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L’assessore all’ambiente esulta: la media del 2024 della raccolta differenziata a Rovereto è da record, anzi è la migliore d’Italia, se non ci fosse Treviso che a questo punto però viene messa nel mirino da Rovereto. Perché l’obiettivo di Ruggero Pozzer è di superare la città veneta sul fronte del recupero dei rifiuti, e non solo per spirito agonistico: all’orizzonte c’è sempre l’inceneritore che potrebbe arrivare a Rovereto.
I numeri
Dunque le soddisfazioni che arrivano dai numeri confermano le scelte fatte fino ad oggi sul porta a porta spinto che permette di recuperare buona parte, se non quasi tutto, il rifiuto che entra nel ciclo del recupero. «Abbiamo parlato – dice l’assessore Ruggero Pozzer – di sanzioni e di come intensificare i controlli. Ma oltre ai “cattivi comportamenti” è importante evidenziare le positività. Rovereto si pone in vetta tra i Comuni italiani con la migliore percentuale di raccolta differenziata. La chiusura del 2024 riporta un dato assai positivo. L’ 82,47% del rifiuto è differenziato! La conseguenza è che la stragrande quantità di rifiuti depositati entra nel circuito di recupero, di riutilizzo o smaltimento qualificato. Un balzo rispetto al 2023 che chiudeva con una percentuale dell’ 81,02%. In vetta la solita Treviso al top tra i grandi comuni; ma in questa battaglia di civiltà e buona azione sociale vogliamo e possiamo anche noi raggiungere quei risultati. A curare la gestione di questo ottimo risultato il nostro gestore Dolomiti Ambiente che con professionalità sta affrontando il grande impegno, avendo assunto la responsabilità di tutta la Vallagarina; un percorso sicuramente necessario per ottimizzare e uniformare la raccolta dell’intera valle, da Avio a Besenello passando da Vallarsa e Brentonico.
Il buon risultato non deve far dimenticare chi ancora si ostina a buttare i propri rifiuti in maniera non conforme, creando disagio e costi sulle spalle dell’intera comunità. È però doveroso inviare un grazie alla stragrande maggioranza di roveretani, responsabili e impegnati, capaci così di avvicinare i migliori in Italia. Il podio non è lontano; Treviso arriviamo!».
Le difficoltà
Però tutto quello che luccica non è oro e lo sa anche l’assessore: la spinta alla differenziazione ha più di una zona d’ombra che in parte può essere colpa di un sistema di raccolta ma anche tariffario non perfetto, ma che soprattutto è dovuta al poco senso civico di una grossa fetta di popolazione. I cestini urbani, ad esempio, sono spesso trasformati in piccole discariche dove buttare i rifiuti domestici che non si vogliono differenziare (o per i quali non si vuole pagare la relativa tariffa di smaltimento). I boschi e i bordi strada sono costellati di borse e rifiuti buttati col favore delle tenebre.
Il Crm e i gruppi di raccolta
La più recente denuncia riguarda il formarsi di diversi punti di scarico abusivo giusto nei pressi del Crm alla Mira, nel bosco circostante. Il problema è che il Crm di Rovereto non raccoglie tutti i rifiuti, non è un Centro integrato come quello di Trento e quindi chi viene “respinto” non ha sempre il senso civico di riportarsi a casa il rifiuto.
Ci sono poi diversi gruppi di volontari che regolarmente tengono puliti alcuni punti sensibili della città: c’è il Dai neta che si occupa soprattutto delle sponde del Leno e c’è il gruppo di Lizzana che si occupa della zona industriale. Un lavoro encomiabile, ma il fatto che ogni settimana vengano raccolti parecchi quintali di rifiuti significa che siamo ben lontani dalla risoluzione del problema e il fenomeno dell’abbandono rischia di essere più preoccupante del previsto. Insomma, chi rispetta le regole lo fa fino in fondo con una differenziata pure di qualità, ma chi non lo fa pare stia in una fetta troppo grande della popolazione. E forse non è solo questione di inciviltà, probabilmente ci sono altri intoppi verso la maturazione finale: potrebbe essere il costo dello smaltimento (una voce non indifferente nel bilancio di una famiglia), ma anche la complicazione del meccanismo tra materiali da associare a colori, giornate di consegna, di ritiri, separazioni e di spazi da ricavare in casa, con esigenze che non sono uguali per tutti. Tanto per sdrammatizzare, è quasi un secondo lavoro a vantaggio di Dolomiti Ambiente che deve fare economie di scala e ridurre i suoi costi.
La Vallagarina
E se Rovereto ormai dopo tanti anni ci ha fatto l’abitudine, appare durissima per i comuni lagarini che da meno di due anni sono entrati nell’orbita di Dolomiti Ambiente. Qualcuno ha già cominciato, altri si stanno avviando. Le proteste si sprecano: a Folgaria è già stata presentata una petizione contro il porta a porta, dall’altro ieri anche a Mori è cominciata a una raccolta firme per fermare il nuovo sistema appena partito.



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