Stangata bollette, ma risparmiare si può. La geografia dei Nimby

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Stangata bollette: +15% per imprese e +10% per famiglie, ma con STG si risparmiano 113€. La geografia dei Nimby. Gazprom pronta a tagliare 1.600 posti. La rassegna Energia

Torna il caro bollette e non risparmia né famiglie né imprese. Nel 2025 spenderanno mediamente il 15% in più di bollette di luce e gas, per una spesa complessiva che raggiungerà 171.920 euro, secondo le stime di Nomisma Energia. Non possono sorridere neanche le famiglie, che dovranno fronteggiare una crescita della spesa per le bollette del 10%, con 216 euro in più all’anno nel 2025, per un totale di 2.297 euro a utenza. I clienti vulnerabili, però, hanno l’occasione di risparmiare 113 euro all’anno sulle bollette. Sarà possibile grazie alla possibilità di entrare nel Servizio a Tutele Graduali, passaggio che dovrebbe essere approvato domani da Arera, secondo Il Corriere della Sera. La transizione energetica si scontra con il fenomeno Nimnby (“not in my backyard”, non nel mio cortile), sempre più forte in Italia. Da Livorno a Roma, passando per Ferrara, Salerno, sono tanti gli oppositori dei nuovi impianti energetici, secondo la geografia dei Nimby tracciata da Il Foglio. Le vendite di Gazprom si dimezzano rispetto al 2022 e l’azienda è in ginocchio. L’azienda russa sarebbe infatti pronta a licenziare 1.600 dipendenti per far fronte alla crisi aggravata dall’ultima ondata di sanzioni sul petrolio innescata dall’amministrazione Biden. La rassegna Energia.

BOLLETTE, PER IMPRESE +15%

“Bollette, per le imprese nel 2025 si prevede una spesa in crescita del 15%: 171.920 euro complessivi in più rispetto allo scorso anno, per un totale di 1.322.431 euro. Le stime sono di Nomisma Energia. Nello specifico, per quanto riguarda l’elettricità, con un prezzo al kWh che passa da 23,29 centesimi nel 2024 a 27,68 nel 2025, per un’impresa tipo che consuma 1.000.000 di kWh annui la spesa per il 2025 si potrà assestare sui 276.799 euro: 43.924 in più rispetto al 2024 (+19%). Per il gas invece, considerato un prezzo di 46 centesimi al metro cubo nel 2024 cresciuto a 52 centesimi nel 2025, per un’impresa che consuma 2 milioni di metri cubi all’anno la spesa stimata per il 2025 è di 1.045.632 euro: 127.995 in più rispetto allo scorso anno (+14%). Aumenti anche per le famiglie: sempre Nomisma Energia calcola una crescita della spesa per le bollette del 10%, con 216 euro in più all’anno nel 2025, per un totale di 2.297 euro a utenza. (…) Per quanto riguarda il gas invece, con un aumento dei prezzi da 102 centesimi a metro cubo nel 2024 a 106 nel 2025, una famiglia tipo – con un consumo annuo di 1.700 metri cubi – spenderà nel 2025 1.486 euro: 54,9 in più rispetto al 2024 (+4%). «Sono aumenti relativamente modesti rispetto a quelli del 2022. Tuttavia ora non ci sono più gli sconti sugli oneri di sistema e anche questo influisce», commenta Davide Tabarelli presidente di Nomisma Energia”, si legge su Il Sole 24 Ore.

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“Secondo i dati del Gme, la media del prezzo all’ingrosso dell’elettricità di gennaio al momento è a 137 euro al MWh, in crescita rispetto ai 135,06 euro di dicembre e ai 130,89 di novembre. Un anno fa, a gennaio, la media mensile era di 99,16 euro al MWh. La media dell’intero 2024 ha toccato i 108,52 euro, contro i 127,24 del 2023, i 303,95 del 2022 e i 125,46 del 2021. (…) Con il picco a 50 euro il 2 gennaio scorso e valori sui 48 euro nell’ultima settimana, ieri il future di febbraio è invece sceso del 2,7% sotto i 47 euro”, continua il giornale.

BOLLETTE, COME RISPARMIARE 113 EURO ALL’ANNO

“L’Autorità Arera — in base a quanto risulta al Corriere — approverà domani il meccanismo per consentire agli 11,4 milioni di utenti «vulnerabili» della luce (over 75 anni, disabili, chi è in condizioni economicamente svantaggiate, vive su un’isola minore non interconnessa o in zona calamitosa) di entrare nel Servizio a Tutele Graduali (Stg). Si tratta del regime transitorio che consente di avere 113 euro di sconto all’anno in bolletta. Da febbraio e fino al 30 giugno, i vulnerabili potranno fare domanda seguendo le informazioni che gli esercenti l’Stg (qui l’elenco www.arera.it/consumato-ri/il-servizio-a-tutele-graduali) pubblicheranno sui siti web”, si legge su Il Corriere della Sera.

GEOGRAFIA DEI NIMBY IN ITALIA

“Il no del Consiglio regionale della Liguria contro la nave rigassificatrice Italis rende evidente ancora una volta due aspetti nascosti nei meccanismi nimby (sigla di not in my backyard, non nel mio cortile), cioè l’opposizione misoneista alla realizzazione di impianti e istallazioni. Il primo dei due aspetti nascosti è che alla base della sindrome nimby, dietro al No tav, al No triv, al No biometano, No diga, No centrale, c’è il dispetto per gli altri. Fatele da un’altra parte; e chissene degli altri, tanto peggio per loro. Per esempio, la nave rigassificatrice della Snam sta lavorando a Piombino, Livorno (…) Contro il nimbismo non valgono le spiegazioni razionali, non serve dimostrare che la nave rigassificatrice è brutta da vedere ma non è un rischio; verificare che i pozzi di metano nelle campagne della pianura padana sono invisibili e procurano un danno ambientale di gran lunga minore rispetto ai pozzi perforati in Africa; che le soluzioni alternative sono peggiori per l’ambiente e costano una schioppettata in più a carico di tutti gli altri cittadini. Chissene, tanto peggio per loro. Un aspetto importante emerge dal misoneismo nimby: l’ipocrisia di alcuni partiti politici e di alcune organizzazioni ecologiste che – lo vedremo anche nel censimento che segue – a Roma agitano il dito indice per ammonire che si facciano gli impianti e per protestare contro le lobby che si oppongono alla transizione rinnovabile, ma poi i circoli locali alzano il dito medio per bloccare quegli stessi impianti. (…) Vercelli: no di Legambiente all’idroelettrico. A Rassa in Valsesia non si farà la centrale idroelettrica grazie al ricorso in Cassazione vinto dalla Legambiente del Vercellese e della Valsesia e dalla sua presidente Enrica Busti”, si legge su Il Corriere della Sera.

“Ferrara: come se fosse antani. A Villanova il comitato Rete Giustizia Climatica e il coordinamento provinciale No gas No biometano (…) Bologna: il Pd contro l’eolico. I ministeri dell’Ambiente e della Cultura hanno bocciato una centrale eolica tra Castel del Rio, Casalfiumanese, Monterenzio e Castel San Pietro Terme. (…) Macerata: scriverò a re Carlo. Per protesta contro un impianto dell’Enel a Macerata, frazione Villa Potenza località Rotacupa, il cittadino Mauro Marconi scriverà un appello al re d’Inghilterra. “Le chiedo se può intercedere con le autorità locali”. Pordenone: divisi i Cinque Stelle. L’impianto agrivoltaico tra San Quirino e Montereale Valcellina divide i Cinque Stelle friulani. (…) Isernia: Legambiente contro la diga. Secondo i nimby, la diga progettata dall’Enel “punta, sostanzialmente, al saccheggio”. (…) Salerno: no ai tubi del gas. No all’arrivo del metano a Roscigno. (…) Ferrara: Pd contro il biometano. Il consigliere comunale Massimo Buriani, capogruppo del Pd, auspica che il Consiglio comunale si esprima unitariamente con un parere negativo contro il progetto di produrre biometano a Gaibanella, frazione di Ferrara. Matera: Fratelli d’Italia contro il biometano”, continua il giornale.

“Belluno: Legambiente contro l’idroelettrico. I circoli della Legambiente, l’associazione EQuiStiamo e il Comitato per le Risorgive di Bressanvido sono tra i promotori della protesta contro la diga sul torrente Vanoi (…) L’associazione Ambiente e Salute nel Piceno ha organizzato l’evento “No allo stoccaggio del gas” contro il progetto della Gas Plus a San Benedetto del Tronto in zona Agraria. Salerno: no al trattamento rifiuti. La Regione Campania ha autorizzato il progetto della Buoneco per un impianto di trattamento rifiuti a Buccino. (…) Cagliari: speculazione rinnovabile. I ministeri dell’Ambiente e della Cultura hanno respinto il progetto della Diomede per una centrale fotovoltaica a Uta. (…) Cagliari: sì alle rinnovabili. Fridays for Future dice no al metano e sì alle rinnovabili: “La Sardegna ha bisogno di un piano energetico davvero sostenibile, basato sulle energie rinnovabili”. Catanzaro: no all’eolico in mare (…) di fronte alle coste del golfo di Squillace”, si legge sul quotidiano.

“Imperia: no alla diga. Assemblee e proteste dei comitati a Badalucco per dire un forte “No!” alla diga Enel che potrebbe essere attivata a Glori. (…) Pisa: bene comune. Corteo di protesta in centro a Pontedera per la difesa dell’ambiente e della salute, del territorio e degli ecosistemi dall’inquinamento, dall’espropriazione e dalla svendita del bene comune; promotori Zero Waste Italy, No Valdera Avvelenata, Tat Montefoscoli, Assemblea permanente no Keu, No Base. (…) Brescia: no all’idroelettrico. Il Comune di Sabbio e molti cittadini sono contro una centrale idroelettrica sul fiume Chiese. “Contro le speculazioni a danno dell’ambiente”. Chieti: vocazione biodistretto. Il comune di San Martino sulla Marrucina ha deliberato una ferma opposizione contro il progetto della Gas Plus Storage per riutilizzare come stoccaggio di gas un giacimento vuoto di metano. (…) Pesaro: no alla liquefazione del metano. Il progetto della Fox Petroli per un impianto per liquefare 400 tonnellate al giorno di metano a Pesaro è stato approvato dal ministero dell’Ambiente. (…) Frosinone: contro il biometano. A Cassino nella frazione Cerro tra il casello autostradale e la zona industriale potrebbe nascere un impianto di biometano ma il sindaco Enzo Salera afferma che “il comune di Cassino, perlomeno da quando sono io sindaco, non ha mai rilasciato autorizzazioni”. Lecce: no all’opificio. A Soleto e Galatina consiglieri comunali in subbuglio per il progetto di un impianto di biometano della Forenergy (…) Pisa: sì biogas, no biometano. Nel circolo Arci della frazione San Donato a Santa Maria al Monte si è svolta un’assemblea contro il progetto dell’Agripower (A2A) che vuole aggiornare l’impianto di biogas (…) Pistoia: no all’idroelettrico. Continuano le proteste contro la centrale idroelettrica sul torrente Pescia, nel comune di Pescia. L’opposizione al progetto è avanzata anche da Italia Nostra Firenze. Grosseto: le invasioni barbariche. (…) un impianto agrivoltaico a Montauto”, continua il quotidiano.

“Salerno: abbasso il metano bio. (…) i cittadini di Ogliastro Cilento contestano a Cicerale un impianto che produrrebbe biometano facendo fermentare il letame degli allevamenti, letame che oggi viene disseminato in giro. Matera: no ai rifiuti radioattivi. (…) Roma: salviamo il gheppio. Il Tar del Lazio ha bocciato il progetto del parco eolico proposto da Opr Wind a Vivaro Romano, sui monti tra Lazio e Abruzzo. (…) Ferrara: contro il metano non fossile. A Fondoreno nelle campagne di Porotto proteste contro il progetto di costruire in via Catena un impianto di biometano, combustibile non fossile e rinnovabile. (…) Pisa: no amianto. A Chianni alcuni imballaggi e teli della discarica della Grillaia sarebbero rotti e il coordinamento No Valdera Avvelenata dice che il vento spargerà la polvere di amianto. Alessandria: no scorie. A Castellazzo Bormida molti contestano la possibilità che nei comuni vicini possa essere realizzato il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”, continua Il Foglio.

GAZPROM LICENZIA 1.600 DIPENDENTI

“Da quando è diventato chiaro che le sanzioni occidentali lasciavano molte falle — e il Cremlino ha preso le sue contromisure — si è affermata l’idea che l’avanzata della Russia in Ucraina sia inarrestabile. In molti, anche in Europa, si sono convinti che niente possa inceppare la macchina da guerra di Vladimir Putin. Eppure il motore di quella macchina continua a liberare segnali di fumo che rivelano profondi e crescenti guasti. Non solo Gazprom sembra essere sul punto di licenziare 1.600 dipendenti, il 40% dello staff della sede centrale di San Pietroburgo, dopo che le vendite di gas sono più che dimezzate dal 2022. Non solo l’ultima ondata di sanzioni sul petrolio dell’amministrazione di Joe Biden — colpite due delle prime cinque aziende produttrici, 240 petroliere e due grandi assicuratori — minaccia di togliere dal mercato mondiale un terzo del greggio russo. Di recente, la governatrice della banca centrale Elvira Nabiullina è stata anche costretta dall’apparato militare-industriale a non alzare ancora i tassi d’interesse, benché l’inflazione minacci di accelerare fuori controllo”, si legge su Il Corriere della Sera.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

“(…) Sottolineano gli analisti Alexander Kolyandr e Alexandra Prokopenko, per The Bell, che l’anno scorso i raccolti in Russia sono scesi a 125 milioni di tonnellate da 144,9 milioni del 2023. Pochi giorni prima Putin aveva annunciato che il risultato sarebbe stato molto superiore. Invece in un biennio la perdita è di oltre 30 milioni di tonnellate. E non c’entrano solo le condizioni climatiche”, continua il giornale. “Pesano i vincoli e i dazi crescenti all’export che Mosca sta imponendo agli agricoltori, per costringerli a vendere il prodotto entro i confini. L’obiettivo sarebbe frenare l’inflazione galoppante, a sua volta frutto dell’economia di guerra, cercando di riversare derrate a basso costo in Russia stessa. L’ultimo giro di vite è arrivato nell’ottobre del 2023: il governo ha introdotto un divieto «temporaneo» all’export di grano duro e sempre nuove quote e dazi all’export. Risultato: gli agricoltori vedono ridursi le entrate, quindi investono e producono di meno. Intanto le dinamiche di guerra rendono la manodopera più scarsa e cara, mentre a causa delle sanzioni le macchine agricole sono difficili e costose da reperire”, continua il giornale.



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