Botta (Spediporto): “Nuovo presidente porto meglio se tecnico e straniero” – Primocanale.it

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Un 2024 complicato, un 2025 che potrebbe essere migliore e un presidente del porto di Genova-Savona che sarebbe meglio se straniero e tecnico. Incontriamo Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto  che traccia con Primocanale le priorità dello scalo e non solo. 

Il 2024 anno molto complicato, il 2025 si spera nel rilancio

Facciamo intanto un bilancio del 2024

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È stato un anno caratterizzato da forti complessità, principalmente operative, legate un po’ agli scenari internazionali, alla crisi dell’Ucraina. Si è poi aggiunta quella del canale di Suez, che sicuramente ha dato prova della grande capacità del nostro settore di essere flessibile, di trovare sempre soluzioni alternative, ma che sicuramente ha generato costi aggiuntivi sulle merci e complessità gestionali non banali. Ma vinta questa sfida, è stato un anno comunque complicato, funestato anche da eventi drammatici e che si concluderà molto probabilmente per quanto riguarda la portualità ligure con segni non positivi. Noi immaginiamo un lieve calo dei traffici rispetto all’anno scorso.

Ciò nonostante, nutriamo fiducia in un 2025 che non sarà non meno complesso, ma che potrebbe segnare anche un po’ un rilancio delle tante attività legate al settore della logistica. Molto certo dipenderà sempre dalla politica internazionale, da quelle che sono le situazioni che si stanno determinando sia in Far East, in Asia, con le tensioni legate a Taiwan, quelle legate alla Corea, alla situazione in Corea del Sud, agli scenari legati anche al conflitto israelo-palestinese e non ultimo a quello che noi spieghiamo, la cessata del fuoco nel conflitto tra Ucraina e Russia.

Il nuovo presidente del porto meglio se tecnico e straniero

A livello genovese sicuramente il 2025 segnerà due svolte, possiamo chiamarle, importanti per lo scalo. Partiamo dalla nomina del nuovo presidente del porto di Genova-Savona

“Sì, è un momento atteso da tutta la comunità portuale, ma mi sento di dire anche dalla comunità industriale del nord ovest. Il lavoro condotto dai commissari, dobbiamo essere sinceri, non era e non è semplice. Fino a qualche settimana fa a Palazzo San Giorgio ancora si respirava un’area di forte tensione in relazione agli accadimenti che purtroppo hanno caratterizzato gli ultimi mesi, quindi dobbiamo dire che le condizioni in cui hanno operato i commissari sono condizioni complesse, difficili e quindi in questa atmosfera lavorare non era sicuramente semplice, però è anche necessario, indispensabile, visto l’importanza del porto di Genova, visto il ruolo e gli investimenti che su questo porto sono stati fatti, dare continuità e darla soprattutto attraverso la nomina di un Presidente che sia possibilmente un tecnico, un conoscitore del nostro settore, della portualità, della logistica con una forte vocazione all’internazionalizzazione. Noi abbiamo bisogno di manager competenti con uno skill internazionale, quindi sarebbe interessante capire se ci sono a livello europeo o internazionale anche candidati che non siano necessariamente italiani, ma che possono con la loro competenza magari portare qualcosa in più al nostro scalo.

Quindi potrebbe essere un di più secondo lei, non essere genovesi o italiani o liguri? 

Assolutamente, ho apprezzato il fatto che per esempio in alcuni comparti, molto diversi dal nostro, però la possibilità di utilizzare manager con esperienze internazionali ha portato un grande contributo all’accelerazione, allo sviluppo anche di una mentalità che sia più business oriented e non soltanto votata ad una giustissima osservanza delle norme, dei regolamenti, delle amministrazioni, ma che guardi veramente alle semplificazioni operativi”.

“Piano regolatore portuale: serve condivisione”

Poco tempo fa il presidente dei terminalisti Beppe Costa, in un’intervista simile a questa, ha dichiarato che i commissari che aveva incontrato poche ore prima avevano annunciato che è praticamente pronta una prima bozza del nuovo piano del regolatore portuale e Costa lamentava il fatto che le categorie non fossero state coinvolte nella redazione di questa prima bozza, ma verranno coinvolte in un secondo momento. Era un po’ diciamo così indispettito da questa situazione. Lei sapeva, ed è stato coinvolto in una discussione su una bozza di piano regolatore portuale o no?

Allora bisogna dire che nei mesi scorsi, ma in maniera molto remota da parte dell’Autorità di sistema portuale, si era fatta una ricognizione molto generica e ampia su quelle che potevano essere eventuali idee e progettualità da inserire in un piano regolatore portuale che doveva ancora essere scritto.

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Era estate forse?

Ben prima dell’estate. Dopo di allora non c’è stato più modo di confrontarsi su questo tema decisamente importante, quindi un modo di procedere un po’ atipico, che però deve e non può non lasciare ancora aperte le porte ad interventi, a suggerimenti, ad un’analisi che le categorie devono poter fare su di un documento strategico fondamentale per la comunità degli operatori e anche per sostenere debitamente le strategie di sviluppo di questo scalo”.

Un uomo che sorride

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