Economia circolare di successo: 400’000 chili di CO2 in meno

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Oltre 400’000 chili di anidride carbonica ‘risparmiati’. Circular Lugano, la startup lanciata nel 2022 dai fratelli Luca e Mirco De Savelli con l’obiettivo di evitare gli sprechi e promuovere l’economia circolare, ha tagliato un importante traguardo alla fine del 2024. «Si tratta sostanzialmente del calcolo della CO2 che sarebbe stata prodotta se tutto quel che è stato noleggiato da noi fosse stato acquistato nuovo» ci dice Mirco De Savelli. Un buon risultato per l’azienda e l’occasione per fare il punto sull’attività e sulle prospettive future.

Tutto iniziato nella… cantina di casa

«Sì, siamo certamente soddisfatti, anche se c’è ancora parecchio da migliorare e da sviluppare» ci dice il nostro interlocutore. All’inizio, i due fratelli hanno raccolto i propri oggetti che non utilizzavano più. Nel tempo c’è stata una crescita costante: sempre più utenti, sempre più prestiti, sempre più oggetti. Fino ad arrivare all’apertura di un negozio di noleggio in via San Gottardo 77 a Massagno. Una settantina di metri quadrati, con oggetti di vario tipo, oltre cinquecento in totale. E per qualsiasi di questi oggetti è possibile calcolare l’impatto ambientale. Ad esempio, l’acquisto di un’idropulitrice classica, di utilizzo comune, nuova, genera in media 133 chili di CO2. «Corrisponde a un tragitto in auto dal Ticino alla Puglia. È tanto – osserva De Savelli –. E uno dei nostri obiettivi è proprio far passare questo messaggio: tutto quello che si acquista nuovo ha un impatto ambientale».

La cosa più inquinante in catalogo? Una cassa audio professionale

Conseguenze sul nostro pianeta che in realtà vanno oltre alla produzione di anidride carbonica, perché andrebbero considerati l’inquinamento del suolo, delle acque, dell’aria, lo sfruttamento delle risorse. «Sulla maggior parte di questi aspetti, purtroppo, c’è ancora poca trasparenza a livello globale e reperire i dati non è semplice. La maniera più semplice per calcolare questo impatto, e anche per comunicarlo, è la produzione di CO2, per la quale ci sono dati pubblicamente disponibili. Spesso sono i produttori stessi a pubblicarli, oppure sono associazioni o altri enti a fare i calcoli necessari». Tra tutti gli oggetti a noleggio, quello più ‘inquinante’ è una cassa audio professionale «molto grossa e potente», che da nuova ha un impatto di 2’303 chili di CO2, ossia dodici viaggi di andata e ritorno in automobile dal Ticino alla Puglia.

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La differenza col vintage di seconda mano? ‘La qualità, sono come oggetti nuovi’

Ma da dove arrivano gli oggetti a noleggio? «È un misto. Abbiamo iniziato con i nostri oggetti di casa (ride, ndr). Poi pian piano abbiamo iniziato a ricevere molte cose in donazione. Infine, abbiamo iniziato sempre più ad acquistare anche noi: ci siamo resi conto che la qualità degli oggetti è fondamentale per convincere le persone a noleggiare. È importante offrire un servizio di alta qualità e comparabile all’acquisto». Ed è proprio quest’aspetto a differenziare maggiormente Circular Lugano da un negozio vintage di seconda mano. «Esatto, anche gli oggetti che ci vengono donati sono come nuovi perché sono stati utilizzati poco. Da noi si possono noleggiare i droni o le splitboard di ultima generazione, non oggetti con già una vita alle spalle. L’idea non è ridare vita a oggetti ormai inutilizzati, ma piuttosto offrire un servizio che permetta di non andare ad acquistare per motivi ecologici. Per farlo, dobbiamo offrire gli stessi oggetti che si trovano in vendita. Non l’idropulitrice di dieci anni fa, ma l’ultimo modello, per fare un esempio. Ed è anche una questione di comodità e risparmio per gli utenti: invece di spendere tanti soldi per un oggetto che magari si userà poco, ne spendo molti di meno per un utilizzo puntuale».

In Ticino più indietro

Le oggettoteche come Circular Lugano sono delle realtà ben consolidate in Svizzera, come La Manivelle a Ginevra che è la più grande del Paese. In Ticino, seppur qualcosa si sia mosso negli anni dal Locarnese al Luganese, fanno invece fatica ad affermarsi. Come mai? «Di base è importante che l’offerta sia competitiva e di qualità, noi stiamo cercando di professionalizzare il nostro il servizio. Non c’è dietro un’associazione di volontariato, ma una startup. Secondariamente, penso ci sia una questione culturale: come in molte cose in Ticino siamo più indietro rispetto al resto della Svizzera. Siamo convinti però che il trend internazionale sia questo. Vediamo che anche l’Unione europea recentemente ha introdotto diverse normative per combattere gli sprechi e per promuovere l’economia circolare».

‘Ci piacerebbe aprire un secondo spazio…’

E quindi la strada tracciata appare quella della crescita. I fratelli De Savelli hanno ad esempio instaurato importanti collaborazioni aziendali. Da Usi e Supsi alle Ail, dal Cardiocentro alla Banca Stato, per citarne alcune. «E da gennaio abbiamo iniziato una collaborazione con il Comune di Massagno, che offre a sue spese (quindi gratuitamente per gli utenti, ndr) l’utilizzo dei nostri oggetti ai propri cittadini». I residenti possono usufruire di un noleggio gratuito ogni sei mesi, con lo scopo comune di incentivare l’economia circolare. «Il nostro obiettivo rimane raggiungere quante più persone possibili, replicando questo modello sulla scala più ampia possibile. Per questo ci piacerebbe nel 2025 non solo trovare altri partner istituzionali, ma anche aprire un secondo negozio, o quantomeno avviare delle trattative concrete per farlo. Qualche idea a tal proposito l’abbiamo già, ma è ancora prematuro parlarne: vogliamo consolidarci ancora a Lugano, arrivando ad altri 300’000 kg di CO2 risparmiati durante l’anno».



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