Fratelli di Zaia, i pretendenti di FdI in Veneto son in lite tra di loro. Nostalgici, impresentabili (e perdenti)

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Per scegliere la sostituta dell’assessore regionale Donazzan di FdI sono serviti mesi. De Carlo, Speranzon e Urso sono in lotta, e nei comuni veneti FdI non sfonda. Il sindaco leghista di Treviso: “Sono solo famelici”


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Si ubriacano di Veneto, ma perdono le elezioni a Valdobbiadene, la Bisanzio del prosecco. Chi sono i Fratelli d’Italia che vogliono sostituire Zaia? Una  definizione  la offre al Foglio, Mario Conte, sindaco di Treviso, leghista: “Famelici, impreparati, perdenti”. Per sostituire Elena Donazzan, ex assessore regionale, eletta in Europa, una che punta a fare la governatrice, FdI ha impiegato tre mesi. Tre. Classe dirigente divisa, comuni amministrati zero, pensieri da caverna. Il Veneto? E’  la grappa della destra, la sua sbronza di classe.

 Meloni vuole davvero prendere al Veneto o sta lasciando spurgare la schiuma del suo partito? Ci sono candidati di FdI all’altezza di Zaia? Al momento i nomi di Meloni sono cinque, quattro di partito, più un civico. Il primo è Luca De Carlo, il presidente della Commissione Industria del Senato; il secondo è Raffaele Speranzon, senatore; il terzo è Adolfo Urso; la quarta è Elena Donazzan, eletta all’europarlamento, già assessore regionale all’Istruzione, famosa per le sparate alla M. di Scurati, una che intona “faccetta nera” alla radio, in onde medie. Il quinto, il vero presentabile, è Matteo Zoppas, l’industriale,  alla guida dell’Ice, l’agenzia per la promozione all’estero delle imprese italiane, uno a cui la famiglia ha già lasciato intendere di lasciare perdere la politica. Di De Carlo si dice a Venezia: “E’ di Belluno e non verrà eletto mai governatore”. Di Speranzon, il solo che ha un rapporto diretto con Meloni, si ricorda: “Si è candidato sindaco di Venezia ed è arrivato quarto”. Il non detto è che se si candida Speranzon si sfila De Carlo e pure Donazzan. Chi ci tiene è Adolfo Urso che fa il ministro e che, sì, è nato in Veneto ma che viene ritenuto da tutti un siciliano. Potrebbe candidarsi, ma è in rotta con De Carlo che ha  perso, per un soffio, il ministero dell’Agricoltura, andato a Lollobrigida. Resta Donazzan che non è amata da Meloni, allieva di Sergio Berlato, uno noto in Veneto per essere “il cacciatore” (e non si parla di Robert De Niro) uno che si  presentava in Consiglio regionale con il cinturone: bum, bum!

Cosa amministra FdI in Veneto? I grandi comuni sono oggi nelle mani della sinistra, del Pd (come Vicenza, Verona) e quando FdI ha provato ad alzare la testa, contro la Lega, ha fallito. Alle ultime amministrative, i dirigenti di Meloni sono riusciti a perdere le elezioni a Valdobbiadene, il comune simbolo del prosecco, dove hanno scelto di sostenere Martina Bertelle contro il candidato leghista, Luciano Fregonese, che si è candidato, con la Lega, per la terza volta. Vincendo. Un altro caso eclatante si è verificato a   Bassano dove FdI, spiritata, ha scippato alla Lega, tesserandolo all’ultimo minuto, il sindaco uscente. Malgrado lo scippo, FdI, anche qui, ha perso, al primo turno, e il suo candidato è arrivato terzo. Stessa sorte a Portoguraro, Monselice. FdI non può neppure rivendicare i sindaci di Rovigo e Belluno dato che sono civici. A Padova la coordinatrice di FdI è Elisabetta Gardini, che si ricorda per essere stata portavoce di Forza Italia dopo Sandro Bondi e prima di Daniele Capezzone, e oggi felicemente eletta con Meloni. La tecnica di FdI in Veneto, in questi anni qual è stata? Prendere i reietti della Lega. Uno è Joe Formaggio, altro  pistolero, l’altro, simbolico, è Federico Sboarina, ex sindaco di Verona. Resta Donazzan come possibile alternativa a Zaia, ma una sua candidatura scatenerebbe gli antagonisti dell’Italia intera.  Schiavi del passato, i dirigenti veneti di FdI sono ultimamente finiti sulle cronache locali per citazioni da anni Venti, come nel caso del capogruppo al comune di Rovigo, che due giorni fa ha diffuso frasi del Duce. Non è vero neppure che sono fratelli. Per sostituire Donazzan si è aperta all’interno di FdI veneto una contesa che è durata mesi, finita solo su richiesta di Zaia: “Datemi un nome”. E’ stata scelta, da Roma, Valeria Mantovan, già sindaca di Porto Viro ma spaccando l’ala veneta.

Nelle ultime ore alla Lega di Zaia non basta più neppure il candidato. Meloni potrebbe risolvere la questione veneta così: offrire la candidatura alla Lega e chiedere tutti gli assessori per FdI, ma anche questa, dice il sindaco di Treviso, “è una via impraticabile, non si governerebbe”. Salvini da ieri evoca il sabotaggio dei treni, come Raggi evocava il complotto dei frigoriferi, ma è in Veneto che Meloni rischia il suo. Il solo modo che ha per vincere, qui, è perdere.

 





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