“Milano casa mia, a San Siro un’atmosfera pazzesca. Tra le maglie…”

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E’ diventato un punto chiave di questo gruppo. Talento e qualità, una forte educazione calcistica e i continui gol e assist in una stagione sin qui incredibile per lui. Tijjani Reijnders è una parte fondamentale del Milan di Fonseca, un fiore definitivamente sbocciato anche grazie a una giusta intuizione tattica del tecnico portoghese, che ha tolto il “lavoro sporco” E ha dato più libertà e possesso palla al centrocampista olandese.

Così, Tiji è stato intervistato da Milan TV: Il numero 14 olandese ha parlato della sua vita a Milano, della famiglia e di Xavién, suo figlio.

La vita a Milano

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“Adesso la considero veramente casa. Da un anno, quando siamo in Olanda e dico a mia moglie Marina di tornare a casa, intendo qui a Milano. Mi trovo molto bene. Amici e famiglia possono venire a trovarci senza metterci tanto perchè il volo dura un’ora e mezza. Si sta bene in Italia, soprattutto per il cibo. Se vado in centro è ovvio che ci sono i tifosi che chiedono foto, ma non è proprio una cosa fuori di testa”.

L’importanza della famiglia

“Mia madre è indonesiana e mio padre olandese. Io, mio fratello e mia sorella siamo un mix. Mio figlio Xavién è un mix pazzesco perchè mia moglie viene dall’Iraq. Da bambino, avevo influenze indonesiane ed olandesi e ciò mi ha fatto diventare la persona che sono oggi. Della cultura olandese ho preso lo stare coi piedi per terra, dal lato indonesiano l’essere molto fieri di quel che si fa e si realizza. Sono orgoglioso della mia famiglia e di come stia andando la mia carriera. Penso sempre di voler essere me stesso, in ogni occasione. Questo aspetto sull’umiltà lo vogliamo insegnare anche a nostro figlio”.

Il vero valore dei soldi

“Quando firmai il primo contratto con l’Az, i miei mi dissero che se avessi voluto, avrei potuto spendere tutti i soldi. I soldi rendono la vita più facile, ma alla fine la cosa più importante è essere in salute ed aiutare gli altri. Per questo ho voluto mio padre come agente nel calcio perché mi fido di lui per gestire soldi ed affari”.

Il primo lavoro in un Supermercato

“Mi ha fatto bene, lavoravo con 2 dei miei migliori amici e ci siamo divertiti molto. Ma era bello vedere la vita con un lavoro normale. Mi ha fatto pensare diversamente ai soldi ed alla mia bellissima vita di adesso”.

Le differenze tra Italia e Olanda

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“In Olanda si va a cena fuori alle 18 o alle 18:30. Qui, a quell’ora, i ristoranti sono chiusi e quelli dove vogliamo andare a mangiare aprono dopo le 19. Per noi con Xavien, è già tardi. In Olanda tagliamo la pasta, una volta a Milanello misi il pollo nella pasta e Florenzi mi disse che non è normale questa cosa. Mi piace guidare, a volte guido con altre 4 o 5 auto parallelamente e mi sembra di stare in Mario Kart”.

Il piccolo Xavièn

“Da quando è arrivato, la mia vita è cambiata tanto. Prima tornavo a casa e, dopo una partita persa, pensavo a quello. Adesso torno e dimentico tante cose perché vedo lui, che è la cosa più importante del mondo. Se dovesse giocare a calcio, vorrei essere suo allenatore. Qualsiasi cosa vorrà fare, la cosa più importante è che si diverta. Voglio che lui abbia tutto quello di cui ha bisogno, se lui sta male vorrei star male io al suo posto. Per me quel che conta è che lui sia sano e felice”.

La collezione di maglie da calcio

“Ne ho tante ed altre stanno in Olanda. Ho la maglia del mio migliore amico, Ehizibue dell’Udinese. Siamo della stessa città, abbiamo giocato insieme ed è stato il mio testimone di nozze. Ho le maglie dei 3 olandesi che giocano al Liverpool (van Dijk, Gakpo e Gravenberch), ho la maglia di Kimmich della Germania, Krunic della Bosnia, Frimpong. Spesso scambio la maglia con giocatori che conosco. (Fa vedere la maglia di Dumfries dell’Inter) Il derby che abbiamo vinto. Ho la maglia di mio fratello che gioca nel PEC Zwolle. “Quella di Theo della Francia, ho i guanti di Maignan, la maglia di Mbappé del PSG.

Partita pazzesca per l’ambiente che c’era a San Siro e per come abbiamo vinto. (Mostrando la maglia di Giroud della Francia) Questa è speciale perchè Oli, da quando sono arrivato al Milan, mi ha fatto sentire il benvenuto. Mi ha aiutato dandomi consigli su dove vivere a Milano. (Mostrando la maglia di Chukwueze della Nigeria) Questa me l’ha data Chukwu, purtroppo non ci siamo affrontati con le Nazionali. Quando è arrivato al Milan, mio fratello mi ha detto che è un po’ pazzerello per i capelli che ha”.

Il rapporto con il fratello, Eliano

“Lui è il mio migliore amico, condividiamo tutto e ci sentiamo ogni giorno. Ora gioca per la Nazionale Indonesiana e sono molto orgoglioso di lui. Sin da piccoli, abbiamo sempre giocato a calcio”.

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