I precari protestano per le “promesse non mantenute” e chiedono un incontro con la Presidente Meloni

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La protesta dei precari della scuola che chiedono un incontro a Giorgia Meloni.
Quest’anno per i docenti precari il regalo di Natale da parte del Governo, guidato dalla Premier Giorgia Meloni, e del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è stato il nuovo concorso PNRR 2. La pubblicazione del bando, lo scorso mese di dicembre, ha provocato profondo disappunto negli insegnanti precari e idonei del Comitato Precari Uniti per la Scuola, da un lato i precari storici ormai relegati nella condizione di perenne precarietà (anche a seguito dei continui cambiamenti di regole al variare di ogni maggioranza governativa), dall’altro gli idonei dei concorsi già svolti, i quali avendo superato una o più prove concorsuali non hanno intenzione di sottoporsi a ulteriori inutili selezioni per il ruolo, avendo già testimoniato l’ idoneità o la vittoria nelle sedi opportune.

A peggiorare ulteriormente la situazione è stata l’introduzione nelle graduatorie del concorso PNRR 1 di una riserva del 15% dei posti per chi ha svolto il Servizio Civile Universale, ovvero una corsia preferenziale nei confronti di giovani senza alcuna esperienza. Ciò ha naturalmente determinato, sebbene il conseguimento di voti più alti, che i precari venissero scavalcati nelle rispettive graduatorie.
Ancor più inquietanti e ambigue sono state le dichiarazioni del Governo, che di fronte alla legittima richiesta degli idonei del concorso PNRR 1 di rendere a esaurimento le rispettive graduatorie, ha lasciato supporre di aver chiesto all’Europa un confronto per la modifica delle modalità di reclutamento legate al PNRR, senza specificarne i tempi e sostenendo che solo con l’assenso dell’Europa potrebbero essere evitate le nuove procedure concorsuali (a breve avremo il terzo regalo più o meno natalizio da parte di questo Governo, un altro concorso PNRR).

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Paradossalmente però, come indicatoci dall’Europa, i temi della formazione e del reclutamento sono di esclusiva sovranità nazionale, pertanto nessuna autorizzazione è necessaria per stabilizzare i precari!
Tutto ciò rivela contorni realmente grotteschi, che evidenziano la più totale mancanza di rispetto e di considerazione da parte del Governo per chi ha sostenuto per anni la scuola e per chi ha dimostrato sul campo le proprie competenze.

Non possiamo dimenticare le roboanti promesse di lungo corso di stabilizzazione dei docenti precari, NON MANTENUTE, da parte di leader ed esponenti di questa maggioranza, da Fratelli d’Italia alla Lega. Nel 2020 sulla pagina Facebook di Matteo Salvini si leggeva “No al concorso/Sì alla stabilizzazione di migliaia di precari che insegnano già da anni” e sulla quella di Giorgia Meloni era riportato “No al concorsone/Sì alla stabilizzazione/Basta precarizzare la scuola/Fratelli d’Italia chiede la stabilizzazione degli attuali precari della scuola, senza crearne di nuovi, attraverso una graduatoria a immissione in base ai titoli e agli anni di servizio”
Nel 2024 leggevamo sulla pagina di Ella Bucalo l’apologia della lotta al precariato da parte di Fratelli d’Italia e l’approvazione di ordini del giorno per l’avvio di fantomatici confronti con la Commissione Europea al fine di individuare la soluzione più idonea che rispondesse alle legittime aspettative di migliaia di candidati che avevano superato il concorso ordinario PNRR del 2023 a essere immessi in ruolo.

La scuola aveva fatto affidamento sulle promesse fatte, e sembrava essere giunta la fine della mortificante agonia del precariato.
E, invece, la storia si sta ripetendo.
I docenti sono stanchi, ed esacerbati da proclami puntualmente disattesi, rimbalzi di responsabilità, chiusura, silenzi o risposte fumose da parte di questo Governo, un palese affronto all’intelligenza e alle competenze di tutta la classe docente!
Al Ministero dell’Istruzione e del Merito è stata più volte indicata la necessità di modificare le modalità di reclutamento, al fine di renderle più flessibili, in modo da evitare l’accertamento formale dell’inosservanza della normativa comunitaria per l’impiego continuo di contratti a termine da parte della Corte di Giustizia dell’Unione, ma anche in questa circostanza gli appelli di oltre 250mila insegnanti precari sono rimasti lettera morta.
Sulla situazione si sono espresse anche le principali organizzazioni sindacali, FLC CGIL, UIL SCUOLA, SNALS e ANIEF, le quali hanno denunciato l’inefficacia dei concorsi previsti nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza ai fini della risoluzione del problema del precariato.
Il Comitato Precari Uniti per la Scuola chiede un incontro con il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e lancia un appello al fine di scongiurare la reiterazione di ulteriori concorsi, anche per evitare lo sperpero di denaro pubblico per lo svolgimento delle procedure, denaro che peraltro andrà restituito!
Le risorse del PNRR destinate all’istruzione andavano impiegate per stabilizzare i precari storici e gli idonei dei concorsi già svolti, non per inutili concorsi!
La proposta già consegnata al Ministero è il doppio canale di reclutamento, unica strada possibile per assorbire il dilagante precariato nella scuola, ovvero reclutamento per il 50% da graduatorie di idonei dei concorsi svolti fino al 2024 e 50% da GPS.
Ragionevolmente appare questa l’unica via da perseguire per affrontare l’emergenza nazionale che coinvolge l’ intero comparto scuola.

Comitato Precari Uniti per la Scuola





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