Un azzardo per alcuni, un passo utile e necessario per altri. Intanto, emergono alcuni retroscena della proposta di Ail Servizi Sa che ha offerto al Consiglio di Stato il complesso di Sant’Anna (ex Bsi) quale possibile sede della Giustizia. Però, le bocche restano cucite sulle modalità di finanziamento dell’operazione immobiliare. In alternativa, il Municipio ha candidato pure gli spazi della Torre est del Polo sportivo e degli eventi (Pse), dove prevedeva di insediare la sede unica dell’amministrazione comunale e ha informato tutti i dipendenti. Alla chiusura del bando di concorso, però, il Cantone ha ricevuto ben 38 offerte logistiche, alcune delle quali potrebbero essere considerate migliori rispetto a quelle luganesi. Da questo punto di vista, per certi versi, si possono interpretare come estreme le mosse dell’Esecutivo. Estreme benché dettate dal buon proposito di mantenere la Giustizia a Lugano e dal timore di perdere il centro del potere giudiziario e soprattutto tutto l’indotto che genera.
L’esigenza di lasciare Gemmo
Tutto nasce dalla necessità di Ail Servizi Sa di lasciare la sede di Gemmo a Breganzona. Per questo, il Cda ha concretizzato un diritto di compera con Efg per insediarsi negli spazi del complesso di via Peri. Poi, la Città di Lugano, alla luce del bando concorso cantonale, ha chiesto alla sua partecipata di promuovere il complesso di Sant’Anna quale sede della Giustizia. Un’iniziativa ardita? Di primo acchito, non sembrerebbe. Del resto, lo stesso sindaco di Lugano, nell’ultima seduta di Consiglio comunale del 2024 era stato esplicito nella risposta all’interpellanza interpartitica sottoscritta da tutti i gruppi (prima firmataria Natalia Ferrara, Plr/Pvl). «Ci batteremo fino in fondo», aveva dichiarato Michele Foletti, che aveva preannunciato una discussione nella successiva seduta di Municipio su una proposta di sede a Lugano, dove c’è sempre stata dopo il patto siglato secoli fa. Nel frattempo, la bocciatura dello scorso 9 giugno del progetto ‘Cittadella della giustizia’, per trovare una soluzione logistica al Terzo potere dello Stato, ha indotto il Consiglio di Stato a pubblicare un bando di concorso che ha suddiviso la sede, prevista nello stabile Efg a Lugano, in quattro “blocchi” distribuiti sul territorio del Luganese. Una suddivisione che rappresenta un ulteriore elemento di pericolo, agli occhi della Città, di perdere uno o più pezzi della Giustizia. Anche perché, sono giunte candidature al di fuori del Distretto che riguardano due siti a Bellinzona e uno a Locarno e che potrebbero essere ritenute più vantaggiose o interessanti dal Cantone.
Intento condiviso, le modalità meno
Insomma, l’intento condiviso da tutta la politica luganese è quello di mantenere la sede logistica in città. Invece, non fanno l’unanimità e anzi vengono criticati, i modi scelti per confezionare la proposta. Tanto è vero che sono fioccati gli atti parlamentari, sia a livello locale che cantonale. Non pare nemmeno essere una mossa strategica quella di litigare pubblicamente con il vicepresidente di Artisa Stefano Artioli, proprietario di una parte del complesso di Sant’Anna, che non ha fatto salti di gioia quando è venuto a conoscenza dell’operazione decisa dal Consiglio di amministrazione di Ail Servizi Sa. L’imprenditore, sull’andamento delle trattative tra Artisa ed Efg, ha scritto che dopo l’interruzione dovuta agli indennizzi legati agli espropri necessari per consentire al Tram-Treno di sbucare dalla collina, Artisa si è fatta di nuovo avanti proponendo un acquisto diretto, ma la trattativa si è interrotta alla luce della votazione popolare che ha bloccato l’inserimento della Giustizia nel palazzo Botta in viale Franscini.
I promotori dell’operazione di via Peri, invece, sostengono che l’imprenditore è sì tornato alla carica, ma quando il Cantone aveva già avviato le trattative con la banca Efg per comperare lo stabile Botta in viale Stefano Franscini. A quel momento, sarebbe stata la banca a sospendere la trattativa con Artisa, perché nel caso fosse stata approvata la ‘Cittadella della giustizia’ (come non è successo), Efg avrebbe dovuto trasferirsi nel complesso di Sant’Anna. Ora, la banca resterebbe in via Stefano Franscini, mentre gli spazi liberi ci sono nello stabile di via Peri. Rispetto alla questione degli indennizzi legati agli espropri per il Tram-Treno, questi farebbero gola a tanti perché si tratta di svariati milioni di franchi. Sta di fatto che il battibecco tra Città e Artioli non rappresenta certo una carta vincente agli occhi del Cantone, che dovrà fare la propria scelta il prossimo mese di giugno.
Non è una speculazione
Sostiene sia prematuro esporsi il deputato in Gran Consiglio Enea Petrini (Lega dei ticinesi), presidente del Cda di Ail Servizi Sa, interpellato dalla ‘Regione’. L’operazione ha ottenuto l’appoggio dell’Esecutivo cittadino, che l’ha difesa su queste colonne. La società, nel suo portafoglio, possiede i mezzi necessari per concluderla, la soluzione di finanziamento non sarebbe così complicata, soprattutto con in mano un contratto firmato da un ente pubblico, a cui gli stabili potrebbero essere affittati a prezzo di costo. A microfoni spenti, i promotori assicurano che quella di via Peri non è un’operazione speculativa. In altre parole tranquillizzano, ma non si vogliono esporre i dettagli, siccome si tratta di un’ipotesi di lavoro. Un’ipotesi che potrebbe anche sfumare se il Cantone decidesse di scegliere un’altra delle 38 proposte che hanno partecipato al bando. Per questa ragione, i dettagli sul finanziamento, qualora fossero definiti, restano top secret. L’operazione è figlia di una scelta politica ed è al servizio della Città.
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