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di SANTO GIOFFRÈ – Al punto nefasto in cui è stata buttata la Calabria, dove il tragicomico è il tratto dominante dell’andazzo, è da pidocchiosi tacere. Partiamo da Occhiuto e dalla sua maggioranza che da 6 anni governa la Calabria. L’ultimo trionfo attraverso cui il Governatore è giunto in quel posto, più che merito suo, è stato per l’inconsistenza di chi diceva di essere, sempre, altro diviso in tre: un coacervo di niente, allegrotti partenopei in weekend nel blu mare calabro, dispersi nel deserto. Una passeggiata per Occhiuto che, da subito, individua nella sanità il facile strumento del buon e redditizio governo del consenso. Chiede e ottiene poteri assoluti, in quel campo, da Draghi, il peggiore governante di tutti perché cinico e bancario. Solo che Occhiuto, quando va a mescere dentro il ritenuto ricco carniere della Sanità calabra, non solo perde il cucchiaio ma ci rimette, pure, il braccio. In Calabria, l’assistenza sanitaria, come servizio da fornire alla gran parte dei Calabresi, non esiste più (Rapporto Gimbe, The Lancet, tele Meloni…).
Nella fornitura dei servizi ai cittadini, però! In altri compartimenti dello stesso settore, il grasso cola ancora. Eccome se cola! Tanto che viene istituita l’Azienda Zero, per regimentare e governate questo grasso, mentre l’osso rimane alle Asp e, contemporaneamente, per accompagnare al meglio le azioni del governo, l’idea e la messa in orbita di un apparato mediatico di diffusione della notizia tale da far apparire i tramonti come radiose Aurore, così care a Eos dalle mani colorate. Tenendo conto che non ci sono più medici, in Calabria, e che non ce ne saranno mai più, a causa dei disastri causati dal Piano di Rientro, mai voluto risolvere, unico caso in Italia, perché risolverlo avrebbe comportato la fine dei ventennali, tranquilli saccheggi di danaro pubblico, stimo io, di ben 3 miliari dal 2000 fin ora, da parte di un protetto sistema criminale che delle dinamiche di quel Piano ne gestisce e controlla le fasi ed ne esercita il dominio assoluto, qualche conto incomincia a non tornare.
D’altronde, fin dal 2009, il Governo, con complicità in loco, ci tratta non come persone, ma alla stregua di numeri. Occhiuto, allora, inizia una serie di manovre di contenimento. La prima, intuendo l’imminente collasso del sistema, che lo esporrebbe a gravi rischi, visto il ruolo preteso e ottenuto, fa arrivare ben 343 medici dalla Repubblica Comunista di Cuba, validissimi Professionisti, lui anti-comunista da sempre, da usare come tampone nelle postazioni più sensibili: PS, emergenza/urgenza a tempo determinato e, cioè, fino alla fine del suo mandato, calmierando, così e momentaneamente, le cose. La seconda cosa, dicevo, è l’Azienda Zero; la terza, la messa in opera di una poderosa campagna, da parte delle Asp, di transazioni, principalmente con BFF, con finalità di pagare i debiti della sanità, senza, però, fare una ricostruzione rigorosa della storia delle fatture, col rischio che il debito, attraverso titoli di riconoscimento del credito, conservati in casseforti o in tasche sicure, possa ripresentarsi negli anni che verranno.
In questa operazione, è stato aiutato dal Governo con una strana legge di contabilità unica in Europa. Dire che su queste cose c’è un’inchiesta della Procura di Milano, in atto, non m’interessa proprio, perché io parlo di politica. Forse, visto il suo prestigio, al suo governo, invece delle favole, avrebbe potuto suggerire, conoscendo lo stato dell’arte e dell’abisso in cui sono precipitati i parametri vitali della Regione, di fare 2+2. Dopo aver dato ben 15 miliardi per un’opera devastante e inutile, il Ponte sullo Stretto, di ritornarci altrettanti miliardi, a noi sottratti tra ruberie e trasferimenti di risorse al Nord per curarci, al fine di poter reperire medici, invogliandoli a venire in Calabria. Parlo, per capirci, delle materie non LEP, quelle che il Nord userà per abbuffarsi di servizi e oltre, con i nostri soldi e che Occhiuto, da vice-presidente di FI, gli ha concesso, mentre ai calabri vendeva la storiella dell’essere il tosto, feroce oppositore di ciò che lui stesso ha concesso al Nord, votando, con cognizione e volontà, la legge sull’Autonomia Differenziata.
Ma non solo… Ad ogni disastro sanitario che accade in Calabria, la potente macchina mediatica, con abilità che va riconosciuta, racconta altro: di aeroporti pieni (e ferrovie abbandonate), di strade favolose, di spettacoli strepitosi di fine anno, di fiere roboanti dove l’agricoltura calabrese, si e no, compete, quasi con i ranchero texani per, poi, ritrovarla in pieno medioevo, di rigassificatori e bombe ecologiche a iosa, di finanziamenti per ogni dove, soprattutto ai consoni, di una Film Commission che tutto fa, meno che promuovere la filmografia paesaggistica calabra, come da statuto.
Solo che, però, la narrazione, di colpo, si è rotta: la gente incomincia a morire per mancanza di medici, posti letto, divisioni ospedaliere, autoambulanze, strade. Certo, bisogna pur dire che gran parte delle responsabilità sono dell’altra parte, la cosiddetta opposizione consiliare, partitica, sociale, che tace sempre, oltre qualche folkloristico, raro sussurro e grida e che ha sempre accompagnato l’agire di Occhiuto, dentro un silenzio ecclesiale.
Addirittura, arrivando a proporre leggi da lui, o dalla sua maggioranza, suggerite. Certo, qualcuno, come l’ottimo Antonio Lo Schiavo, ha cercato, in solitudine, di non essere inutile, portando avanti battaglie che tutti dovevano ed avevano l’obbligo di fare. Ora, all’avvicinarsi del formaggio, rivedo movimenti delle solite facce e faccendieri, piccoli Gattopardi, che pensano che non importa, tanto, perdere è bello. L’importante è che ci siano sempre loro ad auto-garantirsi per continuare a tradire il proprio mandato. Io, a costo di rimanere solo, con mizzicu, non starò zitto e sapete cosa vuol dire il mio non silenzio, per la miseria. (sg)
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