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La manovra che ha ottenuto venerdì il primo sì della Camera (e si appresta a concludere tra Natale e Capodanno il proprio iter parlamentare) ridisegna completamente la mappa dei bonus destinati al recupero del patrimonio edilizio. Una stretta che era stata ampiamente annunciata dal governo e che si è puntualmente concretizzata nella stesura definitiva della legge di Bilancio, con misure che impatteranno inevitabilmente su chi ha in animo di mettere mano a prime e seconde case, ma pure sugli imprenditori che hanno scelto di attendere il prossimo anno per pianificare gli interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico dei fabbricati a uso produttivo.
Quel che resta del superbonus
«Ha effetti radioattivi e che non riusciamo a gestire». Le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sono sufficienti a raccontare quel che rappresenta per la maggioranza di governo uno dei provvedimenti bandiera del Conte II, ripetutamente additato dal centrodestra.
La manovra del 2025 non lo smantella tout court, ma lo ridimensiona in maniera significativa: la maxi agevolazione nata con la pandemia passerà dal 70 al 65 per cento e sarà limitata agli interventi per i quali, alla data del 15 ottobre scorso, risulti già presentata la Cilas (acronimo che sta per comunicazione inizio lavori asseverata superbonus e, per i condomìni, la delibera assembleare di approvazione dei lavori.
Potranno essere detratti gli interventi cosiddetti “trainanti”, ovvero isolamento termico, sostituzione degli impianti, interventi antisismici. Eseguito almeno uno di questi lavori, sarà possibile ottenere la detrazione anche per gli interventi “trainati”, ovvero eliminazione delle barriere architettoniche, interventi di efficientamento energetico, installazione di impianti solari e fotovoltaici, installazione sistemi di accumulo, infrastrutture di ricarica elettrica. Il maxisconto al 110 per cento rimarrà solo per gli immobili che si trovano in zone colpite da catastrofi.
Mobili ed elettrodomestici
Confermato anche per il 2025 il Bonus mobili, di cui potrà beneficiare chi ristruttura un immobile: sconto del 50 per cento su arredi e grandi elettrodomestici, con tetto di spesa da 5 mila euro. Il governo ha poi introdotto un contributo per l’acquisto di elettrodomestici – uno per nucleo familiare – ad alta efficienza energetica (classe B o superiore) prodotti in Europa, a condizione che il vecchio apparecchio venga smaltito correttamente, incombenza di cui devono farsi carico i rivenditori in caso di acquisto di un prodotto equivalente. Il contributo copre il 30 per cento del costo dell’elettrodomestico, fino a un massimo di 100 euro per ciascun acquisto. Il bonus sale a 200 euro per famiglie con un Isee inferiore a 25 mila euro.
L’ecobonus sarà meno sostanzioso
Le principali novità la legge di Bilancio le riserva all’Ecobonus, l’agevolazione per l’efficienza energetica attraverso detrazione Irpef o Ires dal 50 al 65 per cento, che raggiungeva anche l’85 per cento per alcuni interventi nei condomìni. Dal 2025 scenderà al 50 per cento per la prima casa e al 36 per gli altri immobili. Nel 2026 e 2027 un’ulteriore sforbiciata, con le detrazioni che caleranno al 36 per cento per la prima casa e al 30 per le altre. Le aliquote si applicano a tutti gli interventi agevolati, compresi quelli che fino a quest’anno aprivano le porte a una detrazione più alta, come gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali.
Detrazioni addio per le caldaie a gas
La nuova detrazione prevista dalla disciplina dell’Ecobonus esclude gli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili, in pratica quelle a gas, che godevano finora delle stesse aliquote al 50 per cento o al 65 per cento se abbinate alle valvole termostatiche. Un provvedimento che nasce sulla scorta della direttiva europea sulle “Case green”, che prevede il divieto totale a partire dal 2040 di installare gli impianti autonomi che utilizzano esclusivamente combustibili fossili. Per rendere meno drastico il passaggio dal gas all’elettrico dal punto di vista dell’impatto economico per le famiglie, consente di mantenere gli incentivi in via transitoria esclusivamente per le caldaie ibride.
Dalle finestre alle schermature l’Ecobonus tra il 36 e il 50%
Dal 2025 l’Ecobonus scenderà al 50% per la prima casa e al 36% per gli altri immobili. Nel 2026 e 2027 calerà al 36% per la prima casa e al 30% per le altre. Le aliquote si applicano a tutti gli interventi agevolati, compresi quelli che fino a quest’anno prevedevano una detrazione più alta, come gli interventi sulle parti comuni dei condomini.
Lo stop per gli impianti a gas: addio alle detrazioni
La direttiva europea sulle “Case green” punta a mettere fuori gioco entro il 2040 gli impianti autonomi che utilizzano esclusivamente combustibili fossili. E l’Italia si adegua: stop alle detrazioni per gli interventi di sostituzione delle caldaie a gas, che fino al 31 dicembre godono di sconti fino al 65%.
Frigo e lavatrice: c’è l’incentivo
Confermato il Bonus mobili, la manovra ha introdotto un contributo per l’acquisto di un elettrodomestico per nucleo familiare: deve essere di classe B (o superiore) prodotto in Europa e l’apparecchio che si sostituisce deve essere smaltito correttamente. Il contributo copre il 30% del costo dell’elettrodomestico, fino a un massimo di 100 euro.
Il 110% sarà depotenziato ancora
Il meccanismo che regolava il Superbonus del 110% non cambia. Ma scende, ancora, il peso delle detrazioni che nel 2025 passeranno dall’attuale 70% al 65%. Ammessi solo gli interventi per i quali è stata presentata la Cilas entro il 15 ottobre di quest’anno. Per i condomìni vale la delibera assembleare di approvazione dei lavori.
Stretta anche sulle ristrutturazioni
Il bonus ristrutturazioni resterà al 50% ma solo per le abitazioni principali e con tetto di spesa a 96 mila euro, mentre per gli altri immobili lo sconto fiscale scenderà al 36% a partire dal primo gennaio 2025, con tetto di spesa a 48 mila euro. Le aliquote scendono sulla scia dell’ecobonus nel 2026 e nel 2027.
Meno sgravi per i lavori antisismici
Un netto ridimensionamento arriva anche per la detrazione (oggi fino all’85%) per lavori antisismici su abitazioni e immobili produttivi: scenderà anche in questo caso al 50% sulla prima casa e al 36% sulle altre proprietà immobiliari, con ulteriore decalage nel 2026 e nel 2027 come per le altre agevolazioni.
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