Tusk presenta a Strasburgo le priorità del semestre polacco, ma tiene banco la coppia Trump-Musk

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Bruxelles – Il Parlamento europeo è pronto per la prima sessione plenaria dell’anno, che si aprirà nel giorno dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Una coincidenza che si rifletterà inevitabilmente nei lavori dell’emiciclo di Strasburgo. L’agenda è fittissima: la tenuta del rapporto transatlantico, lo scontro con i giganti delle piattaforme digitali, la tregua raggiunta a Gaza. Ci sarà Donald Tusk, il premier polacco, per presentare agli eurodeputati le priorità del semestre di presidenza della Polonia del Consiglio dell’Ue. Ma a tenere banco sarà soprattutto la coppia Trump-Musk.

Sulla condotta del patron di X, prossimo collaboratore della Casa Bianca, l’Eurocamera rischia di trasformarsi in una polveriera. E un assaggio si è già avuto nella scelta del titolo del dibattito sull’attuazione della legge Ue sui servizi digitali, previsto martedì mattina (21 gennaio): i Popolari (Ppe), insieme a Conservatori (Ecr), Patrioti (PfE) e Sovranisti (Esn), hanno puntato i piedi e imposto di rimuovere qualsiasi menzione diretta a Elon Musk, ribattezzando l’appuntamento “Necessità di far rispettare il Digital Services Act per proteggere la democrazia sulle piattaforme dei social media, anche contro le interferenze straniere e gli algoritmi distorti”.

Elon Musk interviene durante un comizio per la campagna elettorale di Donald Trump (Photo by RYAN COLLERD / AFP)

I gruppi politici non potrebbero essere più distanti: basti pensare che, mentre oltre quaranta eurodeputati di Patrioti, Sovranisti e Conservatori co-firmavano una lettera a Roberta Metsola per chiederle di invitare il magnate americano a parlare all’emiciclo Ue perché i suoi “risultati straordinari e il suo approccio visionario potrebbero riportare l’Ue ad essere un polo di creatività”, un gruppo di colleghi socialisti (S&d) e liberali (Renew) hanno scritto a Ursula von der Leyen per esprimere “profonda preoccupazione per l’interferenza perpetrata da Elon Musk, in particolare nella campagna elettorale tedesca e, in precedenza, in Irlanda” e per chiedere di agire.

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Una polarizzazione che rimarrà ben presente nell’altro importante dibattito che guarda oltreoceano, quello sulle possibili conseguenze geopolitiche ed economiche dell’amministrazione Trump sulle relazioni tra Bruxelles e Washington. Addirittura, i tre gruppi più a destra dell’emiciclo – Ecr, PfE e Esn – hanno confermato che una loro delegazione sarà presente alla cerimonia d’insediamento del nuovo presidente, mentre popolari e socialisti non hanno ricevuto inviti dal tycoon newyorkese. Un po’ di preoccupazione per l’imprevedibilità di Trump aleggia in realtà anche nella famiglia dei conservatori europei: secondo Pietro Fiocchi, eurodeputato di Fratelli d’Italia, “ci aspettano alcuni mesi da paura, a seconda delle decisioni e dell’impostazione del governo americano”, in particolare su commercio e difesa.

Donald Tusk, primo ministro polacco, e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue [foto: Lukasz Kobus / European Union, 2023 / EC – Audiovisual Service]

La coppia Trump-Musk dominerà inevitabilmente la scena, oscurando l’altro protagonista della prossima sessione plenaria del Parlamento europeo: il primo ministro della Polonia, Donald Tusk, che sarà in emiciclo – insieme alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – per presentare le priorità del semestre polacco di presidenza del Consiglio dell’Ue. Un semestre il cui slogan, “Sicurezza, Europa!”, è emblematico del programma scelto da Varsavia. Anche l’europeista Tusk, figura autorevole dei popolari europei, non avrà vita facile in Aula: se da un lato il neo-presidente di Ecr, il suo rivale Mateusz Morawiecki, lo accusa apertamente di censura in patria e gli sguinzaglierà contro la propria truppa di eurodeputati, dall’altro il pugno durissimo di Varsavia contro l’immigrazione – ad ottobre Tusk ha annunciato la sospensione del diritto d’asilo nel Paese per far fronte alla strumentalizzazione dei migranti da parte di Russia e Bielorussia – non è andato giù all’ala sinistra dell’Eurocamera.

Con von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo, António Costa, gli eurodeputati discuteranno invece le conclusioni del vertice di dicembre dei capi di stato e di governo dei 27. L’altro tema, entrato con prepotenza nell’agenda della sessione plenaria, è l’accordo tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco a Gaza. Gli eurodeputati ne discuteranno già lunedì pomeriggio, in un dibattito – ancora senza risoluzione – dal titolo “Gaza: preparando il futuro del dopoguerra”. Le votazioni più significative saranno sugli altri temi di politica estera: la repressione da parte del regime di Lukashenko in Bielorussia, in vista delle elezioni farsa del 26 gennaio, le violenze contro l’opposizione europeista in Georgia e l’illegittimo reinsediamento di Nicolas Maduro alla guida del Venezuela.

Nei dibattito sul Digital Services Act e in quello sul Consiglio europeo di dicembre, l’Eurocamera sperimenterà nuove regole per arginare il fenomeno dell’assenteismo durante i lavori dell’emiciclo: non diffonderà cioè in anticipo la lista degli oratori, in modo da costringere gli eurodeputati a rimanere in aula attendendo il loro momento per parlare.



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