Il Borussia Dormund sta vivendo una crisi profondissima

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È incredibile pensare che il Borussia Dortmund, non più tardi di sei mesi e mezzo fa, abbia sfiorato la vittoria della Champions League. Perché? Semplice: oggi la squadra giallonera è invischiata in una crisi profondissima, certificata dal mortificante 2-4 incassato in casa del Kiel penultimo in Bundesliga, ma soprattutto sembra preda di un’incredibile confusione interna. Al punto che, dopo l’ultima sconfitta subita in Bundesliga, dirigenza e allenatore hanno attaccato frontalmente i loro stessi giocatori. Scegliendo, per usare un eufemismo, dei termini piuttosto eloquenti. Quali? Vergognoso, umiliante, indegno, imbarazzante.

Ma andiamo con ordine: in questo momento, cioè alla fine del girone d’andata, il Borussia è nono in classifica. Ha messo insieme 25 punti, frutto di sette vittorie, quattro pareggi e sei sconfitte, e accusa già 14 lunghezze di distacco dal primo posto – il Bayern, per altro, deve anche recuperare una gara. In Champions le cose vanno appena meglio, in questo momento il BVB è nono nella fase iniziale (con 12 punti in sei partite) e quindi può ancora aspirare alla qualificazione diretta per gli ottavi, ma di certo non stiamo parlando di un rendimento memorabile. Anche perché le uniche due sfide contro dei club candidati alla vittoria finale del torneo, Barcellona e Real Madrid, sono finite con altrettante sconfitte. Il problema vero, però, non sta soltanto nei risultati al di sotto delle aspettative: nonostante il mercato non abbia portato a grandi stravolgimenti, e infatti al di là di Reus gli unici addii significativi sono stati quelli di Fullkrug, Hummels e Malen, il Borussia non riesce a trovare la formula giusta per mettere insieme e valorizzare i suoi talenti. Certo, i 13 gol di Guirassy (arrivato dallo Stoccarda per sostituire Fullkrug) e la rivelazione di Gittens (autore a sua volta di undici reti) sono delle buone notizie, ma restano le uniche arrivate in questa stagione: tutto il resto della rosa sta vivendo un’evidente fase regressiva. O comunque è lontana da quanto fatto vedere, soprattutto in Champions, nella scorsa stagione.

A questo punto, è inevitabile pensare – e dire – che il responsabile numero uno di questa crisi possa essere Nuri Sahin, l’allenatore individuato per avviare un nuovo ciclo. Anche perché, in fondo, stiamo parlando di un tecnico con un’esperienza limitata, che per due stagioni e mezza ha guidato l’Antalyaspor e poi è tornato al Borussia come vice di Terzic – anche se, in questo articolo di The Athletic, viene raccontato come il suo arrivo al Dortmund, circa un anno fa, fosse da considerare come un “supporto” per l’ex allenatore. È stato scelto come successore in modo da proseguire sulla faslsariga di Terzic, e fin dai primi giorni dopo il suo insediamento è andata esattamente così. In senso negativo, però: il Borussia ha continuato e continua ad avere enormi problemi di equilibrio, continua a incassare tanti gol (l’ultimo clean sheet, tra campionato e Champions, risale a fine novembre) e adesso, dopo una sola vittoria nelle sette partite disputate tra dicembre e gennaio, la posizione di Sahin comincia a essere traballante.

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In realtà, come detto, Lars Ricken – che molti ricorderanno come calciatore, ma che ora è il dirigente di riferimento del BVB, anche in vista dell’annunciato addio del CEO Watzke – crede che la colpa di questa crisi sia tutta della squadra. Dopo la sconfitta con il Kiel, ha definito «indegna e imbarazzante» la prestazione offerta dai giocatori. Poi ha aggiunto che «abbiamo dei grandi talenti, l’allenatore aveva preparato la partita sia dal punto di vista tattico che emotivo, ma non è bastato. Non credo sia il caso di parlare di Sahin. Riteniamo la squadra responsabile di quello che sta avvenendo e di quello che avverrà nella prossima partita». Per la cronaca, venerdì 17 il Dortmund affronterà il Francoforte terzo in classifica. Da parte sua, naturalmente, Sahin si è assunto le responsabilità per il rovescio contro il Kiel. Ma non ha risparmiato parole dure nei confronti dei suoi giocatori: «Sono l’allenatore, quindi la colpa è mia. La partita è stata umiliante, vergognosa. Sapevamo come avrebbero giocato i nostri avversari, ma nulla di ciò che abbiamo preparato si è visto sul campo». In caso di esonero, il primo nome venuto fuori è quello di Erik ten Hag.





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