SABATO 8 FEBBRAIO MANIFESTAZIONE A LONATO CONTRO L’IPOTESI ESENTA. – Radio Onda d`Urto

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Manifestazione contro il progetto di maxi depuratore a Esenta di Lonato, nell’est della provincia di Brescia: la mobilitazione si terrà a Lonato nel pomeriggio di sabato 8 febbraio, in piazza Martiri della Libertà.

Così attivisti e attiviste del Presidio 9 agosto e del Tavolo Ambiente Garda in conferenza stampa oggi, mercoledì 15 gennaio, nella stessa piazza lonatese.

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Nell’audio della conferenza stampa, ripresa da Radio Onda d’Urto, attivisti ambientalisti del basso Garda e dell’alto Mantovano ricordano le numerose ragioni della contrarietà al progetto: “il consumo di suolo, di cui Lonato è campione d’Italia, le devastazioni già presenti sul territorio dovuti ai lavori per il Tav Brescia – Verona, le numerose cave e siti da bonificare, la pressione antropica dovuta al turismo. Una pressione ambientale insostenibile”.

Resta poi la questione degli scarichi delle acque del Garda che il depuratore farebbe confluire nel fiume Chiese, bacino idrico completamente diverso da quello del Benaco. “Ristrutturare e ampliare il depuratore già esistente a Peschiera del Garda” rimane, dicono gli ambientalisti, “l’unica possibilità per un progetto più efficente ed economico”.

Su Radio Onda d’Urto la conferenza stampa di Lonato con le voci di Alessandro Scattolo, del Presidio 9 agosto e del Tavolo Ambiente Garda e degli attivisti ambientalisti mantovani Maurizio Caristia e Franco Tiana. Ascolta o scarica

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del Presidio 9 agosto e del Tavolo Ambiente Garda.

No al megadepuratore del Garda a Lonato.
Il Commissario per la depurazione del lago di Garda, in sintonia con la Cabina di Regia ministeriale, qualche settimana fa ha annunciato che il nuovo impianto di depurazione verrà realizzato ad Esenta di Lonato. Lonato tornerebbe quindi ad essere la “scelta migliore”, ennesimo colpo di scena dentro all’imbarazzante sceneggiata dei megadepuratori del Garda. Dichiariamo la nostra più netta contrarietà a tale scelta, poiché continuiamo a ritenere insensato e inutile inseguire ipotesi sempre più strampalate, quando i territori della sponda bresciana e della sponda veronese del Benaco contano già sull’esistenza e sull’operatività dell’impianto di depurazione esistente a Peschiera del Garda, lungo le sponde del fiume Mincio, emissario naturale del lago stesso. Potenziare e adeguare l’impianto di Peschiera e separare le acque bianche e nere rimangono gli unici due interventi sensati sulla depurazione gardesana.

Attualmente il territorio di Lonato è gravato da una pressione ambientale insostenibile: selvaggio consumo di suolo a fini urbanistici, devastazioni indotte dalla presenza dei cantieri della TAV, ex cave e siti da bonificare, pressione antropica provocata soprattutto nei mesi estivi dal cosiddetto overtourism con conseguenti flussi di traffico che intasano costantemente le strade della cittadina, in particolare attorno ai suoi centri commerciali.

Con il nuovo progetto di depurazione, Lonato si troverebbe a fare i conti anche con una scelta che comporterebbe una serie di problematiche enormi: ulteriore consumo di suolo agricolo (90 mila mq),e posa di 11 km di condotta fognaria dal lido di Lonato in salita sino a Maguzzano e quindi fino al sito in cui sarà ubicato il nuovo depuratore. In tutto questo non verrebbe risparmiato neppureil fiume Chiese,che rimarrebbe il corpo recettore dei reflui depurati di un bacino estraneo e ancora una volta non verrebbero affrontati i veri problemi del bacino gardesano, da noi continuamente denunciati, cioè la separazione delle acque piovane dalle acque nere, l’eliminazione dei numerosi scarichi fognari diretti a lago e l’intervento sui numerosi sfioratori di troppo pieno.

Negli ultimi mesi la collaborazione e la trasparenza delle istituzioni è stata perlomeno discutibile: non ci è ancora stato concesso dalla società di gestione “Acque Bresciane” un incontro da noi richiesto, né ha avuto risposta la nostra istanza di accesso agli atti presentata nel novembre scorso, volta ad ottenere copia delle relazioni che i progettisti per contratto avrebbero dovuto periodicamente inoltrare alla suddetta società committente.

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Facendo riferimento soltanto agli articoli di stampa eagli striminziti comunicati diramati dal Ministero e dal Commissario medesimo, deduciamo che:
1) la rinuncia all’ipotesi Gavardo-Montichiari sia stata dettata dall’impossibilità di soddisfare alcuni requisiti richiesti dall’imminente entrata in vigore di nuove norme europee in tema di trattamento e riutilizzo delle acque reflue;
2) la scelta di un unico maxi depuratore a Lonato del Garda sia legata a minori costi di realizzazione, minori costi di gestione e alla più rapida dismissione delle famigerate condotte sublacuali.

Per quanto riguarda il primo punto sottolineiamo che il Presidio 9 agosto aveva più volte evidenziato gli impatti delle imminenti normative europee, già note da un anno. Inoltre aveva sollecitato la sospensione delle procedure di affidamento dei progetti visto che era ancora in corso il progetto di studio sullo stato ecologico del fiume Chiese, finanziato da Regione Lombardia, i cui risultati chiariranno le potenzialità di resilienza ecologica del fiume nell’ipotesi che in esso vengano sversati i reflui fognari depurati del lago di Garda e senza i quali ci domandiamo con quali criteri può essere definito un progetto. Denunciamo come i nostri appelli siano stati completamente ignorati.

Per quanto riguarda il secondo punto ci limitiamo a prendere in considerazione il tema dei tempi di dismissione delle condotte sublacuali per il quale invitiamo a consultare la documentazione ufficiale presente sul sito di Acque Bresciane, prodotta in buona parte dall’Università di Brescia. Nel 2021, quando la soluzione vincente doveva essere quella di Gavardo e Montichiari, i tempi di dismissione delle sublacuali calcolati erano di 5 anni per la soluzione Gavardo e Montichiari e di 8 anni per la soluzione Lonato, mentre oggi ci viene detto che Il cronoprogramma della soluzione Lonato prevede la dismissione e la rimozione delle condotte sublacuali entro il 2030. Gli 8 anni sono scesi a 6 senza che sia ancora stato attivato un cantiere sulla sponda bresciana. Di fatto, il commissariamento del Garda si è rivelato un clamoroso fallimento!
Oggi ci troviamo ad aver impegnato oltre 3,2 milioni di euro (IVA esclusa) di denaro pubblico per la redazione di progetti, una parte dei quali dovrà finire inevitabilmente nel cestino, poiché formulata sulla base dell’originaria indicazione commissariale che prevedeva Gavardo e Montichiari.

Oltre a questo ci troviamo di fronte a un incredibile paradosso. Il Commissariamento vorrebbe promuovere proprio il progetto che era stato scartato dal Commissario-Prefetto Attilio Visconti nell’estate del 2021.Con l’obiettivo di risolvere in tempi rapidi e con poteri straordinari la questione della depurazione, l’istituto commissariale ha rappresentato una totale perdita di tempo uno spreco di risorse pubbliche.

Le preoccupazioni sul pericolo costituito dalle condotte sublacuali, si sono dimostrate infondate secondo le affermazioni della stessa Acque Bresciane. In questi giorni gli allarmismi sono stati rilanciati con riferimenti mendaci ad una riduzione dello spessore delle condotte addirittura nel 2019 fino all’80%. Peraltro se il pericolo esistesse realmente le condotte dovrebbero essere sostituite immediatamente!
Questa deriva autoritaria ha prodotto risultati del tutto insoddisfacenti. Riteniamo necessario revocarela nomina del commissarioe ripristinare un percorso serio, partecipativo e trasparente. L’entusiasmo e la partecipazione riscontrata nelle nostre iniziative territoriali, così come il prezioso sostegno alla raccolta firme, sono un segnale chiaro e incoraggiante. Continueremo a organizzare mobilitazioni e iniziative di sensibilizzazione per garantire un processo decisionale trasparente e partecipato, in cui la voce dei cittadini sia finalmente ascoltata.

Per questo annunciamo una manifestazione in data 8 febbraio a Lonato in Piazza Martiri della Libertà in difesa del territorio lonatese contro il forsennato progetto del megadepuratore del Garda

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