Secondo le proiezioni dell’aviazione, e in particolare dei costruttori Airbus e Boeing, il traffico aereo passeggeri negli aeroporti dei 27 Stati membri dell’Unione Europea crescerà fino a raddoppiare entro il 2050 rispetto ai livelli del 2019, con un aumento di consumo di carburante del 59%. Un ritmo di crescita completamente incompatibile con gli obiettivi di sostenibilità dell’UE che, per la metà di questo secolo, puntano a zero emissioni nette di gas serra. Questo è ciò che emerge dalla nuova analisi di Transport & Environment (T&E), una delle più note e apprezzate organizzazioni indipendenti europee, il cui lavoro è finalizzato alla decarbonizzazione dei trasporti. Gli aerei in partenza dagli aeroporti europei, secondo i dati di T&E, al 2050 bruceranno ancora 21,1 milioni di tonnellate di kerosene fossile, equivalenti all’estrazione di 1,9 miliardi di barili di petrolio greggio all’anno.
Sebbene gli aerei utilizzeranno quote sempre crescenti di carburanti alternativi – i SAF, Sustainable Aviation Fuels – la crescita esponenziale del settore farà sì che il kerosene fossile utilizzato dal settore al 2049, in termini di quantità assolute sarà ancora pari a quello impiegato nel 2023, nonostante una quota crescente di SAF, che in base alla normativa ReFuelEU dovranno rappresentare il 42% del carburante impiegato. Le compagnie aeree dispongono di due principali alternative al kerosene fossile: i biocarburanti, spesso non sostenibili o meno scalabili, e i carburanti sintetici (e-fuels), prodotti con elettricità rinnovabile, su cui i dubbi maggiori riguardano l’applicazione su scala industriale.
Secondo il nuovo studio di T&E, nel 2050 (anno in cui il target per i SAF salirà dal 42% al 70%) l’aviazione europea potrebbe utilizzare 24,2 milioni di tonnellate di bio-kerosene; tuttavia l’80% di questo rischia di derivare da materie prime non realmente sostenibili.
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I dubbi sugli e-fuels e sui SAF
Sebbene gli e-fuels siano più sostenibili dei biocarburanti la previsione di Transport & Environment è che comunque non riusciranno a tenere il passo con la rapida crescita del settore prevista dai costruttori di aeromobili. La legge europea sui SAF , infatti, richiede che al 2050 il 35% dei carburanti impiegati dal settore siano e-fuels, per un consumo pari a 24,2 milioni di tonnellate di kerosene sintetico (e-kerosene). Senza contare che la produzione di tali carburanti richiede ingenti quantità di energia: il fabbisogno energetico dell’aviazione europea (585 TWh) corrisponderebbe a quasi due volte la domanda totale di elettricità dell’Italia nel 2023.
Per quanto riguarda invece i biocarburanti, invece, alcuni operatori del settore sostengono che la scarsa disponibilità di SAF stia limitando la riduzione delle emissioni ma T&E sottolinea che, con i livelli di crescita previsti dall’industria, i benefici derivanti dall’utilizzo di SAF saranno praticamente annullati. I SAF, fa notare ancora l’ong europea, rappresentano una soluzione praticabile solo se verrà evitata la crescita esponenziale del traffico aereo.
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Aviazione al 2050 lontana dall’obiettivo net zero
Se, invece, si concretizzassero gli scenari di crescita previsti da Airbus e Boeing, nel 2049 le emissioni del settore aviazione europeo sarebbero inferiori di appena il 3% rispetto al 2019. E nel 2050, anno in cui l’UE si è impegnata a raggiungere il target di zero emissioni nette di gas serra, il settore emetterà ancora 79 milioni di tonnellate di CO2. Con questo ritmo di crescita, l’aviazione europea esaurirà il proprio budget di carbonio entro il 2026, avverte T&E.
Per Carlo Tritto, sustainable fuels manager di T&E Italia, “i piani di crescita previsti dai produttori di aerei sono totalmente inconciliabili con gli obiettivi climatici dell’Europa e con la portata della crisi climatica. Nel giro di un anno, il settore avrà esaurito il proprio budget di carbonio. Questi numeri lasciano senza parole. È necessario un cambio di paradigma altrimenti gli aerei europei finiranno per consumare le risorse degli altri settori. La credibilità dell’intero comparto è in gioco”.
La Commissione Europea ha presentato un piano per ridurre le emissioni del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Tutti i settori, incluso quello dell’aviazione, dovranno affrontare il loro impatto climatico per rimanere in linea con l’obiettivo comunitario. Ma, basandosi sulla valutazione di impatto della Commissione, T&E ha calcolato che anche con una crescita media annua dell’1,4% tra il 2023 e il 2050 – ossia una crescita per il 60% circa inferiore a quanto previsto da Airbus e Boeing – le emissioni del settore al 2040 sarebbero del 46% più elevate di quelle del 1990, un livello insufficiente per raggiungere la neutralità climatica.
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Per T&E “è il momento di cambiare rotta”
Al momento la Commissione Europea non sembra contemplare una limitazione alla crescita del settore aereo nel definire le politiche per raggiungere il suo obiettivo climatico al 2040. Tuttavia, se non verranno introdotte ulteriori politiche per controllare questa crescita, le emissioni del settore non diminuiranno abbastanza rapidamente. T&E esorta la Commissione Europea e gli Stati Membri a intervenire per fermare l’espansione delle infrastrutture aeroportuali in Europa, a dimezzare il numero di viaggi aziendali rispetto ai livelli del 2019, ad affrontare in modo simile il fenomeno dei voli frequenti e invertire la sotto-tassazione di cui il settore gode da sempre. In assenza di tali politiche, se le previsioni di Airbus e Boeing si avverassero, T&E stima che, a livello europeo, potrebbero essere emesse 960 milioni di tonnellate di CO2 aggiuntive tra il 2023 e il 2050 rispetto ai modelli della Commissione.
“Accogliamo con favore l’obiettivo della Commissione Europea di ridurre le emissioni del 90%, un traguardo senza pari a livello globale – sostiene ancora Carlo Tritto di T&E – Ma tale obiettivo è del tutto privo di significato senza politiche concrete per ridurre le emissioni dell’aviazione. Questo settore ha ricevuto numerosi benefici nel corso della sua storia: ora è il momento di cambiare rotta. L’UE deve elaborare un piano per affrontare le tonnellate di emissioni generate dall’aviazione ogni anno”.
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