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Sanremo Rewind entra nel nuovo millennio: il meglio degli anni 2000!
Un viaggio nelle dieci edizioni del Festival di Sanremo, dal 2000 al 2009, per scoprire tutte le curiosità, gli artisti in gara e, ovviamente, ascoltare le canzoni più belle, scelte accuratamente da Alessandro Pentiricci e Federico Giovagnoli.
Gli anni 2000 di Sanremo: ascolti in calo ma la proposta musicale migliora
Il terrore scatenato dal Millennium bug è già un ricordo quando la prima edizione di Sanremo del nuovo millennio va in onda. Il 21 febbraio 2000 si apre un decennio di musica in cui la parola d’ordine sembra, nel bene e nel male, novità. Il desiderio di rottura con la musica leggera sanremese comincia a farsi sentire già nel decennio precedente, con artisti (Giorgio Faletti, Elio e le Storie Tese, Neri per Caso) che, malgrado le canzoni tutt’altro che convenzionali per la solita proposta artistica del Festival, incontrano un inaspettato successo. Le porte del cambiamento sono state aperte. Questo, inevitabilmente, non piace al pubblico di fedelissimi di Sanremo. Gli ascolti degli anni novanta (sempre ampiamente sopra ai 10 milioni di telespettatori in ogni serata di ogni edizione) non verranno mai più raggiunti (il record negativo dell’edizione del 2008 con una media di poco più di 7milioni ne è il drammatico esempio). È inevitabile: non esiste rivoluzione senza qualche sacrificio e a essere sacrificato, in nome della musica, è lo share. Tre esempi che incarnano lo spirito artisticamente sovversivo di questi primi dieci anni sono gli esordi degli Zero Assoluto, Simone Cristicchi e Afterhours.
Il 2006 è un anno che scorre in bilico tra belle e brutte notizie. Lo sport nazionale è prima scosso dallo sconvolgente scandalo di Calciopoli e poi si riprende in estate con il successo epocale della Nazionale al mondiale tedesco nella magica notte di Berlino. Sanremo quell’anno si tiene dal 27 febbraio al 4 marzo (la terza serata slitta di un giorno proprio per una vittoriosa amichevole dell’Italia contro la Germania). Tra canzoni eccellenti come Dove si va dei Nomadi e Com’è straordinaria la vita di Dolcenera, la spunta, ahinoi, Povia con Vorrei avere il becco (esempio di come le novità di questo decennio non siano tutte positive). La canzone vincitrice del Festival si rivela un fiasco nelle vendite. Le classifiche di ascolto infatti sono dominate da un duo che si affaccia timidamente per la prima volta sul palco dell’Ariston: gli Zero Assoluto.
Per vedere il video della performance degli Zero Assoluto a Sanremo 2006 e delle altre performance che verranno discusse in questo articolo, dovete accettare i cookies “Esperienza”
Il gruppo romano si presenta alla kermesse sanremese con Svegliarsi la mattina. Il brano è costruito ad arte per diventare istantaneamente un tormentone. Le voci delicate di Matteo Maffucci e Thomas De Gasperi conquistano i cuori di tutti i ragazzini dell’epoca. Sfido chiunque a non cadere vittima dell’irresistibile Tuturuturututtu. Il successo travolgente di Svegliarsi la mattina – 51 settimane in classifica e 8 settimane consecutive al primo posto dei singoli più venduti – e il piazzamento mediocre al Festival sono presto spiegati. Il brano è un inno generazionale diretto ai più giovani. L’unione di rap e cantato pop proposta dagli Zero Assoluto è la ricetta vincente che caratterizza tutte le più grandi hit americane di inizio millennio. Il prezzo da pagare è il mancato apprezzamento del pubblico più vetusto che, da sempre, rappresenta la fetta più consistente dei telespettatori di Sanremo.
L’anno successivo qualcuno è riuscito a mettere d’accordo il pubblico sanremese di tutte le età. Nel 2005 Simone Cristicchi era apparso improvvisamente nel panorama musicale del nostro paese con Vorrei cantare come Biagio. Una canzone divertente e spensierata che lo etichetta come un cantante dotato di ironia che sembra percorrere la strada spianata da Caparezza senza la profondità di quest’ultimo. Il suo successo inaspettato diventa il passepartout per il Festival di Sanremo del 2007. Cristicchi, però, stupisce tutti. Non porta un brano scanzonato e radio-friendly ma decide di partecipare con una canzone coraggiosa e che affronta la drammatica tematica delle persone affette da disturbi psichiatrici e della loro emarginazione sociale. Ti regalerò una rosa è una lettera d’amore disperata ed emotivamente sconvolgente per la forza con cui ritrae la dolorosa vita di una coppia rinchiusa in un manicomio.
Il trasporto di ogni esibizione di Cristicchi, nel video qui sopra accompagnato da Sergio Cammariere (anche lui sarà protagonista della puntata di domani di Sanremo Rewind) nella serata dei duetti, conquista i cuori dei telespettatori che decidono di eleggerlo vincitore. Il trionfo di un brano così lontano dalla canzone d’amore smielata e innocua – insieme alla vittoria nella categoria Giovani dello stesso anno di Pensa, manifesto antimafia di Fabrizio Moro – è la dimostrazione di un nuovo sentire. La musica disimpegnata sta perdendo appeal. È bello pensare che questo successo inopinato sia quello che permette agli Afterhours di solcare il palco dell’Ariston due anni dopo.
La band capitanata da Manuel Agnelli è sempre stata refrattaria alla televisione generalista. Nel 2009 sono il nome più importante del rock indipendente italiano. Proprio per questo non hanno nessun interesse e, d’altro canto, nessuna possibilità, di partecipare al Festival di Sanremo. Agnelli e compagni decidono allora di realizzare un progetto ambizioso per portare alla luce gli artisti emergenti più interessanti ma che, un po’ per la connaturata allergia dei musicisti indipendenti ai palcoscenici mainstream, un po’ per la legge del mercato che domina le scelte televisive e radiofoniche, non riescono a emergere. Per riuscire davvero nel loro intento, è necessario per gli Afterhours godere della spinta di visibilità che solo Sanremo può donargli. Paolo Bonolis, coraggioso direttore artistico e conduttore del Festival del 2009, decide di scommettere su di loro.
Il paese è reale viene ammessa nelle 16 canzoni partecipanti a Sanremo 2009. Mai prima d’ora una band di rock alternativo aveva solcato il palco dell’Ariston. Agnelli e compagni decidono di farlo senza compromessi. La canzone è pervasa da un intenso messaggio di rivalsa, una chiamata per tutti coloro che si sentono soffocati dal deludente stato del nostro paese. Un emblema sotto il quale possono trovare rifugio tutti gli appartenenti alla scena ingiustamente estromessa dalla qualità disarmante dell’alta rotazione delle radio e dalle classifiche governate dalla musica di plastica dei talent. Gli Afterhours ovviamente non verranno apprezzati dal pubblico da casa venendo eliminati quasi subito. La stampa specializzata li adora e gli assegna il Premio della Critica “Mia Martini”. Il deludente piazzamento non arresta il progetto della band milanese. Il Paese è reale (19 artisti per un paese migliore?) viene pubblicato il 25 febbraio 2009, quattro giorni dopo la fine del Festival. La speranza di, usando le parole dello stesso Agnelli, “infrangere quella cortina d’indifferenza che penalizza la nuova musica” è più viva che mai. Gli Afterhours sono solo la prima band indipendente che, mantenendo la propria identità, è riuscita ad accedere al palco del Festival. Marlene Kuntz, Marta sui Tubi e Zen Circus sono solo tre dei gruppi che li seguiranno e che mostreranno come, se si vuole, si deve, citando Il paese è reale, “far qualcosa che serva”.
Gli anni 2000 di Sanremo hanno molte altre storie da raccontare: l’esordio dei Subsonica e dei Negramaro, l’indimenticabile balletto di Daniele Silvestri, le poesie di amore di Sergio Cammariere e Max Gazzè e molto altro ancora.
Rivivete tutto questo nella puntata di domani sabato 18 gennaio di Spazio Musica, in onda alle 15 su questo sito o sulla frequenza Dab+ di Radio Corriere dell’Umbria.
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