Pierluigi Sanna, il “golden boy” della provincia di Roma che vuole prendersi il Pd Lazio

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Il Partito democratico del Lazio deve fare i conti con un giovane “rampante”, che sgomita per farsi spazio. Si chiama Pierluigi Sanna, 36 anni, al secondo mandato da sindaco di Colleferro e vice di Roberto Gualtieri in Città Metropolitana. 

L’ambizione di Pierluigi Sanna

Rieletto a settembre 2020 con una sorta di plebiscito (75%, oltre 9mila preferenze conquistate), l’anno dopo si è guadagnato anche la nomina a vicesindaco dell’ex Provincia, dopo aver ottenuto 122 voti tra gli amministratori dell’area. Una scelta precisa da parte del Pd, che voleva ringiovanire l’ambiente e lanciare nuove figure sul territorio, competenti e con tanta strada di fronte. Ora Sanna guarda alla prossima mossa, che non può essere quella di un terzo mandato, ma di accrescere la sua influenza sull’area di Colleferro e dintorni, puntando a un “posto al sole”. 

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L’obiettivo è il posto di Leodori

Che, dicono i bene informati, è quello oggi occupato da Daniele Leodori. Consigliere regionale, segretario del Pd Lazio, ex assessore al Bilancio con Zingaretti. Lui ormai è proiettato oltre i confini della Pisana, all’orizzonte c’è il Parlamento. E così adesso Sanna punterebbe allo “scettro” che, dopo essere stato saldamente nelle mani del compianto senatore Bruno Astorre, è passato in quelle di Leodori, leader della corrente AreaDem nel Lazio. Tutto passa per le elezioni regionali del 2028. Che Sanna potrebbe dover affrontare senza l’appoggio del “cerchio magico” del sindaco Gualtieri e del deputato Claudio Mancini.

Addio a Mancini

Troppi i dissidi tra il giovane primo cittadino e i leader di Rete Democratica, uno su tutti causato dall’aver sostenuto Dario Nardella in luogo di Matteo Ricci alle elezioni Europee del giugno scorso. E mettiamoci pure l’amicizia con Eleonora Mattia, altra consigliera regionale, veliterna e quindi cresciuta nella stessa area geografica di Sanna. Anche quest’ultima ha avuto fortissimi screzi con Claudio Mancini, venuti fuori pubblicamente a ottobre scorso con modalità abbastanza singolari

La strategia su Colleferro 

Ma l’ambizione di Sanna non lo distrarrà dalle sorti della “sua” Colleferro, dove si voterà nel 2026. Sempre i bene informati, sono convinti che il suo pupillo sia l’attuale assessore all’Ambiente Giulio Calamita. Sarebbe lui il deputato a raccogliere le redini dell’amministrazione, l’eredità di dieci anni (e oltre) di lavoro sul territorio che arriva quasi alla provincia di Frosinone. Ed è qui che si manifesterebbero i primi malumori interni al Pd. Perché Sanna, per assicurare il successo di Calamita, sarebbe impegnato nell’allargare il dialogo politico anche a forze molto lontane da quelle che compongono il centrosinistra attuale. Non si arriva esclusivamente a Forza Italia, che non solo in provincia di Roma ma anche a livello romano e chissà, forse nazionale, potrebbe valutare di stringere un’amicizia particolare con il partito di Elly Schlein.

L’alleanza che non piace al Pd

Ci sarebbe in realtà anche uno sconfinamento fino a Fratelli d’Italia, che in provincia di Roma ha come “dominus” indiscusso da oltre dieci anni il senatore Marco Silvestroni. L’aria tra Pd e FdI in consiglio regionale è tesa da tempo, la maggioranza è accusata di lasciare poco o nessuno spazio alle iniziative dei dem e in aula non vengono discusse interrogazioni da prima della pausa estiva. Non sembrerebbe proprio il terreno migliore su cui costruire un’alleanza territoriale. 

Crisi d’identità

E questo è un punto critico. Ma ce n’è anche un altro, che fa tornare il discorso all’ambizione personale di Sanna. Cioè che l’attuale sindaco di Colleferro verrebbe visto come troppo “neutrale”, troppo “indipendente”. Insomma, non rappresenta il partito: è un ottimo amministratore (su questo nessuno questiona, a quanto risulta a RomaToday), ma la sua tessera del Pd è molto recente. E tra Colleferro, Segni, Carpineto Romano, la salute del Pd non viene percepita come ottima. A dettare la linea, infatti, sarebbero ancora vecchi lupi di mare come Vincenzo Stendardo e l’ex onorevole Renzo Carella, politici con oltre quarant’anni di politica alle spalle e un modus operandi che da molti viene visto come poco coerente con il nuovo corso del Pd. L’ascesa di Sanna, quindi, significherebbe per una parte del Pd perdere l’occasione di strutturare in maniera più forte, e soprattutto politica, il partito in quella zona. Mandando in soffitta, con tutti i riguardi dovuti, i vecchi notabili. 



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