Dopo aver fatto coriandoli della norma che imponeva una pausa di 20 minuti la magistratura amministrativa entra a gamba tesa su gran parte della riforma che avrebbe dovuto liberalizzare il settore ma che, a detta di un crescente numero di osservatori, stava penalizzando gli Ncc e – soprattutto – l’utenza. Tutti i dettagli
Niente pausa di 20 minuti tra un servizio Ncc e l’altro e addio alle modalità di iscrizione al Foglio di servizio elettronico per gli operatori delle auto nere. La riforma firmata dal dicastero delle Infrastrutture di Matteo Salvini che avrebbe dovuto liberalizzare il settore e che invece – secondo chi opera nel comparto del noleggio con conducente come pure un buon numero di osservatori – si sarebbe trasformata in un assist al monopolio dei taxi con contorni eccessivamente punitivi per la concorrenza privata, subisce una bordata dai giudici.
STOP ALLO STOP DEI 20 MINUTI. E NON SOLO
Lo scorso dicembre i giudici amministrativi avevano infatti tagliato le gomme alla sola norma che imponeva lo stop di 20 minuti tra un servizio e l’altro – una finzione che, a detta del Mit, sarebbe servita a equiparare il servizio Ncc con quello dei taxi – ora il Tar del Lazio va oltre tamponando gran parte del Dm 226/2024 dei ministeri Trasporti e Interno.
“Contrariamente a quanto previsto nel gravato decreto ministeriale – il parere dei giudici -, la legge non vieta agli operatori di Ncc di effettuare un servizio susseguente ad uno precedentemente reso senza rientrare in rimessa se, prima dell’effettivo rientro in rimessa, tali operatori ricevano una prenotazione attraverso l’utilizzo di uno strumento tecnologico, essendo anche in tal caso salvaguardabili le esigenze di contrasto all’abusivismo sottese alla introduzione del foglio di servizio elettronico”.
LE ALTRE DISPOSIZIONI IMPALLINATE
Questa volta a finire in ghiacciaia sono le modalità di registrazione dei vettori all’app Fdse, il collegamento obbligatorio tra i servizi di Ncc e “ogni altra disposizione, anche contenuta negli allegati al decreto e nella circolare applicativa, che costituisca esecuzione o sviluppo di tali disposizioni” in quanto la riforma oltre a “stabilire le specifiche inerenti all’obbligo di compilazione e tenuta del foglio di servizio in formato elettronico”, avrebbe a detta dei giudici amministrativi “indebitamente introdotto disposizioni tese, in sostanza, a regolare le concrete modalità di organizzazione e svolgimento dell’attività di noleggio con conducente”. Sempre il Tar accogliendo le lagnanze degli operatori Ncc riconosce “vincoli e limitazioni a carico” del comparto “che non appaiono ragionevoli e proporzionati.
PER I GIUDICI LA RIFORMA DI SALVINI DANNEGGIA NCC E UTENZA
Insomma, per i magistrati la portata contestata del decreto sarebbe tale da “comprimere la capacità concorrenziale degli operatori” con il rischio di “procurare un nocumento agli utenti finali laddove l’offerta degli altri servizi risultasse satura”.
L’UTENZA CHIEDE, IL GOVERNO NON ASCOLTA?
Tutto ciò mentre con l’anno giubilare si attende nella capitale un flusso di pellegrini e turisti eccezionale per tutto il 2025 e picchi in estate. Anche per questo i cittadini, a iniziare da Roma, vogliono più taxi e Ncc nelle strade: secondo un’indagine condotta da Swg, il 64% degli intervistati ritiene i servizi non sufficienti rispetto alla domanda.
Il 59% dei cittadini metropolitani, in particolare, oltre ai taxi auspica una maggiore diffusione del servizio Ncc, considerandolo essenziale per migliorare la mobilità nelle città. La richiesta di una maggiore disponibilità di veicoli è evidente: il 72% degli intervistati ritiene che una liberalizzazione delle licenze taxi potrebbe migliorare la mobilità urbana.
CONCORRENZA, OCCASIONE MANCATA
Inascoltate dal legislatore con Ddl Concorrenza anche le prese di posizioni molto chiare dell’Antitrust e dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti che hanno “certificato” come in Italia vi siano disservizi nel settore. I numeri però spiegano meglio di disposizioni che abbondano di termini tecnici: nell’area urbana di Roma si hanno meno della metà dei taxi dell’area di Madrid (dove ogni taxi è utilizzato nel corso della giornata da 2 o più lavoratori) e che nella capitale spagnola vi sono anche 9 mila Ncc che completano l’offerta, mentre a Parigi, nei quattro dipartimenti interessati dalla regolazione dell’”area urbana” vi sono invece 20 mila taxi e quasi 45 mila Ncc.
Quanto all’insoddisfazione generale per il trasporto pubblico non di linea recentemente sondata da Swg, il dato nazionale del 64% cresce ancora di più tra i romani, il 78% dei quali ritiene inadeguata l’offerta attuale e non crede che il tpl (bus e metro) possa assorbire l’enorme domanda. Le previsioni parlano di disagi per residenti e visitatori, con un rischio concreto di malcontento diffuso.
Questa situazione danneggia l’immagine dell’Italia all’estero per il 43% degli intervistati e, per il 38%, porterà ad un aumento dell’abusivismo. Una maggiore disponibilità di taxi e Ncc non solo migliorerebbe la mobilità urbana ma rappresenterebbe un incentivo concreto e visto con favore dai cittadini per ridurre l’uso dell’auto privata. Il 65% dei cittadini metropolitani afferma che, con un’offerta più ampia, sarebbe disposto a ridurre l’utilizzo della propria auto.
COSA RISPONDE IL MIT
Dal dicastero di Salvini si professa serenità: la decisione del Tar del Lazio di sospendere l’efficacia di una parte del decreto sul foglio di servizio elettronico “non altera il processo di attuazione dei tre decreti attuativi sulla regolazione di taxi e NCC”. Per il Mit “il decreto interessato dall’ordinanza è allo stato dei fatti congelato” mentre il ministero “continuerà l’interlocuzione e il confronto con le categorie” per ribadire “l’impegno a combattere l’abusivismo di settore e garantire livelli di servizio di qualità ai cittadini”.
COSA CHIEDONO LE ASSOCIAZIONI DEGLI NCC
Per gli Ncc, soddisfatti per la seconda vittoria davanti al Tar, l’obiettivo da raggiungere resta la proroga di 12 mesi dell’entrata in vigore del foglio di servizio elettronico, attraverso un emendamento al decreto Milleproroghe che Forza Italia, discostandosi dalla linea della Lega, ha già annunciato di voler presentare.
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