Biogas a Sarzano, c’è il sì della Regione

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Un “regalo di natale”, anche se la sorpresa, che in realtà tale non è perché già si sapeva che sarebbe arrivata, è stata svelata solo venerdì, con la pubblicazione sul bollettino ufficiale della Regione Veneto. E’ stato infatti firmato il 23 dicembre scorso decreto del direttore dell’Area tutela e sicurezza del territorio della Regione Veneto con il quale si concede la “Autorizzazione unica alla costruzione ed esercizio di un impianto di produzione di biometano da 500 Smc/h in via Calatafimi, Rovigo”. Si tratta dell’impianto a biogas di Sarzano, non quello progettato da Ecoambiente bensì quello della Apis Ro1 Società Agricola, srl con sede legale a Bolzano, fondata appena un anno prima, la cui esistenza è stata scoperta dalla città solo lo scorso dicembre, quando ne ha parlato in consiglio comunale il già sindaco di Rovigo, fino al febbraio 2024, Edoardo Gaffeo. In realtà, risale al dicembre 2023, come si legge dagli atti, la richiesta di autorizzazione da parte della ditta proponente.

Il costo indicato per lavori, spese di progettazione, direzione lavori e spese di acquisizione terreno ammontano a complessivi 19.891.530 euro, Iva esclusa. I terreni interessati, sono terreni agricoli. La previsione è di trattare 73.912 tonnellate di matrici in ingresso, delle quali 20mila, pari a 56 al giorno di liquame bovino, 15mila di letame, 1.000, pari a 3 al giorno di liquame suino, 11mila, cioè 31 al giorno di pollina di galline ovaiole e 5mila, pari a 14 al giorno di lettiere di polli e tacchini da carne. Accanto a questo scarti vegetali, di mais, grano, sorgo, ma anche bucce di patate, ben mille tonnellate l’anno, e mille di scarti di frutta.

Sempre dagli atti, finora non accessibili, si scopre che “il totale del digestato tal quale in uscita dal processo di fermentazione è pari a 184.931 tonnellate l’anno. Dalla separazione si ottengono 28.973 tonnellate l’anno di separato solido e 155.958 di separato liquido. La frazione liquida si divide nei seguenti flussi: 100.000 tonnellate l’anno ricircolate in ingresso ai digestori per la diluizione delle biomasse in entrata; 25.000 inviate all’evaporatore per ridurre la frazione liquida da destinare agli spandimenti; 30.958 avviati a spandimento agronomico”.

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La produzione prevista di biogas grezzo sarà pari a 1.295,2 metri cubi l’ora. Il biogas prodotto sarà diviso in due flussi, diretti rispettivamente al cogeneratore, per gli “autoconsumi energetici di processo”, e al cosiddetto “upgrading”, con la purificazione attraverso un desolforatore biochimico per rimuovere l’acido solfidrico, per la produzione di biometano, stimata in 500 metri cubi l’ora.

L’off-gas, miscela di anidride carbonica e residui attorno all’1% di metano, derivante dalla separazione del biometano, avrà una portata pari a 416,8 metri cubi l’ora. Il biogas, prodotto nel processo fermentativo, dunque verrà estratto dalle cupole con tubazioni dedicate e convogliato in parte ad al cogeneratore con potenza elettrica di 635 kW per la produzione di energia termica ed elettrica necessaria al funzionamento dell’impianto, che ha comunque anche una caldaia a gas con potenza termica di ben 1.050 kW e potenza utile nominale di 1000 kW, che, si spiega “sarà utilizzata per la produzione dell’energia termica necessaria a mantenere in temperatura i digestori in caso di malfunzionamento del cogeneratore o in caso di deficit termico nei periodi invernali”.

Negli atti si rimarca come “il traffico volto al conferimento all’impianto interesserà principalmente la viabilità di cui alla strada regionale SR 443 da ovest e da sud nonché la viabilità comunale solo per il tratto dall’intersezione a rotatoria al chilometro 2+100 della Sr 443 fino all’ingresso dello stabilimento su Via Calatafimi, Ponte dei Munari. La ditta ha previsto, previo accordo con il Comune di Rovigo, di farsi carico del risanamento strutturale di un tratto di strada comunale nonché del Ponte dei Munari per garantire l’accesso in sicurezza all’impianto. Sulla base delle misure di traffico e delle valutazioni condotte nell’area oggetto dell’intervento la ditta dichiara che gli effetti derivanti dall’incremento del traffico pesante riconducibile all’entrata in esercizio dell’impianto in oggetto sono trascurabili, in quanto non determinano un peggioramento significativo di nessuno degli indicatori di performance abitualmente utilizzati in questo genere di stime”.

Fra le misure compensative a favore del Comune di Rovigo, contenute nell’accordo sottoscritto con la ditta e ratificato nella seduta di giunta del 2 dicembre scorso, oltre al “risanamento e rinforzo del Ponte dei Munari” e alle opere di “manutenzione conservativa dell’intersezione stradale di via Calatafimi con la Sr 443”, si riporta anche l’ampliamento del sistema lettura targhe e videosorveglianza sulle strade interessate dal transito dei mezzi pesanti con le relative attività di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Nel corso del procedimento autorizzativo, Arpav ha ritenuto che “considerate le dimensioni dell’impianto in esame, si propone di prescrivere l’implementazione di un idoneo sistema di gestione, che segua uno standard riconosciuto, al fine di ridurre il rischio di incidenti che possano implicare conseguenze anche ambientali”. Integrazioni e prescrizioni sono state chieste alla ditta dalla Regione stessa, dai vigili del fuoco, dal Consorzio di Bonifica Adige Po, dall’Ulss Polesana, dalla Provincia di Rovigo e dal Comune di Rovigo. Con la “conferenza dei servizi semplificata e asincrona” si è poi arrivati all’assenso.





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