A Bergamo Jazz «stelle vaganti» illuminano la città

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Lo scorso novembre Joe Lovano, per la seconda volta al timone artistico di Bergamo Jazz, ha presentato buona parte del cartellone artistico 2025. Martedì mattina seconda puntata, con la conferenza stampa che ha dettagliato l’intero programma. I concerti al Teatro Donizetti e al Teatro Sociale si completano così con «Jazz in città», sezione che investe sulla diffusione territoriale del festival, «Scintille di jazz», rassegna a cura del sassofonista Tino Tracanna dedicata ai giovani talenti e ai progetti di ricerca e «Incontriamo il jazz», concerti lezione ideati per avvicinare i giovani a questo universo sonoro, realizzati in collaborazione con Cdpm Europe.

La prestigiosa manifestazione, ad alta vocazione internazionale, terrà banco dal 20 al 23 marzo. Usuale il passaggio di testimone con Bergamo Film Meeting che incastona nel proprio cartellone il 16 marzo un omaggio al jazz con il film del 1962 «Il coltello nell’acqua» di Roman Polanski (musiche di Krzysztof Komeda) e affida al contrabbassista Danilo Gallo la sonorizzazione di «Due sorelle» (1922) di Ernst Lubitsch.

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Le serate al Donizetti

Il palco del Donizetti è riservato ad artisti di consolidata notorietà e ruolo storico. La serata di venerdì il duo formato dal contrabbassista Dave Holland, gran signore della musica dagli anni ’60, e dal chitarrista Lionel Loueke, originario del Benin, globetrotters per formazione e carriera, cederà poi il passo al pianista Danilo Perez e al contrabbassista John Patitucci, ascoltati solo un anno fa ma questa volta al fianco del batterista Brian Blade. Ovvero i musicisti artefici della luminosa traiettoria artistica dell’ultimo Wayne Shorter, uno dei non molti protagonisti assoluti del jazz moderno che non sono passati per Bergamo. Un’autentica «Legacy» che si completa con Ravi Coltrane, sassofonista che ha sulle spalle la gigantesca eredità artistica del padre John.

Il sabato del festival non teme di affidare la «new things» del jazz ad un manipolo di veterani. Ancora una volta si ascolterà Enrico Rava. Il suo Fearless five è una band che schiera notevoli musicisti italiani, da Ponticelli a Diodati, cui è stato assegnato il titolo di miglior formazione italiana di jazz del 2024 da «Top jazz». Dagli Usa arrivano The cookers, settetto nel quale svettano i nomi di Billy Hart, George Cables, Cecil McBee, Eddie Henderson, Donald Harrison, musicisti con alle spalle oltre 80 primavere e molte delle tappe cruciali della storia di questa musica. Il sipario del Donizetti si chiuderà il 23 marzo giustapponendo il quartetto del chitarrista Marc Ribot, maturo esponente delle ricerche sonore in libera uscita dal jazz, al set più ortodosso della fuoriclasse vocalist Dianne Reeves.

Nel corso della conferenza stampa l’assessore alla Cultura Sergio Gandi ha sottolineato l’importanza delle collaborazioni territoriali che fanno del festival «un’esperienza collettiva e comunitaria» che coinvolge un pubblico più esteso della «ristretta cerchia degli appassionati». Una manifestazione che è stata precorritrice della vocazione internazionale di una Bergamo «aperta al mondo». Da parte sua Giorgio Berta, presidente della Fondazione Teatro Donizetti, organizzatrice del festival, si è detto «testimone di un festival in costante crescita» e ha anticipato l’impegno a realizzare concerti estivi di rilievo («due o tre») al Lazzaretto.

Al teatro Sociale

Al Teatro Sociale la manifestazione propone il pianista italiano Antonio Faraò affiancato da una notevole ritmica con Ameen Saleem e Jeff Ballard, formazione che cederà la scena al quintetto della cantante statunitense Lizz Wright, concessione agli incroci felici tra jazz e pop. Brusca sterzata con Tony Levin. Celebri le collaborazioni con King Crimson e Peter Gabriel e in curriculum collaborazioni a 360 gradi, da Lennon a Fossati, da Bowie a Baglioni. Bassista, specialista del polifonico stick, non rischia certo il mainstream, tantomeno jazzistico.

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«Jazz in città»

La natura vagabonda del festival si scatena con le sezioni «Jazz in città» e «Scintille di jazz». Undici gli appuntamenti che costringeranno gli appassionati all’usuale tour de force, inseguendo tra la città alta e la città bassa le performances del pianista cubano Aruan Ortiz, del combo internazionale del giovane sassofonista britannico Alex Hitchcock, l’avventuroso duo della fisarmonicista Sara Calvanelli e della violinista Virginia Sutera, il quintetto cosmopolita di un altro inglese, il pianista Alexander Hawkins, che schiera la giovane batterista bergamasca Francesca Remigi, il duo tra la pianista Jordina Millà e un veterano dei suoni poco addomesticati, il contrabbassista Barry Guy. Per finire con l’incontro molto stimolante tra due interessantissimi pianisti, la greca Tania Giannouli e lo svizzero Nik Bartsch.

«Scintille»

Le «location» di «Scintille» sono i locali e i club della città e promuove il made in Bergamo e il made in Italy a partire dal trio del sassofonista Gianluca Zanello cui seguiranno il duo sax tromba formato da Lorenzo Simoni e Iacopo Teolis, il quartetto del notevole sassofonista bergamasco Nicholas Lecchi, l’incontro tra il trio di Emanuele Maniscalco e il sassofonista Pietro Tonolo, peraltro affermati protagonisti sulla scena nazionale. In chiusura di questa «festival nel festival» il quartetto del contrabbassista Roberto Mattei.

Il pianista Claudio Angeleri, la cantante Paola Milzani, i sassofonisti Giulio Visibelli e Gabriele Comeglio, il bassista Marco Esposito, il batterista Matteo Milesi con il musicologo Maurizio Franco illustreranno agli studenti delle secondarie le estetiche del jazz.

I più piccoli saranno introdotti a questo mondo musicale dalle melodie dei film di Walt Disney, del Coro Gospel della primaria della scuola Santa Lucia e dalla Marchin’ Band della scuola Camozzi. Gli abbonamenti ai concerti del Teatro Donizetti sono da ieri disponibili mentre dal 28 di gennaio sarà possibile acquistare i singoli biglietti.



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