GIACENZE AI MASSIMI – RisoItaliano

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La settimana di mercato si chiude senza novità a listino, anche a causa della mancata emissione in seguito alla seduta di borsa di Mortara, in seguito all’assenza del segretario. Ente Nazionale Risi ha pubblicato il primo bilancio trasferimenti con i dati scaturiti dalle denunce di produzione degli agricoltori (VEDI).

CARNAROLI E SIMILARI OLTRE I 100 €/Q

I prezzi di riferimento restano per quasi tutti i comparti quelli analizzati ad inizio settimana (LEGGI), con un’unica novità scaturita dal listino di Milano, reso pubblico mercoledì mattina. Questo propone apprezzamenti alla voce Carnaroli e similari che portano ad un nuovo massimo. Per Classico, identificato dal massimo della voce, si raggiungono per la prima volta nell’annata i 110 €/q lordi. Sappiamo che le compravendite di questo riso non sono molti, non essendo molto il prodotto disponibile all’ingrosso, per questo tale valutazione risulta ancora in difetto rispetto a quanto vociferato dagli operatori come reale prezzo di scambio, pari a 115 €/q lordi.

Per i Similari, identificati dal minimo della voce, si raggiungono i 102 €/q lordi, oltrepassando per la prima volta in questa campagna la tripla cifra tonda. Secondo gli operatori, allo scambio il prezzo continua ad essere 100 €/q lordi, con questa quotazione maggiore presente solo nella borsa più legata agli scambi tra industrie e commercio. Nello stesso listino emesso a Milano martedì pomeriggio, nella sezione dedicata al riso lavorato si registra anche il passo avanti di 5 €/q del gruppo Carnaroli, insieme all’apprezzamento di 6 €/q per il tipo Baldo.

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GIACENZE COMPLESSIVE AI MASSIMI DEGLI ULTIMI ANNI

Analizzando il primo bollettino trasferimenti rapportato alla produzione denunciata dagli agricoltori si confermano molte delle tendenze di cui vi abbiamo parlato fin dal termine della trebbiatura, con alcune precisazioni doverose. Partiamo dal raccolto complessivo denunciato, 1.463.534 tonnellate, a cui vanno sottratti 36.453 tonnellate di stock iniziali presso i produttori (dato fornito dal bilancio di collocamento) per scoprire che la media produttiva dell’annata è stata di circa 63,1 q/ha. Un dato positivo considerando le previsioni nate in seguito alle difficoltà agronomiche ben note. il trasferito risulta ad oggi il 38,51% del totale, dato più basso degli ultimi 4 anni proposti nel documento fornito dall’Ente. In sostanza il riso disponibile secondo questi dati sembra essere più del solito, 899.890 tonnellate.

PREOCCUPANO I NUMERI PER MEDI E LUNGHI A DA EXPORT

Per i tondi le giacenze sono minori dei due mercati precedenti mentre la porzione trasferita è maggiore. Questo potrebbe far ben sperare per il futuro, pur considerando che i numeri sono più elevati del 20/21, quando si raggiunsero remunerazioni importanti. Per i medi ed i lunghi A da export il trasferibile è molto ed il collocamento deficitario (intorno al 26%), in entrambi i casi ancor di più di quanto ci si attendesse. Questi numeri preoccupano gli agricoltori, che vedono allontanarsi le possibilità di apprezzamento per due comparti già con prezzi minimi.

I lunghi B registrano giacenze basse, in seguito ad una produzione minore del 13,4% rispetto alla media delle tre campagne precedenti. La porzione trasferita per questi risi (42%) risulta però in linea con gli anni passati, a causa di un collocamento rallentato dal forte aumento nelle importazioni (+36% all’ultima rilevazione). Il dato è -15%, 22.939 tonnellate trasferite in meno rispetto alla media dei tre anni precedenti.

MERCATO INTERNO CON DISPONIBILITÀ VICINE ALL’ANNO DELLA SICCITÀ

Chiudiamo con le varietà da interno che, come previsto, hanno produzioni e giacenze minori della media degli ultimi tre anni ed una percentuale di trasferito elevata. I numeri sono vicini a quelli visti in seguito alla siccità, con differenze per produzione e giacenze pari al +6% ed al +10% al momento. La differenza di prezzo tra gennaio 2023 ed oggi è però maggiore, soprattutto per il gruppo Carnaroli e per Roma – Baldo, passati rispettivamente  da 130-140 €/q lordi a 100-110 (-23%) e da 90 €/q lordi a 75 (-17%). I gruppi Arborio e S. Andrea vedono prezzi attuali più vicini a quelli di due anni fa, con un calo di 10 €/q lordi. Autore: Ezio Bosso

 

 

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