Ristoranti di montagna: 15 indirizzi da salvare

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Sciare è meraviglioso, l’aria aperta, la neve che “scrocchia” sotto gli sci, le conifere che fanno da cornice. Ma anche un ottimo pasto sulla neve, non guasta. Tra i ristoranti di montagna ecco qualche buon indirizzo in tutte le principali località sciistiche italiane.

Ristoranti di montagna in Valle d’Aosta

A La Thuille, La Raclette (Frazione Entreves 158, Tel. 0165 813366) si affaccia sulla piazza da cui partono gli impianti di risalita, questo piccolo, “luminoso” ristorante. Si pranza in una sorta di “serra-veranda”, gustando piatti dai sapori antichi, rivisitati nel moderno, salvando le origini.

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Ovviamente non può mancare la Raclette: formaggio raclette servito con i sottaceti, insalata, affettati e patate bollite, o la Pierrade: un misto di carni e verdure crude da cuocere su pietra calda, servito con salsine di accompagnamento; e poi una meravigliosa tartare di fassona o un flan di asparagi con fonduta. C’è anche la pizza. Alle spalle il bel complesso Planibel che nasconde, fra l’altro, una super-spa.

A Courmayeur, Le Cadran Solaire (Rue De La Laiterie 4, Tel.0125.304051), nel cuore del bel paese, è oramai classico. Si gusta una cucina di sapori alpini, con piatti della cucina valdostana rivisitati. Legno, pietra e una grande terrazza per le belle giornate.

A Cervinia al Panorama del VRetreats Cervino (Avouil Tel. 0166.871973) si può pranzare in una sala con una vista veramente unica sulle montagne e la valle. A cena sempre, nello stesso albergo, c’è l’ottimo Abrì con piatti tipici valdostani in un’atmosfera calda e accogliente.

Sulla strada della neve ad Aosta, Il Vecchio Ristoro (Via Tourneuve, 4 Tel. 0165.33238) è situato all’interno di un mulino del 1600, con ancora l’antica macina, lo storico portone e le campanelle per i cavalli. La cucina è un’esplosione di sapori e l’innovazione nel rispetto della tradizione; sostenibilità, freschezza degli ingredienti e stagionalità, ne sono alla base.
Ecco allora: asparagi, erba luisa e fragole; riso al pomodoro acerbo, mandorle e vaniglia; filetto di manzo al vapore, mostarda di frutta e misticanza.

Ristoranti di montagna in Lombardia

A Bormio, Al Filò (Via Dante Alighieri, 6. Tel.: 0342 901732), nel cuore della vivace, frizzante città, c’è questo ristorante, unico nella sua struttura e atmosfera. Si pranza in due sale con soffitto a volta in pietra a vista; è un fienile del ‘600 mirabilmente restaurato. Filò, in dialetto locale, evoca le serate dense di chiacchiere e pettegolezzi, in cui ci si intratteneva nel tepore delle stalle. L’atmosfera è calda e accogliente; i tavoli ben distanziati ed apparecchiati. La cucina è quella del territorio ma alleggerita e interpretata in chiave moderna; i ravioli al ragù di cervo, le sfere di patate ripiene con fonduta e bresaola, il cheescake ai frutti di bosco.

Poco distante fra i monti e i boschi dell’alta Valtellina a Santa Caterina Valfurva immancabile è da provare il ristorante dell’Hotel Sport (Via Magliaga 2 Tel.0342.925100), un ristorante gradevolissimo e di alta qualità, con un rapporto qualità-prezzo veramente eccezionale. L’ambiente è classico ma fresco e “sorridente”, la cucina ha indubbiamente una matrice valtellinese ma anche qualche piatto “sfizioso”. Ed ecco allora i Pizzoccheri e gli sciatt, affiancati però dalle costine di cervo al cognac e dalla polenta con i finferli. Ottimi ovviamente, i salumi, la bresaola ed i formaggi locali. Fra i “plus” c’è una cantina eccezionale, sia per la qualità dei vini che per il sito. Qualche pezzo di antiquariato adorna la sala, rendendola più calda.

Il Sunny Valley, isolato sopra Santa Caterina Valfurva in una magica valle con vista sulle vette circostanti, è un grande chalet in tronchi di pino ha un’atmosfera unica. Il grande camino, le vetrate a “tutto sesto”, il colore del legno ne fanno un posto unico: ci si viene a pranzo per gustare le favolose grigliate o la sera col gatto.

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Il Sunny Valley a Santa Caterina Valfurva. (Press Office)

Sulla via di Bormio e Santa Caterina, c’è l’Agriturismo Fracia (Località Via Fracia. Tel.: 0342 482671). Poco dopo Chiuro, sulle balze del monte, c’è questo piacevolissimo agriturismo, ideale, d’estate e d’inverno, per una sosta sulla via dell’alta Valtellina. Ci si va attraverso pochi minuti di una ripida stradina e si arriva su una bella terrazza, molto piacevole per una sosta col bel tempo. L’interno è piacevolmente rustico, con muri in pietra e soffitto in legno rustico.
Il menu, pur rifacendosi alla tradizione locale, ha parecchi piatti innovativi ed una materia prima d’eccellenza. Lo rappresentano bene l’involtino al radicchio rosso, tartufo nero con gamberi rosa, verdure, burrata e segale croccante; guanciale di vitello a lenta cottura.

A Livigno tra i ristoranti di montagna notevole è La Piöda (Via Saroch, 604. Tel.: 0342 997610), bel ristorante, nel cuore della vivace Livigno, nasce da un’antica casa contadina ristrutturata. Ma a parte, forse, l’esterno, la sensazione che se ne ha oggi è quella di un ambiente elegante e raffinato con un tocco di “tono” La cucina è italiana, creativa, con un tocco internazionale ed una presentazione e servizio di altissimo livello ed una leggerezza rara a trovarsi fra questi alti monti. Si può iniziare con un carpaccio di zucchine, pomodoro a cubetti e sedano rapa, o una crema di castagne, burrata e tuorlo d’uovo; e continuare con risotto “pila vecia” alla rapa rossa e gamberi di Mazzara. Fra i secondi, ottime le cappelle di porcini impanate servite su insalatina di stagione e ricotta fresca, o la bistecca tomahawk affumicata al legno di ciliegio. Per concludere: sorbetto cremoso alla rosumeda o fonduta di frutta fresca al cioccolato caldo.

Ristoranti di montagna a Cortina d’Ampezzo

Nella bella e mondana Cortina, non possono mancare ottimi ristoranti: da El Camineto, ad Alajmo Cortina , ex El Toulà. Ma un locale accogliete, che sa molto di Cortina è Al Camin (Loc.Alverà 99 Tel. 0436.862010), un riferimento ormai certo per i frequentatori di Cortina. Nella sala in pieno stile ampezzano o sulla grande terrazza con vista sul paese e sulle Tofane viene proposta una cucina tradizionale con qualche spunto internazionale: gnocchi di patate ripieni alle erbette; tagliata di cervo al lampone; insalatina di fagiano con robiola sedano e pancetta.

Ristoranti di montagna in Trentino e Alto Adige

Nella bella, solare Madonna di Campiglio spicca il ristorante dell’Hotel Golf (via Cima Tosa, 3. Tel. 0465441003)  , Il primo impatto è decisamente positivo: una grande sala con vetrate aperte sulle Dolomiti di Brenta e Campo Carlo Magno; un tetto in legno con enormi travi; un’illuminazione saggia e discreta. E poi ampie vetrate con una vista impagabile sulle Dolomiti di Brenta, le piste da sci e, in estate lo splendido campo da golf.

Ma poi, il cibo conferma la prima impressione: su un lungo tavolo sono gli ottimi antipasti e sul tavolo di fronte sono esposti i dessert. La cucina dello chef è classico/creativa con molti piatti della tradizione italiana e trentina e qualche piacevolissimo “volo pindarico”. Una attenzione particolare è dedicata alla materia prima: c’è addirittura un “comis gourmet” che si dedica, a tempo pieno, alla ricerca di prodotti di qualità del territorio e che consiglia attivamente gli ospiti. Fra i piatti da citare: polenta gialla con moscardini; risotto mantecato alle mele verdi con granella di peperoni; filetto di salmerino all’aneto e limone; lombatina di cervo al Teroldego con patate e scalogno caramellato.

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Golf Hotel Madonna di Campiglio. (Press Office)

A Pinzolo piccolo, delizioso, borgo sulla strada di Madonna di Campiglio, tra i ristoranti di montagna va segnalato Grual (Via Alpe di Grual 16 Tel.0465.768800)  nell’ambito del Lefay Resort, un ristorante stella Michelin. Si pranza in una sala molto curata, in cui si sente la mano di un ottimo architetto; dietro ampie vetrate che si affacciano sulle montagne circostanti. Il concept culinario valorizza i sapori più autentici del territorio, utilizzando materie prime di stagione, abbimate ai gusti e sapori delle Dolomiti. Il menù prevede fra gli altri piatti: Capesante arrostite, zucca e puntarelle; risotto mantecato e ragù di funghi; trancio di branzino con carciofi in casseruola. Impeccabile il servizio.

A Fié dello Scilliar il ristorante dell’Hotel Turn (Piazza della Chiesa 9, tel.: 0471 725014). Otto secoli di storia, cinque torri (da cui il nome Turm, che in tedesco vuol dire torre), di cui la più antica è del XIII secolo; soffitti a volta, antiche sale e una cordialità altoatesina che pervade l’ambiente. È questa la straordinaria atmosfera di questo magnifico ristorante della bellissima località ai piedi del massiccio dello Sciliar. Si cena in una sala grande, ma raccolta allo stesso tempo, o in varie salette a volta che sottolineano l’antichità “aristocratico-montanara” dell’ambiente. E la cucina è più che degna del luogo, tanto che vanta 13 punti Gault Millau e la presenza nelle guide Michelin e Gambero Rosso.
Una cucina antica, robusta, che guarda al territorio e alla storia, fatta per palati esigenti ma attenti alla tradizione. Piatti come: i canederli di spinaci; la costata di manzo nostrano; la spalla di vitello brasata alla birra; il buffet di strudel. Il tutto innaffiato da ottimi vini, tra cui spiccano quelli della tenuta di Maso Grottner.

A Merano 2000 in località Avelengo c’è il bellissimo Chalet Mirabell (Via Falzeben 112, Tel.0473.279300) , fra immense piscine, calde, all’aperto in un ambiente di rara armonia, bellezza e classe, spicca il ristorante: una serie di sale di calda atmosfera e vista sulla valle. La cucina è tirolese ma non mancano piatti mediterranei, dolci fatti in casa e ottimi gelati

A Merano da non perdere è The Tasting Room, (Via Winkel 68, tel.: 0473 236583). Stile, classe, ottimo servizio e cucina di alta qualità, ma anche sana e dietetica: è un mix difficile da trovare; ma lo si trova in questo piccolo, intimo nuovo ristorante del Villa Eden di Merano, oasi di salute e benessere. La sala dove si cena è arredata in uno stile vagamente “déco”; le tovaglie candide, l’argenteria, i cristalli fanno il resto.

Lo chef Marcello Corrado propone piatti come: Calamaro shabu shabu, scorzonera, limone fermentato; crudo di capriolo, foie gras, mandorla, mandarino; sedano rapa sotto sale, alghe kefir, caviale beluga, vinaigrette alle ostriche; e per concludere castagne, porcino, olivello spinoso.

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