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In mancanza di flussi contributivi in entrata, le Fondazioni hanno la necessit� di conservare e valorizzare il patrimonio per rispondere agli obiettivi di missione. Con il fine primario di salvaguardare il valore reale del portafoglio attraverso il giusto mix tra redditivit� e rischio per conseguire rendimenti reali e (flussi) duraturi: come si � evoluta nel tempo, dunque, la gestione degli investimenti?
A differenza di altri investitori istituzionali italiani come fondi pensione e Casse di previdenza, le Fondazioni di origine Bancaria non godono di flussi contributivi in entrata che consentono di incrementare periodicamente il patrimonio economico-finanziario. Per rispondere, dunque, agli obiettivi di missione, ovvero lutilit� sociale e la promozione dello sviluppo economico dei territori di riferimento, e supportare lattivit� erogativa, le Fondazioni devono valorizzare il patrimonio accumulato anche attraverso i risultati ottenuti dalla gestione finanziaria. Obiettivo primario resta quindi la salvaguardia del valore reale del portafoglio ottimizzando la combinazione tra redditivit� e rischio per conseguire rendimenti reali e (flussi) duraturi. Come si � evoluto, allora, il patrimonio finanziario delle Fondazioni nel tempo e com� cambiata la composizione dei portafogli?
Lattivo di bilancio delle 86 Fondazioni di origine Bancaria � passato dai 57,55 miliardi di euro del 2007 ai 48,55 miliardi del 2023. La relativa evoluzione nel periodo considerato ha evidenziato due fasi, caratterizzate da trend di variazione opposti che, sostanzialmente, riflettono gli andamenti dei mercati e cio�: un primo periodo, fino al 2010, in cui lattivo � costantemente aumentato fino a raggiungere il picco dei 59,5 miliardi; un secondo periodo, dal 2011 al 2020, che ha coinciso con la fase pi� acuta della crisi finanziaria iniziata nel 2008, a cui � seguita la crisi legata alla pandemia da COVID-19, in cui il valore del patrimonio si � ridotto. Ciononostante, nellarco temporale che va dal 2000 al 2023,�le Fondazioni hanno erogato complessivamente�27,1 miliardi e accantonato ulteriori risorse per lattivit� erogativa futura per circa 5 miliardi,�confermando un ruolo di primaria importanza sia nel sostegno alle collettivit� di riferimento sia nellassicurare supporto finanziario al settore bancario, quando si � reso necessario negli anni 2008 e 2011.�In quest’ ultimo triennio, invece, lattivo delle Fondazioni � tornato a crescere raggiungendo i 48,5 miliardi di euro.
Figura 1 Levoluzione nel tempo dellattivo delle Fondazioni e del peso della conferitaria e degli altri investimenti
Fonte: Ventinovesimo Rapporto Acri sulle Fondazioni di origine Bancaria
Come emerge chiaramente dal Rapporto Acri 2024,��una quota significativa del patrimonio � investita nella banca conferitaria di riferimento, i cui dividendi rappresentano per le Fondazioni una fondamentale fonte di reddito, con unincidenza del 47% sul totale dei proventi (944,7 milioni su 1,5 miliardi di euro nel 2023). Linvestimento nella banca conferitaria � andato riducendosi nel tempo, per effetto principalmente della riduzione delle partecipazioni, in scia al processo di dismissione iniziato gi� nel 1994 con la direttiva Dini e ulteriormente sostenuto dal Protocollo Acri/MEF dellaprile 2015, che�a fine 2023 ha portato al 22,7% il peso delle conferitarie sul totale attivo di bilancio delle 86 Fondazioni. Tale situazione � destinata a evolversi ulteriormente a seguito della progressiva applicazione del Protocollo Acri/MEF, laddove la quota di investimento nella conferitaria risulti superiore al 33% dellattivo di bilancio, esprimendo entrambe le grandezze al�fair value. Il lievitare dei corsi azionari degli ultimi due anni pur restando invariata la quota di partecipazione nelle banche conferitarie o diminuita ha infatti modificato il peso della conferitaria a prezzi di mercato rispetto al totale attivo a prezzi di mercato
La restante quota del patrimonio, oltre ad altri impieghi strategici come le partecipazioni in Cassa Depositi e Prestiti e in Fondazione Con il Sud, viene investita prevalentemente in via diretta dalle Fondazioni: come risulta dall’analisi condotta da Itinerari Previdenziali�sulla composizione dei portafogli delle prime 32 Fondazioni, che a fine 2023 rappresentavano l88% del totale attivo gestito,�oltre il 70% del patrimonio � rappresentato da investimenti diretti.�
Figura 2 La ripartizione dellattivo delle Fondazioni di origine Bancaria: 2007 e 2023 a confronto
Fonte: Undicesimo Report Itinerari Previdenziali
La gestione degli investimenti � cambiata molto nel corso degli anni, con un ricorso sempre meno frequente alle gestioni patrimoniali e la tendenza sempre pi� diffusa�allutilizzo di piattaforme dedicate a una singola Fondazione o a un gruppo di Fondazioni, di natura prevalentemente�multi-asset, che nel 2023 sono arrivate a rappresentare il 37,36% dellattivo contro il 27,7% del 2017. La diffusione delle piattaforme ha ridotto, almeno per le grandi e medie Fondazioni, il ricorso alle gestioni patrimoniali con mandato di gestione individuale, dal 2,7% del 2017 allo 0,6% del 2023.
Il grado di diversificazione degli investimenti � molto elevato: il 47% � allocato in prodotti di gestione collettiva (fondi comuni tradizionali, alternativi, ETF, veicoli dedicati inclusi); i titoli azionari e le partecipazioni (al netto di quelle strategiche) rappresentano il 10,3% del totale attivo e i titoli di Stato il 2,8%, in crescita rispetto al 2017, anno in cui rappresentavano lo 0,6%, per via dellaumento consistente dei titoli di Stato italiani, il cui peso � raddoppiato dall1,2% del 2022 al 2,5% del 2023 (1,05 miliardi di euro).�
Figura 3 La ripartizione dei FIA delle Fondazioni, in percentuale sul totale investito
Fonte: Undicesimo Report Itinerari Previdenziali
Proseguendo nel confronto, i FIA sono cresciuti come scelta di investimento nei vari settori dei�mercati privati: sempre rilevante il peso degli investimenti in impatto sociale come, ad esempio, residenziale sanitario,�social housing�e programma di rigenerazione urbana, che rappresentano il 14,89% del totale investito in prodotti alternativi insieme ai fondi immobiliari (15,47%).
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