Rischio recessione: servire politiche di sviluppo urgenti
Rischio recessione – Il 2025 si preannuncia un anno di sfide economiche per l’Italia, con segnali di recessione sempre più evidenti. Le ultime previsioni dell’Istat, che hanno abbassato le stime di crescita per l’anno prossimo, confermano le preoccupazioni di molti esperti e imprenditori. Il rischio di una contrazione economica per alcuni settori è concreto, e la necessità di un cambiamento di rotta nelle politiche industriali, sia a livello europeo che nazionale, è urgente.
Il presidente di CNA Umbria, Michele Carloni , ha espresso grave preoccupazione per le prospettive economiche del 2025. Secondo Carloni, la previsione di una crescita dell’ 1% , prevista dal governo nella legge di Bilancio 2025, potrebbe rivelarsi troppo ottimistica. “Le previsioni che rivedono al ribasso la crescita mostrano segnali di una situazione complessa. Alcuni settori produttivi sono in difficoltà, e la crisi è visibile in molte aree, con impatti anche in Umbria ”, ha dichiarato.
In particolare, il settore dell’automotive, che sta vivendo una crisi in tutta Europa, sta colpendo anche molte aziende umbre. La scelta dell’Unione Europea di concentrarsi esclusivamente sulle auto elettriche ha avuto un impatto significativo, con una riduzione del fatturato di circa il 30% nel 2024 per alcune imprese locali. Carloni suggerisce che l’Unione Europea dovrebbe rivedere le tempistiche per l’attuazione degli obiettivi ambientali, spostando il termine per la riduzione delle emissioni inquinanti dal 2035 al 2050. Aggiunge inoltre che è necessario affermare il principio della neutralità tecnologica, consentendo soluzioni alternative per ridurre le emissioni, un obiettivo che, secondo lui, non dovrebbe entrare in conflitto con la crescita economica.
Anche il settore della moda, che in Umbria è caratterizzato da numerose imprese subfornitrici, sta affrontando difficoltà. Sebbene alcune aziende che lavorano con grandi marchi locali stanno registrando risultati positivi, molte altre, legate un marchio in crisi, stanno vivendo perdite significative. Carloni suggerisce che, sebbene l’alta moda rappresenti una nicchia importante, le imprese del settore dovranno adattarsi e rivedere le loro strategie. Una possibile soluzione potrebbe risiedere nelle politiche di sostegno all’innovazione, con l’auspicio che si arrivi a una semplificazione delle normative legate all’Industria 5.0. Un’iniziativa che, secondo lui, potrebbe incentivare nuovi investimenti in ricerca e macchinari.
Anche il settore delle costruzioni in Umbria sta attraversando un periodo difficile. Con la fine dei bonus casa, già a partire dal 2024 , molte aziende hanno iniziato a perdere occupati. Carloni evidenzia la necessità di un ripensamento dei bonus casa, che sono stati rimodulati nella legge di Bilancio, ma risultano insufficienti per stimolare il rilancio del settore delle ristrutturazioni. Secondo lui, la riqualificazione delle abitazioni dovrebbe continuare ad essere una priorità, anche in ottica di sostenibilità ambientale.
In un contesto già difficile, i costi energetici costituiscono un ulteriore problema per le imprese. Il rialzo del costo del gas e dell’energia, già evidente nel 2024, è destinato a incidere pesantemente su una manifattura che da più di un anno è in calo. Secondo Carloni, l’impatto di questo aumento potrebbe aggravare ulteriormente la situazione, portando a una recessione che vanificherebbe gli sforzi per mantenere in equilibrio i conti pubblici.
Per evitare la recessione, Carloni sollecita nuove politiche di sviluppo, sia a livello europeo che nazionale. Si rifà al rapporto Mario Draghi , evidenziando la necessità di incentivi che stimolano la crescita economica, accompagnati da politiche europee mirate. Una delle sue proposte riguarda l’adozione di politiche di sviluppo più efficaci, in grado di favorire l’innovazione e sostenere le imprese in difficoltà.
Infine, Carloni esprime speranza che la nuova giunta regionale dell’Umbria intraprenda un dialogo costruttivo con gli attori del sistema economico e sociale per individuare soluzioni condivise per il rilancio della competitività territoriale. “L’interlocuzione tra istituzioni e imprese è fondamentale. Servono strategie chiare e condivise per affrontare le sfide economiche che ci aspettano”, conclude il presidente di CNA Umbria .
La situazione economica che si prevede per il 2025 rappresenta una sfida complessa per l’Italia e per la regione Umbria , con diversi settori che affrontano difficoltà che potrebbero tradursi in una recessione se non affrontata tempestivamente con politiche adeguate.
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