Percepivano sussidi in Italia e vivevano in Tunisia, indagati nove irregolari

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Ennesima truffa legata al mondo dell’immigrazione clandestina. In data odierna la Polizia di Stato di Civitavecchia ha smascherato un sistema criminale che coinvolgeva 9 cittadini tunisini arrivati illegalmente in Italia a bordo di traghetti. L’operazione, denominata Easy Money, è stata condotta con il coordinamento della locale Procura della
Repubblica, diretta dal Procuratore Capo Alberto Liguori.

Dopo più di un anno di indagini i poliziotti della Polizia di Frontiera Marittima di Civitavecchia hanno accertato che i cittadini tunisini indagati simulavano la presenza continuativa sul territorio italiano al fine di ottenere permessi di soggiorno e svariati altri bonus e benefici economici, che però utilizzavano in Tunisia. La truffa, infatti, consisteva nell’apparire percettori di reddito al di sotto delle soglie atte a richiedere svariati bonus e benefici economici allo Stato: assegno unico, assegno per il nucleo familiare, voucher per l’istruzione e bonus maternità.

Per ottenere tali aiuti economici gli indagati hanno presentato documentazione falsa attestante la precarietà della loro situazione economica, la presenza stabile dei loro nuclei familiari in Italia e la residenza in territorio italiano. Molti dei minori tunisini attenzionati nell’ambito dell’indagine, beneficiari dei bonus educativi, non avevano neppure mai frequentato scuole italiane e disconoscevano totalmente la lingua italiana, avendo soggiornato in Italia solo per brevi periodi. L’inchiesta della Polizia, condotta a tappeto su tutto il territorio nazionale, ha evidenziato un modus operandi comune tra i nove tunisini coinvolti, con un danno complessivo stimato di circa 300mila euro.

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In queste ore sono state avviate le procedure per la revoca dei permessi di soggiorno ottenuti illecitamente, oltre che per il recupero delle somme indebitamente erogate dallo Stato nei loro confronti.

Il fenomeno, purtroppo, non è certo nuovo. I reati e le truffe legate al mondo dell’immigrazione clandestina sono una costante con cui abbiamo tristemente imparato a convivere. In febbraio erano stati arrestati 4 italiani, con precedenti per truffa, accusati di “concorso in falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e per reati sull’immigrazione clandestina”. I quattro fornivano falsi contratti d’affitto e di idoneità abitativi utili agli immigrati per ottenere permessi di soggiorno e ricongiungimenti familiari; i “servizi” offerti richiedevano il pagamento di somme in denaro fino a 5000 euro.

A marzo dello scorso anno un maxi-blitz della Guardia di Finanza nel foggiano aveva portato a 20 misure cautelari e al sequestro di beni per un valore di 5 milioni di euro. Gli arrestati erano imprenditori, professionisti e anche un consigliere comunale del Pd di Cerignola. Secondo gli inquirenti, attraverso quattro società fantasma operanti nel settore agricolo, sarebbero stati assunti nel corso del tempo ben 647 falsi braccianti, utili per poi richiedere e percepire indebitamente indennità previdenziali ed assistenziali: assegni nucleo familiare, disoccupazione agricola, malattia e maternità. Questo meccanismo avrebbe permesso agli arrestati di ottenere bonus e indennità per un valore di oltre 2 milioni di euro. Il secondo filone dell’indagine è basato sempre sull’utilizzo di società fittizie, in questo caso atte ad agevolare l’ingresso nel territorio nazionale di cittadini extracomunitari a fronte di assunzioni fasulle. Gli indagati avrebbero richiesto l’assunzione di 337 lavoratori extracomunitari beneficiando del decreto “Flussi”, in tal modo sarebbe stato garantito agli extracomunitari il rilascio del visto di ingresso in Italia per motivi di lavoro, naturalmente a fronte del pagamento di una somma in denaro, pari a circa 3.000 euro per persona.

In settembre reati simili sono stati contestati a 41 persone nel tarantino, nell’udienza preliminare i capi d’imputazione andavano dal reato di “associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” a quello di “falso e truffa aggravata ai danni dell’ente previdenziale”. I reati erano stati commessi fra il 2013 e il 2018, ad indicare quanto sia diffuso (e irrisolto) il problema.

È la nuova frontiera della truffa, sfruttata indistintamente da clandestini e italiani. Talvolta, però, il tutto può assumere tratti farseschi, come nel caso dei 305 rifugiati che tra gennaio e luglio 2024 sono stati “beccati” a tornare con visto turistico dall’Italia nella loro patria di origine, dalla quale erano fuggiti perché “perseguitati”. Un fenomeno che peraltro sembra riguardare tutta Europa, come testimoniato dalla tedesca Rtl, che ha scovato agenzie di viaggio dedite all’organizzazione di voli per rifugiati afghani “perseguitati”, con tanto di rilascio di visto facilmente rimuovibile per non avere problemi al ritorno in Germania.





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