La Lega non è più così sola nel chiedere lo stop all’adeguamento dell’età per la pensione alle aspettative di vita. Il tema non è ora all’ordine del giorno, spiegano da Forza Italia, benché l’argomento si sia preso la scena con le polemiche scatenata dalla fuga in avanti dell’Inps e successiva ritrattazione, ma in futuro una revisione al meccanismo che regola la procedura dovrà essere discussa.
L’ente nazionale di previdenza aveva ipotizzato che nel 2027 serviranno novanta giorni in più per pensionarsi rispetto ai 67 anni attuali. Questo perché i tecnici dell’istituto aveva inglobato le più recenti valutazioni dell’Istat sulle attese di vita e quindi aggiornato al rialzo l’età di pensionamento senza aspettare il necessario decreto ministeriale e le previsioni della Ragioneria sulla quale si basano i simulatori. In attesa del decreto tutto resterà così com’è, commenta la deputata di Forza Italia, Chiara Tenerini, responsabile Lavoro del partito. “La nostra posizione è quella del governo, ritengo però che all’interno di una più complessiva riforma delle pensioni ci sarà bisogno di affrontare il nodo dell’aumento dell’età per la pensione e del suo adeguamento. Questo già per il prossimo incremento nel 2029. Dobbiamo uscire dalla logica delle misure temporanee come le varie forme di pensione anticipate quali Quota 102, 103 o 104. Un lavoro complesso che dovrà bilanciare aumento delle aspettative di vita della popolazione e conti pubblici”, spiega Tenerini, capogruppo di FI in commissione Lavoro alla Camera. La sostenibilità delle casse pubbliche è il grande ostacolo. Lo ricorda Walter Rizzetto, deputato di Fratelli d’Italia che della commissione Lavoro è il presidente: “Una volta che si blocca il meccanismo delle aspettative di vita servono coperture, che potrebbero essere abbastanza impattanti”, ha detto intervistato dalla Stampa. Posizione all’estremo opposto rispetto al sottosegretario leghista Claudio Durigon, il primo ad uscire allo scoperto per dire che l’incremento del 2027 sarà bloccato per decreto, come già fatto per il 2025 e per il 2026.
Di prudenza parla un altro deputato azzurro, Alessandro Cattaneo. Nel movimento fondato da Silvio Berlusconi la priorità in materia previdenziale è alzare gli assegni delle minime. L’orizzonte sono i mille euro un tempo promessi dal Cavaliere. Detto ciò, nota un’altra fonte parlamentare forzista, il tema dell’aumento dell’età per lasciare il lavoro non è nel programma di governo. Semmai la coalizione, presentandosi agli elettori nel 2022, parlava di flessibilità d’uscita e di favorire il ricambio generazionale negli uffici e negli stabilimenti.
La legge di Bilancio per il 2011 (governo Berlusconi) ha però previsto l’aggiornamento al crescere delle attese di vita. Lo scorso ottobre era stato il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chielli, a spiegare in audizione sulla manovra che secondo i calcoli dell’istituto di statistica sulle prospettive della speranza di vita a 65 anni l’età del pensionamento salirebbe a 67 anni e tre mesi dal 2027, a 67 anni e sei mesi dal 2029, a 67 anni e nove a decorrere dal 2031 fino a balzare a 69 e sei mesi nel 2051. Altro che Quote 102, 103 e 104 o prospettive di uscite anticipate, che, al contrario, l’ultima legge di Bilancio ha penalizzato per contenere i conti pubblici e preservare la sostenibilità del sistema previdenziale.
Lo sa bene il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. “In campagna elettorale si parla spesso di pensioni, ma è’ il caso di parlare anche del trend demografico del Paese», ha sottolineato il ministro a luglio, rispondendo a una interrogazione alla Camera”, aggiungendo che “il tasso di crescita della spesa pensionistica fa riferimento all’adeguamento sostanzioso che le pensioni» stesse «hanno ottenuto in relazione al tasso di inflazione”. Parole rivolte per tenere a bada la sua maggioranza e soprattutto il suo partito. Nel frattempo qualcuno deve però rispondere su cosa il governo vuole fare in vista del decreto. Il pasticcio delle similazioni è stato scaricato sull’Inps. Ora però le opposizioni chiamamo la ministra del Lavoro, Marina Calderone, a riferire in Parlamento.
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