Salvini blinda il Veneto: «Chiediamo la Regione e Zaia resti presidente»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


E quindi il terzo mandato, che poi sarebbe il quarto. Ancora. È questa l’opzione alla quale continuano a lavorare la Lega e il suo segretario. «Zaia non si tocca. Il nostro impegno è per lo sblocco del terzo mandato e per la ricandidatura di Luca – le parole di Matteo Salvini, ieri, alla riunione del Consiglio federale, convocato nella Capitale.

E quindi altri cinque anni di amministrazione zaiana.

Ipotesi alla quale, dal Friuli Venezia Giulia, sorride pure l’altro presidente leghista, Massimiliano Fedriga, al secondo giro di valzer.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Quella del 16 gennaio è stata la resa dei conti interna dopo settimane di far west. Il Capitano messo con le spalle al muro e costretto dalle circostanze a dire da che parte sta la Lega: quella di Luca Zaia e, in generale, del Veneto.

E la nota emessa al termine della riunione lo conferma: «Totale sintonia e condivisione degli obiettivi fra Matteo Salvini, Luca Zaia e l’intero consiglio federale» recita il comunicato ufficiale di via Bellerio, «Il Veneto è un modello di buon governo apprezzato a livello nazionale e internazionale».

Mentre lato veneto: «Il Consiglio federale di oggi (il 16, ndr) è un ottimo segnale, a dimostrazione che, per il futuro del Veneto, la Lega trova sintonia. Stiamo dimostrando compattezza a tutti i livelli e, soprattutto, che l’unione fa la forza» il comunicato dei segretari provinciali della Liga veneta.

Il Carroccio dunque fa quadrato intorno al Doge. Dopo il fuoco di fila dei Fratelli, che, nelle ultime settimane, hanno mitragliato contro tutte le ambizioni dei leghisti veneti: dallo Zaia-quater al posticipo delle elezioni, fino alla richiesta di un candidato del Carroccio in Regione.

La Lega mostra i muscoli

Ma la Lega ha risposto mostrando i muscoli. E alla fine si è esposto anche lui, il presidente, dichiarandosi uomo di partito e suggerendo il suo appoggio a una eventuale corsa del Carroccio in solitaria, alle prossime elezioni regionali.

Alla riunione del 16 c’erano il segretario Salvini, i suoi vice Alberto Stefani, Andrea Crippa e Claudio Durigon. I ministri delle Autonomie Roberto Calderoli e dell’Economia Giancarlo Giorgetti. E poi c’era Zaia, collegato su Zoom.

E si è discusso di Veneto – tanto, tantissimo – nel giorno del 45esimo compleanno della Liga. Non poteva essere altrimenti, dopo il colpo di reni degli ultimi giorni.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Salvini ha ribadito che «il Veneto non è una Regione come le altre ed è giusto che gli alleati lo capiscano. Continueremo a chiedere la guida della Regione».

Giorgetti ha parlato dell’importanza di mantenere la guida del Veneto: «È una questione di identità». E «questione di cuore» per Calderoli.

«Essendo un partito del territorio, giustamente la Lega si vuole tenere le Regioni dove governa», ha detto Romeo. Mentre Stefani ha negato qualsiasi astio con Fratelli d’Italia, sostenendo però l’importanza di «ascoltare quello che dice il nostro territorio», e quindi la ricandidatura di Zaia.

O, almeno, è quello che sostiene il diretto interessato, facendo sapere di essere continuamente fermato per la strada dai cittadini che lo pregano di ricandidarsi. Facendo sapere di avere consumato tre intere cariche del telefono, per la tonnellata di chiamate ricevute, il giorno successivo alla famosa conferenza stampa del «Corriamo da soli».

L’appoggio di Sala

E , a sorpresa, è arrivato anche l’appoggio del sindaco di Milano Beppe Sala, che ha fatto sapere di sostenere la battaglia di Zaia (e del dem Vincenzo De Luca) per l’eliminazione del limite dei mandati.

Quella contro il tetto dei mandati è una partita che ancora non si chiude.

Microcredito

per le aziende

 

«Perso il Veneto, si perde la Lega» la sentenza del Doge, «Qui ci giochiamo la sopravvivenza del partito». E Salvini ad annuire. Perché questo è un dogma sul quale sono tutti concordi, così come lo sono sul sostegno a Zaia.

Meno, sulla malleabilità di Giorgia Meloni, che ha chiesto al Cdm di impugnare la legge elettorale campana potenzialmente capace di regalare all’attuale presidente De Luca un terzo mandato. E non si capisce perché dovrebbe cedere sul Veneto.

II risiko del Nord Italia

E allora potrebbe entrare in gioco il risiko del Nord Italia.

La Lombardia a Fratelli d’Italia, che così porterebbe a casa il governo della prima Regione del Nord Italia. E Milano alla Lega, che in questo modo non smarrirebbe il legame con la stessa regione. Certo, eventualmente FdI dovrà aspettare. Perché il Veneto andrà al voto già quest’anno: Salvini ieri ha fatto sapere che chiederà il posticipo al 2026, ma lui stesso è molto scettico.

Fratelli d’Italia

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Ma la priorità, rimarca, è l’accordo con i Fratelli. E il segretario federale, ospite di Bruno Vespa, promette: «Troveremo una quadra con gli alleati, nessuno vuole mettere in discussione uno dei governi più virtuosi d’Europa per mettere una bandierina».

E però, alla bandierina, i Fratelli tengono. «Negli ultimi anni, non c’è mai stato un nostro candidato in una regione del centro Nord e del Nord» ha detto Giovanni Donzelli, responsabile nazionale del partito, «In Veneto non sarebbe così assurdo se si individuasse una persona espressione di FdI». Ma, sull’accordo, Giorgetti assicura: «Si trova, si trova». —



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link