Prezzi, Ferrara tra le città più care: record per il gas naturale

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Ferrara L’inflazione in città fa segnare nel mese di dicembre un lieve aumento nel tasso congiunturale (la differenza rispetto al mese precedente) del +0,4% e resta ancorata ancora all’1,6% su base annua. Un dato superiore alle media nazionale che ha chiuso con il 2024 a quota 1,3%. E con i dati dicembre, puntualmente forniti dall’ufficio Statistica del Comune di Ferrara su base Istat, si può fotografare anche un bilancio sul valzer dei prezzi in un intero anno solare che ha visto soprattutto l’incremento nel segmento delle spese per la sanità 2,7%, seguito dall’istruzione + 2,2% e dai generi alimentari +2,1% che dopo le impennate folli dei mesi precedenti si sono stabilizzati. Più volubile il mercato dellenergia con prodotti in forte calo, ma altri decisamente in aumento come il gas che vince la medaglia d’oro per i rincari a Ferrara. Il prodotto che ha fatto registrare l’incremento di prezzo più alto nel corso del 2024 è stato infatti il gas naturale a mercato tutelato con un +30,8. Il secondo posto staccato per un soffio va ai servizi di rilegatura libri con +30,7, mentre completa il podio la pratica sportiva e di palestra con +20,1.

Top in classifica Ecco il seguito della graduatoria dei maggiori aumenti in percentuale dal quarto al centesimo posto. 4° burro +15,2; 5° ex aequo caffè (+13,2) e voli aerei nazionali (+13,2); 7° articoli gioielleria (+12,7); 8° energia elettrica +12,4; 9° trasporto marittimo +12; 10° assicurazione casa +10,7. Dall’11° al 20° posti ci sono cinema +10,6%, tessuti per la casa al +10,5%, biancheria da tavola +9,8%, ex aequo cioccolato e prodotti distributori automatici (+9,6%); poi energia elettrica a mercato tutelato +8,9, consumazione al bar +8,6; olio d’oliva +8,5 e fiori +8,2; 20° abbonamenti pay tv +7,5%.

In un range tra il 7,7 e il 4% ci sono una lista di prodotti molto diversificati come, in cima, pacchetti vacanze nazionali, pomodori, interventi per animali domestici o servizi paramedici (a +6,8%). I servizi medici specialistici sono rincarati del 6,7%, ex aequo voli aerei europei e servizio raccolta acqua di scarico +6,6%. Poi servizi elettricisti, insalata, affitti abitazione e istruzione universitaria al +5,9%; ex aequo molluschi freschie tabacchi al +5,8%. Le assicurazione auto in un anno sono rincarate del +5,7, pneumatici e manutenzione auto del +5,3, noleggio mezzi di trasporto quasi: un bel “pacchetto mobilità”. Poi c’è una curiosa lista di ex aequo formaggi fusi-servizi postali, articoli di cancelleria e parrucchiere uomo e servizi di telecomunicazione al +4.8%; apparecchi elettrici per radersi e mobili per camere da letto a +4,7%, parrucchiere donna, formaggi stagionati e frutta fresca con servizi di trasloco e indumenti per neonati (0-2) +4,2%. E ancora pesce fresco con prodotti di pasticceria e piatti e stoviglie sono rincarati del 4,1%.

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“Quasi” invariati Sotto il 4% annuo bisogna annoverare prodotti carne e crostacei freschi, i libri scolastici e il servizio alloggio ex aequo con le banane; mobili dell sala da pranzo e le bevande gassate, poi diversi ex aequo tra servizi idraulici e fast food (+3, 4); parchi divertimenti con apparecchi acustici; e bagni termali con tappeti e moquette. Meno del 3% sono rincarati tra gli altri lubrificanti e conserve frutta; pullover donna, riparazione apparecchi per la casa e riviste e periodici; articoli di cartoleria e pezzi di ricambio auto (+2,6%). Rincari gemelli anche per mele, calzature per donna, cereali per colazione e manutenzione riscaldamento (+2,5%).

All’ 84° posto ex aequo troviamo bici e monopattini, lievito per alimenti, poi sempre sopra il 2% consumazione al ristorante, pollame, giochi tradizionali, biglietto bus extraurbano, spese istruzione, cappotto donna, retta casa di riposo, pullover uomo e maglietta uomo, servizio di lavanderia. Sotto abbiamo autoscuola e pane fresco a 1,9%, calze uomo 1,8; frutta secca e noci +1,7. Al 100° posto dei rincari annuali ci sono ex aequo acque minerali e carne di vitello a +1,5%. Proprio la coda della top 100 testimonia come i prodotti alimentari non siano più i primatisti assoluti della classifica dei rincari come avveniva in passato. Il burro che è il prodotto del settore a segnare il maggior aumento è fuori dal podio e addirittura l’olio d’oliva è 18° dopo aver vinto la graduatoria in maniera incontrastata per due anni consecutivi, battendo anche le astronomiche utenze domestiche.

La spesa Anche in questa occasione l’Unione italiana consumatori ha redatto la classifica territoriale delle spese più rincarate dell’anno, che vede Ferrara saldamente all’interno della top ten nazionale. L’incremento complessivo, con una media annuale dell’1,3% d’inflazione, è stato di 353 euro, che vale la 9ª posizione assoluta, non lontano dal podio occupato da Bolzano, Rimini e Siena, con Parma al 5º posto.
 



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