Matteo Renzi, 50 anni all’attacco. “Meloni, non siamo tuoi sudditi”

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Firenze, 11 gennaio 2025 – Gioca in casa, Matteo Renzi, nella sua Firenze, al teatro Cartiere Carrara in mezzo alle ovazioni del suo pubblico, un migliaio di persone. One-man-show puro e semplice, il senatore leader di Italia Viva dà spettacolo a tutto campo.

Matteo Renzi al teatro Cartiere Carrara di Firenze (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

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Il “metodo Meloni”

Il mirino è soprattutto per la premier Meloni: “Cara Giorgia, noi non siamo tuoi sudditi, non ci metti a cuccia”, urla Renzi dal microfono, e continua: “Questo è un metodo, chi si mette contro viene schiacciato”, ha aggiunto, parlando della nuova norma ‘anti consulenze’, varata quando “ho iniziato a dire cose che alla premier davano fastidio”. “È come se noi vivessimo in un incantesimo – ha proseguito Renzi – nessuno osa criticare Giorgia, chi critica Giorgia finisce nel quaderno dei cattivi, gli opinionisti che criticano non vengono più invitati, guardate gli inviti, da Atreju alle trasmissioni Mediaset e questa cosa non la dice più nessuno perché se qualcuno la dice poi viene messo nel mirino. Ora, c’è bisogno di qualcuno pazzo, che ha una certa età, che non ha paura di niente di nessuno, che dica che a questo sistema noi non ci stiamo”.

Il “canile in Albania”

Sempre il governo al centro: “Il governo Meloni ha messo 800 milioni per fare un canile in Albania e ci abbiamo mandato carabinieri e poliziotti che invece mancano a Milano, Roma, Firenze, Torino: abbiamo mandato carabinieri e poliziotti a fare la guarda ai cani randagi”, attacca Renzi. “Se lo scontro ideologico è sugli argomenti su cui Meloni gioca la partita – ha detto – cioè ‘sicurezza sì, sicurezza no’, perderemo sempre, perché quando si afferma il principio che un migrante non è un migrante, ma è un potenziale criminale, ha già vinto lei, e quindi ci si inventa una idiozia cosmica come il centro migranti in Albania che è uno spreco di risorse incredibile”. Tuttavia, ha osservato Renzi, “Meloni vince nella battaglia mediale perché lei è quella della sicurezza, lei con il centro migranti in Albania racconta che ha risolto il problema dell’immigrazione: non è vero. Non servono centri migranti in Albania, servono centri di formazione pagati dagli imprenditori per farli lavorare. E serve un concetto molto chiaro anche nel centrosinistra: chi sbaglia paga, perché dire che siamo dalla parte della legalità non significa dire che siamo contro l’accoglienza. L’accoglienza è rispettare le regole: lo ha spiegato Tony Blair nel 1997 facendo vincere la sinistra dopo decenni”.

Il 15esimo della Leopolda

“Meloni è molto diversa da come sembra e da quello che serve al paese: uscirà un mio libro il 18 marzo che si intitola ‘L’influencer’, con cui gireremo tutte le piazze del Paese, per dire cosa è vero e cosa è falso”, e “il 3, 4 e 5 ottobre ci rivedremo a Firenze per la Leopolda, 15 anni dopo la prima volta” ha detto Renzi.

Il caso Cecilia Sala

“Siamo orgogliosi che Cecilia Sala sia a casa, ci siamo commossi ascoltando il suo podcast ma questa idea che quando un governo porta a casa un ostaggio è un successo della diplomazia di tutti sembra finita”, continua il leader di IV. “Quando riportano a casa Mastrogiacomo è un successo di tutti, quando riportiamo i Maro’ ugualmente ma per la prima volta nella storia italiana – osserva ancora Renzi – la maggioranza al governo ha scelto sui canali ufficiali della sua forza politica di attaccare l’opposizione per avere chiesto di essere coinvolti nella liberazione di Sala. E’ un atteggiamento istituzionale devastante, usare un successo per aggredire le opposizioni”.

“Paga Travaglio”

Per l’inchiesta Open “i giudici ci hanno assolto, i commentatori ci hanno condannato, i giornali ci hanno condannato e alcuni ci hanno diffamato, e siccome ci hanno diffamato, uno di loro è anche il fortunato che oggi dopo averci diffamato ci sfama: grazie Marco Travaglio, con quello che ci hai dato abbiamo pagato la giornata di oggi”. Alla vigilia dell’evento  Renzi aveva parlato di un “misterioso finanziatore” che avrebbe pagato per l’iniziativa, nella quale saranno offerti a pranzo “pappa col pomodoro, ragù di cinta senese, il brunelleschiano peposo all’imprunetana, gelato tipico fiorentino”.

Le prossime elezioni

“Sono preoccupati di noi perché sanno che quel 2-3% tra due anni sarà decisivo: abbiamo due anni di tempo per riempire di contenuti questo centro che guarda a sinistra”, perché “non abbiamo bisogno di nomi, ma di capire cosa vogliamo fare sui temi”, ha detto Renzi sulle prossime elezioni. “La fase zen in cui mangiamo fango e sputiamo miele – ha detto – è finita. Siamo tornati in campo perché non accettiamo l’incantesimo di un’opposizione addormentata e di una comunicazione che si occupa delle formiche”. La proposta politica da portare avanti, ha detto

Renzi ai cronisti a margine dell’evento, è “quella in cui il centro farà la differenza, il centro che farà vincere il centrosinistra”.

La canna del gas

“Se non avessimo fatto la battaglia per il Tap, questo paese sarebbe oltre la canna del gas” ha attaccato Renzi. “Avevo Michele Emiliano e Massimo D’Alema – ha aggiunto – Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Beppe Grillo, tutti a dirmi che ero schiavo delle multinazionali del gas, e a dire no al tubicino di Melendugno. L’abbiamo salvato noi il paese sul Tap, mentre loro giocavano ad attaccarci dicendo che eravamo schiavi delle lobby”.

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