distruzioni. Già i disastri e i cataclismi naturali (come il grande tsunami del 26 dicembre 2004 nell’Oceano Indiano, giusto 20 anni fa) complicano la vita dei popoli. Se alle calamità naturali aggiungiamo le calamità sociali, allora la vita su questo nostro Pianeta malato può diventare davvero molto presto compromessa. Siamo una generazione decisiva con potere di vita o di morte. Diamoci una regolata. Intanto ti voglio evidenziare una foto di speranza per il presente ed il futuro: una coppia di sposi che posa accanto a due zampognari (uno è il nostro amico Vanni Borraro, con la ciaramella) i quali girano il centro-nord Italia per regalare bontà in questi giorni di atmosfera di ottimismo natalizio.

 

Grazie Tito, per voler pubblicare questo allarme, alla vigilia del cambio d’anno, sperando che ci sia pure un cambio di atteggiamento in positivo verso i problemi del mondo.

Alla prossima 584 e tantissimi Auguri per tutti e per tutto. Auguri in particolare per la generazione di tuo nipotino Leonardo, verso cui abbiamo un’immensa responsabilità. Smettiamo di essere spensierati e deresponsabilizzati. Un fraterno abbraccio. A presto! Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, giovedì 26 dicembre 2024 ore 12.12 – Da 57 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto mi sono state fornite dagli interessati o sono state prese dal web libero e sicuro.

 

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