Roma – Interrogazione a risposta in commissione 5-03316
presentato da
AMBROSI Alessia
testo di
Venerdì 10 gennaio 2025, seduta n. 407
AMBROSI. — Al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della cultura, al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il Trentino-Alto Adige, la Lessinia, la Valpolicella, la Riviera di Ponente e la Val di Vara in Liguria, la Costiera Amalfitana e la zona del Vesuvio in Campania, le Madonie e l’Etna in Sicilia, il Salento in Puglia e la Sila in Calabria, sono aree italiane dove i muri a secco costituiscono un patrimonio culturale e paesaggistico fondamentale, protettivo contro i rischi idrogeologici e parte integrante della gestione agricola e della sostenibilità ambientale. Questo immenso patrimonio, che comprende circa 173.000 chilometri di murature in pietra a secco in tutta Italia, è essenziale per la protezione del territorio e la prevenzione delle frane;
in particolare, il Vino Santo Trentino, è strettamente legato alla presenza dei muretti a secco. Questi ultimi creano un microclima ideale per la maturazione delle uve, contribuendo alla produzione di un vino che rappresenta un’eccellenza enologica. I muretti, oltre al valore estetico e culturale, sono essenziali anche per la biodiversità e la gestione del suolo;
nonostante il riconoscimento dell’arte della costruzione dei muri a secco come patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’Unesco, le attuali politiche fiscali non prevedono incentivi mirati per il recupero e la manutenzione di queste strutture, nonostante il loro impatto positivo sull’ambiente, sull’economia locale e sulla tutela della biodiversità ;
le aree montane e rurali sopra citate sono luoghi di eccellenza per la costruzione dei muri a secco, che contribuiscono alla stabilità idrogeologica del territorio, al sostegno dell’agricoltura biologica e alla lotta contro il dissesto del suolo. Inoltre, i muri a secco sono un simbolo di resistenza e di innovazione ecologica, sostenendo anche il turismo sostenibile;
nonostante l’importanza di questi manufatti, non esistono misure fiscali specifiche per incentivare il loro recupero e la loro manutenzione, se non in modo marginale tramite interventi generali di protezione del territorio;
è necessario introdurre incentivi fiscali specifici per il recupero dei muri a secco e delle opere di ingegneria naturalistica, che potrebbero contribuire a sostenere la sostenibilità ambientale, la protezione del suolo e la prevenzione dei rischi idrogeologici, con particolare riferimento alle aree montane e collinari, dove queste tradizioni sono radicate;
è fondamentale adottare politiche che incoraggino la manutenzione, valorizzazione e recupero dei muri a secco, con un incentivo fiscale mirato che supporti non solo la protezione del paesaggio, ma anche la sostenibilità ambientale e l’economia locale. Questi interventi dovrebbero essere applicabili alle aree di tradizione come il Trentino-Alto Adige, la Lessinia, la Valpolicella e altre zone rurali e montane italiane –:
se intendano adottare iniziative specifiche per valorizzare e promuovere il patrimonio dei muri a secco nelle aree citate in premessa, considerandole un elemento distintivo del paesaggio e della tradizione agricola, attraverso politiche di incentivazione a livello nazionale;
se si intenda prendere in considerazione l’introduzione di un bonus fiscale per il recupero dei muri in pietra a secco e delle opere di ingegneria naturalistica, con particolare attenzione alle aree montane e collinari, al fine di supportare la sostenibilità ambientale, la tutela del suolo e la prevenzione dei rischi idrogeologici;
se si consideri opportuno incentivare con un bonus fiscale gli interventi di recupero e manutenzione dei muri a secco in aree agricole montane e collinari citate in premessa e altre aree rurali, per supportare anche l’agricoltura biologica e il turismo sostenibile;
se si intendano intraprendere iniziative per promuovere la creazione di micro-cantieri locali legati al recupero dei muri a secco, favorendo l’economia circolare e la creazione di occupazione in contesti di turismo sostenibile, in particolare nelle zone produttive del Vino Santo Trentino, dove la tradizione agricola e la protezione ambientale si intrecciano grazie ai muretti a secco.
(5-03316)
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