(AGENPARL) – Roma, 15 Gennaio 2025
(AGENPARL) – mer 15 gennaio 2025 CAMERA DEI DEPUTATI
VII COMMISSIONE
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE
AUDIZIONE INFORMALE
A.C. 2183
(CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 27 DICEMBRE 2024, N. 201, RECANTE MISURE
URGENTI IN MATERIA DI CULTURA)
15 GENNAIO 2025
Federculture è la federazione delle Imprese e degli enti di gestione di cultura, turismo, sport e tempo
libero. Oggi è l’associazione che rappresenta e mette in rete alcune delle più importanti aziende
culturali del Paese, insieme a Regioni, comuni e i soggetti pubblici e privati impegnati nella
programmazione e nella gestione dei servizi pubblici nei settori della cultura, turismo e tempo libero.
Federculture opera come sistema-rete in rappresentanza degli Associati, sostenendo il ruolo
dell’impresa nella gestione dei beni e delle attività culturali come fattore di progresso del settore.
La Federazione sostiene la valorizzazione del patrimonio e delle attività culturali per contribuire allo
sviluppo locale; incoraggia attività di ricerca; progetta e promuove modelli gestionali innovativi che
favoriscano il raggiungimento di alte performance economiche e sociali, in una logica di
collaborazione tra pubblico e privati.
Federculture, inoltre, è un sindacato d’impresa in quanto titolare dell’unico Contratto Collettivo
Nazionale di Lavoro specifico per i lavoratori del settore culturale, turistico, ambientale e dello sport.
La Federazione ne promuove la diffusione come strumento fondamentale per un’organizzazione
efficiente delle imprese, per la crescita delle professioni e il miglioramento dell’offerta culturale.
PREMESSA
Federculture ringrazia dell’invito a esprimersi sul Disegno di Legge per la conversione del D.L. n.
104/2024, accogliendo positivamente la spinta propulsiva che con la sua approvazione il Ministero
della Cultura ha voluto imprimere al settore. Il Decreto inaugura una visione ambiziosa, attraverso
il varo di un “Piano Olivetti per la cultura” per “favorire lo sviluppo della cultura come bene comune
accessibile e integrato nella vita delle comunità, nel rispetto del principio di sussidiarietà orizzontale”
(art. 1 comma 1 lett. a) DDL) nonché tramite un programma di cooperazione con l’Africa e il
Mediterraneo allargato, nello specifico ambito della cultura (art. 2 DDL), che viene così ad assumere
un ruolo fondamentale per l’attuazione del “Piano Mattei” promosso dal Governo e già approvato
con D.L. n. 161/2023.
Federculture, che condivide pienamente questa impostazione, non ha osservazioni sul testo del DDL
ma intende cogliere l’occasione del suo esame parlamentare per formulare alcune considerazioni
su determinate misure oggetto di intervento e su ulteriori, possibili iniziative legislative delle quali
si auspica l’adozione, che potrebbero anche essere inserite nel provvedimento in esame.
Sui temi toccati dal DDL e sugli ulteriori temi che così si portano all’attenzione di Questa
Commissione, Federculture si rende conseguentemente disponibile ad avviare un confronto
costruttivo con tutte le competenti Istituzioni, mettendo i risultati della propria attività di studio,
rappresentanza e progettazione a servizio del miglior disegno delle politiche culturali del Paese.
In particolare si osserva:
10 ANNI DI “CARTA ELETTRONICA”: E’ TEMPO DI UN BILANCIO
L’art. 6 del DDL interviene sul bonus cultura 18app, sulla Carta del Merito e sulla Carta Cultura
giovani.
Nel 2025, le politiche di sostegno ai consumi culturali dei neo-maggiorenni attuate anche tramite
strumenti di “carta elettronica”, compiranno 10 anni: un tempo di osservazione adeguato per
consentirci di analizzare e valutare l’impatto che tali strumenti hanno determinato rispetto agli scopi
che il Legislatore si era con essi prefissato. Federculture invita a cogliere l’occasione di questo
anniversario per fare un bilancio dell’esperienza passata e avviare una riflessione sul futuro di questi
strumenti, finalizzata a meglio definire gli obiettivi dell’intervento pubblico e a mettere
conseguentemente a punto misure sempre più efficaci ed efficienti, eventualmente anche tramite
il concorso di risorse private aggiuntive messe a disposizione dagli esercenti accreditati. Potrebbe,
cioè, essere studiata una forma di intervento di questi ultimi che, aggiungendosi al contributo
pubblico a sostegno dei consumi culturali dei giovani – disciplinato dagli strumenti in esame – ne
moltiplichi l’impatto, contribuendo a rafforzare l’efficacia degli strumenti medesimi e ad ampliare
la platea dei fruitori dell’offerta culturale.
Introdotto dalla Legge di stabilità 2016 e originariamente concepito come beneficio una
tantum, il “bonus cultura 18app” è stato rifinanziato senza soluzione di continuità per ben
sette edizioni annuali e ha determinato un progressivo ampliamento dei prodotti e servizi
sovvenzionati: all’acquisto acquisti di libri e di biglietti per rappresentazioni teatrali, cinema,
spettacoli dal vivo, musei, mostre, eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche e
parchi naturali, a cui si è aggiunto quello di musica registrata e di corsi di musica, teatro e
lingua straniera (2017), di prodotti dell’editoria audiovisiva (2020) e di abbonamenti a
quotidiani, anche digitali (2021), inclusi i periodici (2022). In questa forma, la misura è stata
resa strutturale dalla Legge di bilancio 2022, anno in cui si è registrato il maggior numero di
beneficiari.
La Legge di bilancio 2023 ha però segnato un mutamento di paradigma, sancendo la
trasformazione della “carta elettronica” da “dote” generalista a misura altamente selettiva,
riservata ai diplomati con il massimo dei voti e agli appartenenti a nuclei familiari a basso
reddito. Il “bonus cultura 18app” è stato a tal fine sostituito da due nuovi strumenti: la Carta
del Merito e la Carta Cultura, tra loro cumulabili.
In attesa di comprendere come la modifica della politica impatterà sui consumi culturali, i dati a
oggi disponibili restituiscono alcune evidenze certamente meritevoli di riflessione.
Anzitutto, l’effettivo utilizzo del bonus ha prodotto una forte concentrazione degli acquisti tra poche
tipologie di beni e servizi. Al primo posto, nettamente distaccati dal resto delle opzioni, si sono
classificati i libri, con un dato medio annuo del 62%, seguiti dai biglietti d’ingresso al cinema (15%)
e ai concerti (8%), nonché dalla musica registrata (12%), la cui introduzione può considerarsi un
successo della seconda edizione del bonus. Analogo successo non hanno invece riscosso le ulteriori
possibilità di impiego introdotte a partire dall’annualità 2017. Prima ancora, una quota del tutto
residuale della spesa è stata destinata alla visita dei luoghi di cultura (musei, esposizioni, siti
archeologici); ciò equivale a un relativo insuccesso, se si considera che il bonus era stato concepito
anche e soprattutto per promuovere la fruizione, da parte dei giovanissimi, del patrimonio culturale
disseminato su tutto il territorio nazionale. L’alta percentuale della spesa per libri suggerisce inoltre
una possibile sovrapposizione con le politiche deputate a garantire il diritto allo studio,
considerando che con il bonus è possibile acquistare anche testi scolastici e universitari. Non da
ultimo, il bonus non ha raggiunto tutti i potenziali beneficiari e non è stato utilizzato per il suo intero
ammontare, pur esibendo un take up rate nettamente superiore a quello di altri sussidi pubblici di
analoga natura. Le risorse stanziate, nel quadro di un trend decrescente nel corso degli anni, sono
in ogni caso sempre risultate superiori a quelle effettivamente utilizzate. Specie nell’ultimo anno, la
misura sembra aver perso la capacità di intercettare un pubblico vasto.
In questa prospettiva, l’art. 6 del DDL rappresenta un prezioso contributo all’efficientamento del
sistema di gestione degli strumenti di carta elettronica, in linea con le indicazioni formulate dalla
Corte dei Conti nella Relazione approvata con delibera n. 72 del 26 luglio 2023. Tale Relazione ha
più in generale realizzato un’accurata analisi della gestione finanziaria e operativa della politica, dal
lato sia degli utenti sia degli esercenti accreditati, evidenziando per ogni singola edizione i dati
relativi all’utilizzo e le principali criticità emerse, ivi inclusi i casi di utilizzo difforme del sussidio.
E’ invece mancata, come sottolineato dalla stessa Relazione, una vera e propria analisi di
monitoraggio e valutazione di impatto della politica, condotta a livello “micro” e con strumenti
d’indagine anche e soprattutto qualitativi. Federculture si mette a disposizione delle istituzioni per
contribuire a colmare tale lacuna, realizzando studi e analisi allo scopo di formulare idee e proposte
per il rilancio delle misure di stimolo ai consumi culturali dei giovanissimi.
LE PROPOSTE DI FEDERCULTURE PER IL SOSTEGNO DELLA CULTURA E DELL’ARTE
L’approvazione del D.L. n. 201/2024 – a breve distanza dall’insediamento del nuovo Ministro –
rappresenta un importante segnale di attenzione al settore culturale che ci auspichiamo prosegua
con determinazione. In questo spirito, Federculture coglie l’occasione della presente audizione per
rilanciare alcune proposte per il sostegno della cultura e dell’arte che includano segnatamente un
pacchetto di misure fiscali volte a sostenere tutto il comparto della cultura. Tali misure
comprendono, più in dettaglio:
1. L’armonizzazione dell’Iva per tutti i prodotti culturali, giungendo a una omogeneità di
aliquote che superi l’attuale diversificazione.
Questa misura potrebbe agevolmente essere realizzata nell’esercizio della delega fiscale conferita
al Governo nell’agosto 2023 e i cui termini di attuazione sono ancora vigenti.
2. La detraibilità fiscale di tutte le spese culturali per libri, cinema, musica, teatro, mostre,
musei, ecc., sul modello delle spese mediche e farmaceutiche;
3. Un piano di sostegno alle sponsorizzazioni culturali che ne sancisca in particolare la piena e
certa deducibilità fiscale, anche esplicitando la presunzione legale di inerenza e congruità
delle spese sostenute a tale titolo su modello della previsione già introdotta a favore del
settore sportivo dall’art. 12 comma 3 del Dlgs. n. 36/2021 anche valutando più incisive
modifiche al TUIR che introducano una specifica tipizzazione e disciplina delle spese di
sponsorizzazione. Misura, quest’ultima, che incentiverebbe il sostegno dei privati alla cultura
senza generare costi aggiuntivi per lo Stato.
4. Il rifinanziamento e rafforzamento del Fondo Cultura presso l’Istituto per il Credito Sportivo
e Culturale, che ha dimostrato di moltiplicare per 7 e in alcuni casi per 9 le risorse impiegate
negli investimenti materiali e immateriali a favore di soggetti pubblici e privati,
assegnandogli una dotazione di 30 milioni anno per i prossimi 3 anni;
5. L’ampliamento della possibilità di utilizzare i benefici di Art Bonus “liberalizzando” i soggetti
che possono accogliere il finanziamento in modo da estenderlo anche al settore privato,
eventualmente valutando la sua evoluzione in un’unica agevolazione fiscale in forma di
credito d’imposta applicabile a tutto il mecenatismo culturale;
6. L’introduzione di una disciplina delle plusvalenze conseguite sulla cessione di opere d’arte
tra privati che bilanci le esigenze di tassazione della speculazione con quelle di tutela dei
collezionisti;
7. Il recupero delle risorse derivanti da sponsorizzazioni collegate a scommesse e gioco
d’azzardo e dagli utili delle società che li organizzano, previsti dalla legge che li aveva
legalizzati per combattere la ludopatia attraverso la cultura e dal 2019 vietate in qualsiasi
forma;
8. La migliore applicazione della legge del 2%, anche valutando l’istituzione di un fondo a
beneficio del Ministero della cultura a cui le imprese appaltanti debbano destinare il 2% dei
costi di costruzione.
Al fine di promuovere la migliore attuazione del “Piano Olivetti per la cultura”, facendone
l’occasione per liberare appieno il potenziale di tutte le forme di sussidiarietà orizzontale nel settore,
Federculture propone da subito, utilizzando il veicolo del DDL in esame, il varo di programma di
rilancio degli strumenti di collaborazione pubblico-privata, nel segno della semplificazione, della
certezza del diritto, dell’appropriatezza e dell’effettività del controllo pubblico. Tale programma
dovrebbe comprendere, in particolare:
1. Una delega al governo per la disciplina delle “fondazioni di partecipazione” e per la
contestuale revisione e sistematizzazione della variegata normativa in materia di
costituzione, “partecipazione” e/o finanziamento di fondazioni da parte di soggetti pubblici,
nonché più in generale delle regole pubblicistiche applicabili a queste ultime;
2. L’attuazione e la semplificazione del partenariato pubblico-privato “istituzionale” di cui
all’art. 174 comma 4 del Codice dei Contratti Pubblici;
3. Una disciplina organica e incentivante dei contratti di sponsorizzazione in ambito culturale,
anzitutto sul piano fiscale, come sopra meglio precisato.
Federculture rimane a disposizione del Governo e del Parlamento per dare il proprio contributo allo
studio di fattibilità, alla definizione e alla messa a punto di tutte le misure proposte.
Roma, 15 gennaio 2025
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