Ponte, rinviata l’udienza al Tar sul ricorso “calabrese”

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Tutto rinviato. Nell’udienza davanti ai giudici del Tar del Lazio è stato confermato il differimento della discussione del ricorso amministrativo del Comune di Villa San Giovanni e della Città metropolitana di Reggio Calabria sulla Valutazione d’impatto ambientale legata al Ponte sullo Stretto. 

Come riporta l’Ansa e come già anticipato ieri, nel corso dell’udienza – lo conferma il legale delle due Amministrazioni, l’avvocato Daniele Granara – è emersa “la necessità di impugnare, con motivi aggiunti al ricorso principale, il provvedimento del direttore Generale della Direzione Generale per lo sviluppo del territorio e i progetti internazionali-Dipartimento per le infrastrutture e le reti di trasporto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 23 dicembre scorso dichiarativo della conclusione della Conferenza di servizi istruttoria indetta, nonché i verbali della stessa Conferenza. Il differimento dell’udienza è stato formalizzato come “a data da destinarsi”.

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“Il Comune di Villa San Giovanni e la Città Metropolitana di Reggio Calabria – si legge in una nota dell’avvocato Granara – seguiranno con attenzione il complesso e lungo procedimento, manifestando avverso ogni atto che dovesse ulteriormente essere adottato la loro ferma opposizione nei confronti di un progetto illegittimo, inutile e dannoso, non solo per le realtà territoriali coinvolte, ma per l’Italia intera”.

Ieri, anche il movimento No Ponte della sponda calabrese è tornato a riunirsi al csc Nuvola Rossa di Villa San Giovanni per discutere delle implicazioni della recente sentenza del Tribunale delle Imprese di Roma, che ha dichiarato inammissibile l’azione inibitoria collettiva promossa da 104 cittadine e cittadini contro il progetto del Ponte sullo Stretto mentre domani sono previste riunioni anche a Messina.

“Una decisione che lascia sgomenti, non solo per l’esito, – si legge in una nota – ma soprattutto per la spropositata condanna alle spese inflitta dal tribunale: 340 mila euro a favore della società Stretto di Messina. Una cifra enorme e priva di trasparenza sui criteri di calcolo, sui parametri adottati o sulle attività legali rimborsabili. Questo macigno economico produce inevitabilmente l’effetto di intimidire non solo chi ha intrapreso questa battaglia legale, ma tutte e tutti coloro che si oppongono a un’opera inutile, dannosa e priva di un progetto esecutivo credibile. Nonostante il colpo subito ribadiamo con forza la nostra determinazione a proseguire nella lotta contro il progetto del Ponte sullo Stretto. Ci opporremo alla condanna alle spese, promuovendo la partecipazione attiva e l’opposizione al ponte, sia attraverso le azioni legali sia con le iniziative di piazza che il decreto sicurezza tenta di limitare. E lo faremo contando sul sostegno dell’opinione pubblica, che negli anni ha dimostrato di essere ampiamente contraria a questo scellerato spreco di risorse pubbliche, soldi nostri che potremmo invece utilizzare per scuole, ospedali, strade, reti idriche e altre opere realmente necessarie per i nostri territori”.

Conclude il movimento: “Per continuare a difendere lo Stretto e i suoi abitanti, insieme a tutte le realtà No Ponte, lanceremo a breve una campagna di raccolta fondi. L’obiettivo è sostenere non solo le spese legali legate a questa vicenda, ma anche tutte le future azioni volte a bloccare il progetto del Ponte e a denunciare la devastazione ambientale, sociale ed economica che comporterebbe. Siamo certi che questa iniziativa sarà una straordinaria pagina di solidarietà, non solo per i 104 promotori dell’azione legale, ma per tutti quelli che hanno a cuore il futuro della propria terra e non vogliono cedere a speculazioni di ogni sorta. Insieme, con il contributo di tutte e tutti, continueremo a lottare ancora più forti e determinati”.

Ma a sostegno dei ricorrenti dopo la sentenza, anche gli scrittori messinesi scendono in campo. Con un post della scrittrice Eliana Camaioni coordinatrice di “Messina Scrive” nella sua pagina facebook, si dicono pronti ad aprire una raccolta fondi. In tanti hanno manifestato solidarietà e si sono detti disponibili a partecipare.

“Se questi concittadini vengono condannati a un così pesante risarcimento per aver concretamente dato vita a un’occasione di approfondimento negato in altri luoghi istituzionali dove sarebbe auspicabile ascoltare la voce dei cittadini, allora è corretto da parte nostra, come cittadini, essere al loro fianco con altrettanta concretezza – scrive Camaioni – Sarebbe opportuno unirci per inaugurare una raccolta fondi a favore loro, e desidero sollecitare tutti, messinesi e non, al sostegno per una lotta che appartiene non solo a chi perde case, terreni o attività, ma all’umanità tutta, alla storia di un territorio, e allo stesso diritto-dovere di chiedere chiarezza e arrivare alla verità delle cose che riguardano tutti. Grazie a tutti coloro, colleghi e non, che si uniranno a questo appello condividendo questo post”.



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