Unicredit, partnership con Ferrari. Andrea Orcel: siamo una banca italiana che guarda all’estero, alla Rossa ci unisce la passione

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« Unicredit ha radici italiane e crediamo nell’Italia, ma anche nell’Europa e vogliamo portare il meglio che l’Italia ha all’estero. Se questo vuol dire non essere italiani, mi dispiace molto, perché la nostra industria crede molto in questo». Lo ha dichiarato il ceo del gruppo bancario di piazza Gae Aulenti, Andrea Orcel, durante la presentazione della partnership con Ferrari. Facile intuire che la critica sia rivolta ad alcuni esponenti del governo, che nel corso delle ultime settimane si sono espressi sulle operazioni Banco Bpm e Commerzbank. L’impegno di Unicredit verso l’Italia passa anche attraverso iniziative e partnership, come quella con Ferrari, presentata proprio oggi all’ Unicredit Tower Hall.

In Europa opportunità per tutti

A detta di Orcel, l’Europa in generale passa troppo tempo a esasperare le diversità invece che unirsi per creare un blocco economico che crei opportunità per tutti. Questo vale anche per il comparto bancario, ovviamente, soprattutto alla luce di quel risiko portato avanti proprio da Unicredit. Se, quindi, martedì il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, aveva sottolineato di non essere interessato all’M&A, Orcel – pur riconoscendo il primato di Ca’ de Sass sul territorio nazionale – spinge sulla dimensione internazionale.

Competizione con Isp accesa ma modello di business diverso

«Tutti vogliono vedere la contrapposizione tra Intesa Sanpaolo e Unicredit», ammette Orcel. D’altronde, Intesa è molto focalizzata sull’Italia e «ha risultati eccellenti. Il nostro modello è invece più internazionale. Vogliamo essere un forte concorrente per Intesa Sanpaolo ma, in un Paese come il nostro, c’è molto valore da cogliere portando le imprese al di fuori dell’Italia e questo accompagnamento non si fa con una filiale di rappresentanza, bensì con una posizione di leadership nel Paese target». Resta comunque ben saldo il punto che il diverso posizionamento dei due istituti «è un valore, non è meglio o peggio: sono due modelli di business diversi», conclude il ceo di Unicredit.

Espansione all’estero non presuppone perdita di orgoglio italiano

A detta di Orcel, Unicreditin primis, tutte le persone che rendono il gruppo bancario quello che oggi è – hanno «radici e orgoglio» tutti italiani, pur non mancando la volontà di esportare il brand all’estero, come già fatto da tempo da Ferrari, non diminuisce l’autenticità italiana della Scuderia di Maranello. Questo, a ogni modo, è solo uno dei punti di contatto tra le due eccellenze italiane, unite dal 1° gennaio nella premium partnership pluriennale «Bound by Passion. United in Excellence».

Con Ferrari comunione di intenti e opportunità

Unicredit ha trovato in Ferrari non solo un grande partner italiano ma anche un Dna non dissimile, a detta di Orcel. «Entrambe le aziende, e soprattutto le persone tanto di Unicredit quanto di Ferrari, non accettano gli ostacoli e vogliono superarli», commenta l’amministratore delegato della seconda banca italiana. La collaborazione, spiega l’ad di Ferrari, Benedetto Vigna, prevede l’inserimento del logo Unicredit sulle vetture e divise della Scuderia e «ci saranno eventi che organizzeremo insieme, tra cui uno a marzo. Inoltre, conoscendoci di più, si apriranno altre opportunità anche di tipo finanziario anche se, al momento, non sono state definite». Grande attesa, quindi, per l’evento di marzo, di cui si sanno solo le date indicative: tra il 1° e il 10 del mese.

I dettagli economici restano un segreto

Bocche cucite anche sul valore economico dell’accordo. «La dimensione economica della partnership è secondaria», ha dichiarato Vigna, che vuole sottolineare «l’importanza di due aziende che guardano all’heritage e all’innovazione», uno dei tanti punti di contatto tra le due eccellenze italiane. D’altro canto, sulla segretezza vigila una clausola contrattuale firmata da ambo le parti. Ciononostante, a detta di Orcel, l’accordo «è un ottimo investimento». (riproduzione riservata)



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