PERUGIA – Presentato stamani, 17 gennaio, a Perugia, palazzo Cesaroni, il libro “Isuc 1974-2024. Un istituto per la storia dell’Umbria”: il volume, curato dal Comitato scientifico dell’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea, è stato presentato dal presidente Alberto Stramaccioni, accompagnato dai membri del cts Alba Cavicchi, Costanza Bondi, Jacopo Aldighiero Caucci von Saucken e Massimiliano Presciutti, alla presenza della presidente dell’Assemblea legislativa Sarah Bistocchi e del vicepresidente della giunta regionale Tommaso Bori.
IL VOLUME
La prima parte della pubblicazione si apre con una ricostruzione della storia istituzionale dell’ISUC, cui fanno seguito le leggi, gli statuti e la composizione degli organi dirigenti che hanno regolato e guidato l’Istituto e la sua attività.
La seconda parte contiene le testimonianze di alcuni di coloro che nei decenni hanno contribuito a quella attività.
Nella terza parte si elencano, in ordine cronologico, le varie iniziative – convegni e conferenze, giornate e incontri di studio, spettacoli, mostre, visite guidate, presentazioni di libri, laboratori didattici, ecc. – nonché le ricerche, i progetti e le pubblicazioni date alle stampe.
Infine, nella quarta parte si riporta una sintetica descrizione della documentazione conservata e resa disponibile al pubblico nella Biblioteca, nella Fototeca, nella Videoteca, nella Audioteca, nell’Archivio storico.
HANNO DETTO
Alberto Stramaccioni ha evidenziato che “l’Isuc ha vissuto con 4 leggi istitutive, 4 statuti ma non ha ancora una sua autonomia gestionale e va avanti con una certa precarietà nella gestione amministrativa. Abbiamo il contributo annuale dell’Assemblea legislativa ma non l’autonomia per assumere ricercatori o personale da impiegare, finora sono stati dislocati nell’Istituto vari impiegati ma chiediamo che l’Assemblea legislativa gli riservi un’attenzione particolare, scongiurando un lento declino. Può essere ricompreso in un’altra struttura, oppure mantenere il profilo istituzionale con una fondazione, con i privati”.
La presidente Bistocchi ha lodato l’iniziativa editoriale “perché è uno spaccato della grande attività dell’Isuc dal 1974 al 2024 e rende al meglio il lavoro, l’impegno, i risultati raggiunti nel cammino iniziato con il primo presidente e fondatore dell’Isuc, Raffaele Rossi, cui è stato intitolato il circolo del Partito democratico di Monteluce e Porta Pesa. Mi chiedo però – ha aggiunto la presidente – in quanti conoscono l’Istituto, la qualità del suo lavoro e il livello delle sue ricerche? Questo è il mio primo impegno: far sì che l’Istituto venga messo nelle condizioni di conoscere e di far conoscere, cioè svolgere il suo lavoro, ma anche di essere conosciuto. Su questo mi prendo un impegno perché va studiata, imparata, insegnata, promossa la storia, ma anche gli istituti che se ne occupano, e questo è compito delle istituzioni e della politica che indossa il vestito delle istituzioni, cioè è compito nostro. Conoscere il contesto in cui gli individui si inseriscono e il perimetro sociale entro cui si muovono è essenziale per cercare di aggiungere tasselli di conoscenza su un dato periodo o una particolare vicenda, per ricomporre un quadro più ampio. Il patrimonio storiografico dell’Umbria va intanto riconosciuto, poi tutelato, se possibile arricchito, di certo sostenuto. E se questo si ritiene che possa passare anche per un ripensamento dell’attuale assetto istituzionale dell’Istituto, una sua rinnovata configurazione, noi siamo a disposizione, perché credo che per costruire il futuro vada conosciuto il passato, che non ci sia futuro senza passato. Tutte cose fondatissime, però a questo ragionamento manca un pezzo: il ruolo del presente. Questo ruolo è assegnato a noi, quindi se al futuro verrà consegnato e trasferito un passato oppure no, questo dipenderà dal presente e dal lavoro che noi saremo in grado di fare oggi”.
Nel corso della presentazione, Stramaccioni ha evidenziato che “l’Isuc ha vissuto con 4 leggi istitutive, 4 statuti ma non ha ancora una sua autonomia gestionale e va avanti con una certa precarietà nella gestione amministrativa. Abbiamo il contributo annuale dell’Assemblea legislativa ma non l’autonomia per assumere ricercatori o personale da impiegare, finora sono stati dislocati nell’Istituto vari impiegati ma chiediamo che l’Assemblea legislativa gli riservi un’attenzione particolare, scongiurando un lento declino. Può essere ricompreso in un’altra struttura, oppure mantenere il profilo istituzionale con una fondazione, con i privati”. “L’Isuc in 50 anni di vita, ha prodotto attraverso studi storici approfonditi il racconto del passato, che ci ha permesso di interpretare le linee di sviluppo della cultura politica e sociale dell’Umbria contemporanea”: questo in sintesi il messaggio del vicepresidente della Regione, Tommaso Bori, per i 50 anni dell’Istituto di storia contemporanea dell’Umbria. Dopo aver ricordato i grandi presidenti che negli anni, ognuno con la sua esperienza, sensibilità e grande personalità, hanno contribuito a far crescere il livello culturale dell’Istituto, Bori ha ringraziato il presidente in carica, Alberto Stramaccioni, “per il lavoro svolto in questi anni, rinnovandogli il massimo sostegno all’attività futura che andando oltre la riflessione storica, offre spunti per le linee di sviluppo future della nostra Regione”.
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