La designazione di Matera a Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo (tra i popoli) per l’anno 2026 non può essere caratterizzata da ordinarie e rituali iniziative.” E’ la convinzione del già sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri che aggiunge “Se vogliamo che la città decolli è essenziale attivare progetti inediti, innovativi ed esplosivi.
Si tratta di utilizzare la cultura come collante di pace e di dialogo nel momento in cui la tragedia della guerra abbraccia l’Islam, Israele e il Cristianesimo.
Siamo pronti a scendere in campo per affrontare quest’altra battaglia di pace?
Questo significa dare alla città e alla Università della Basilicata il ruolo universale e inclusivo in un momento drammatico di territori bagnati dal Mediterraneo. Si vince se si è apripista.” Ed a tal proposito ci invia “il testo rielaborato” di una sua “lontana idea che può trovare coerente atterraggio in occasione della nuova responsabilità assunta da Matera.” Eccolo.
Scheda di sintesi del progetto “Ecumenismo della Cultura” (31/10/2024)
“Viviamo un’epoca in cui gli integralismi inondano le comunità di violenza e di odio.
Il fenomeno delle rivalità sanguinarie (le guerre), che sembrava in graduale discesa, ha ripreso il suo devastante furore.
È tempo di contrastare con opportune iniziative universali questa diffusa politica dell’odio, costruendo in Europa e nel Mediterraneo, la “tenda della pace” invocata da Giorgio La Pira.
Matera – che ha riscattato la sua pesante condizione di simbolo della povertà pezzente del Mezzogiorno, divenendo la prima città meridionale inserita tra i siti Unesco, rinsaldando la dignità di tale riconoscimento con la nomina a Capitale Europea della Cultura – si candida a diventare centro di diffusione di una azione diretta a favorire il dialogo tra i popoli.
Per tale riconosciuto ruolo, Matera è stata designata come “Capitale mediterranea della cultura e del dialogo 2026”. Infatti, la città dei Sassi, per la sua millenaria presenza come comunità, può essere il punto di fissaggio di questo percorso di incontro universale, partendo proprio dal collante della cultura.
La cultura infatti è intimamente legata alla formazione della umanità e l’arte ha sempre costituito un valore collettivo delle genti, straordinario patrimonio della conoscenza e della vita di ogni individuo.
Con questa convinzione è parso corretto ipotizzare una iniziativa che, esaltando il valore della “comunione”, traduca con la cultura l’alleanza tra genti oggi distanti.
La matrice di tale unione è offerta da Abramo, padre delle tre grandi religioni monoteiste: l’Ebraica, la Cristiana e l’Islamica.
L’obiettivo è di rinsaldare il colloquio tra le tre storiche comunità attraverso la energia ecumenica della cultura e della creatività artistica.
Se c’è una città (Assisi) destinata ad ospitare l’ecumenismo dello spirito e delle religioni, ci sarà un’altra città densa della sacralità dell’uomo, in grado di ospitare l’ecumenismo della cultura e dell’arte e a Matera, città scolpita, l’arte si declina soprattutto in scultura.
Si tratta di programmare incontri annuali di artisti delle tre civiltà sorgenti da Abramo perché trovino in Matera il momento relazionale di confronto, di dialogo e di arricchimento culturale e spirituale. La scultura come apripista di un dialogo più ampio, più denso, più stabile.
Invero, durante la produzione creativa tra artisti, dovranno organizzarsi incontri capaci di mettere in rete le tensioni e le aspirazioni di genti oggi apparentemente distanti, anche col potenziamento di alleanze universitarie che possano condurre ad istituire rapporti durevoli tra le università del Mediterraneo e a organizzare pellegrinaggi culturali tra gli studenti dei centri universitari mediterranei, attraverso un percorso di scambio continuo contraddistinto con il termine Cadmos in alternativa “meridiana” dell’Erasmus europeo.
Si recupera così, in termini concreti, il progetto di Romano Prodi per utilizzare le università del Mediterraneo come scuole di pace tra i giovani studenti.
Questa proposta di “affratellare” stabilmente le università mediterranee rientra con coerenza nell’obiettivo di recuperare la tradizione relazionale del Mediterraneo, che non può più essere rappresentata da tragici conflitti e da sepoltura di disperata emigrazione;
è tempo di ricostituire rapporti culturali e nuove comunità, figlie culturali di rafforzate ibridazioni antropologiche.
Come ci ha insegnato Fernand Braudel il Mediterraneo è stato al centro del mondo; oggi questo ruolo si è svuotato ed è rimasto soltanto il commercio che, come è noto, è privo di anima. Per tale ragione viene rinnegata la discendenza comune da Abramo e vengono issati i vessilli dell’integralismo religioso per alimentare guerre sanguinose e traffici di esseri umani.
In questo quadro si innesta il progetto governativo del “Piano Mattei”, diretto a stabilire un rapporto italiano ed europeo con il continente africano, ritenuto sempre più strategico per il futuro delle politiche intercontinentali di sviluppo. I livelli culturali rappresenteranno i valori su cui innestare questa essenziale politica di dialogo, di crescita e di progresso.
Si impone quindi la costruzione tonificante e corale del “sapere”, oggi tradotta in competenze per innalzare i livelli di crescita sapienziale dei popoli portatori della potente e antica cultura mediterranea.
Su questo snodo geopolitico e strategico del Mediterraneo occorre riflettere, metabolizzando le visioni culturali e le idee del mondo per riaffermare la cultura come motore della storia.
Partendo oggi dagli scultori, il progetto delle Università del Mediterraneo diviene quindi cruciale e può trovare, nell’ecumenismo della cultura, la scintilla scatenante del suo strategico percorso di costruzione di positive e condivise energie tra popoli “fratelli”.
L’Unibas potrebbe divenire protagonista di questo progetto, rafforzando i rapporti culturali tra le tre civiltà figlie di Abramo, e rilanciando la centralità unificante del Mediterraneo quale tema strutturale e di lungo periodo che riguarda nella sua interezza l’Unione Europea.
Un circuito universitario di scambi e di intese tra le Università dei Paesi che si affacciano sul mare Mediterraneo favorirà questo progetto.
Il Mezzogiorno non può vivere di rassegnazione o, peggio, di fatalismi, ma deve divenire una energia pensante capace di far sorgere il sole di notte. ” Raffaello de Ruggieri
Iscritto all’albo dei giornalisti della Basilicata.
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