Il sindaco Lepore e la guerriglia a Bologna: «È stata violenza gratuita. Ma in tanti stanno provando ad alzare il clima di tensione»

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di
Claudia Baccarani

Il primo cittadino del capoluogo emiliano: «Hanno subito devastato e rotto tutto quello che trovavano. Stiamo ancora contando i danni, aspettiamo le indagini. Non si capisce come possa essere colpa del Pd»

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Sindaco Lepore, che cosa è successo sabato a Bologna?
«C’è stata una devastazione che non ha alcuna giustificazione, perché non c’è causa giusta per fatti del genere. Gruppi di varia natura si sono dati appuntamento facendo appelli sui social per ritrovarsi, dicevano loro, e manifestare per quanto accaduto a Milano. Ma non c’è stata alcuna manifestazione: hanno subito devastato e rotto tutto quello che trovavano. Stiamo ancora contando i danni».

Si è fatto un’idea di chi erano?
«So che è stato fatto qualche fermo. Ma al momento non sono in grado di attribuire delle sigle a chi era in strada. Ci sono reti legate ad alcuni collettivi, ma nei video si vedono anche passanti, giovani e giovanissimi che si sono uniti a loro. Molti erano con il passamontagna».




















































Il questore di Bologna ha parlato di «violenza per la violenza».
«Sono molto d’accordo: qui non c’è stata nessuna motivazione. Solo la devastazione e una grande mancanza di rispetto per tutti: dehor di locali e vetrine di banche e negozi distrutte, bidoni rovesciati. Sembrava che per alcuni fosse un gioco, ma per altri forse è stato qualcosa di molto più serio e premeditato. Lo diranno le indagini».

Si sarebbe mai aspettato di vedere una tale esplosione di violenza e odio nella sua città?
«Bologna è indignata e arrabbiata. Nell’ultimo anno abbiamo assistito a una tensione crescente nelle piazze, politica e sociale. Qui non l’avevamo ancora vista così, mai questa violenza gratuita».

Anche in Italia abbiamo un problema con le seconde generazioni, i figli degli di immigrati, come in Francia?
«Diciamo che se ancora non l’abbiamo, in tanti stanno lavorando per alzare un clima di tensione perché si arrivi a questo. Questi ragazzi vengono indicati come il male di ogni problema ma non si può generalizzare. Di fronte a dei reati la responsabilità è individuale, non si deroga da questo principio di diritto. Dalle immagini è difficile stabilire che sono stati solo di un gruppo di ragazzi di origine araba. Ripeto: si vede dai filmati che c’erano persone di varia età e provenienza».

Il Pd viene accusato di buonismo su questi temi. Che cosa risponde?
«C’è chi porta avanti una strumentalizzazione politica mettendo etichette ed usando questi episodi gravi per attaccare la sinistra. Non si capisce come possa essere colpa del Pd quando da due anni l’ordine pubblico è governato da Meloni e dalla destra. Io però sono per tenere la massima unità istituzionale e politica in situazioni come queste».

A Bologna ci sono stati episodi preoccupanti di vandalismo ai danni della sinagoga, la comunità ebraica ha parlato di un assalto e ha sottolineato che la solidarietà postuma, come la sua, non serve.
«Ho visto con rammarico queste dichiarazioni che ritengo molto strumentali. Alla comunità ebraica va la nostra solidarietà, io per primo ho denunciato quanto era accaduto. Saranno le indagini a dire se sono stati episodi di antisemitismo».

Vede una regia dietro gli incidenti di Bologna e Roma?
«Vedo un clima generale di tensione che a volte tocca questi ragazzi di seconda generazione e a volte altri gruppi, da Casapound ai collettivi studenteschi. La risposta delle istituzioni non è adeguata: il governo ha fatto il decreto sicurezza, aumenta la polizia nelle piazze ma la tensione non cala. 
Serve una riflessione e un appello alla calma».

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Anche da parte della premier Meloni?
«Da tutti».

La Rete dei Patrioti ha annunciato che sabato scenderà in piazza a Bologna. La preoccupa?
«È la conferma che si sta cercando di definire un nemico, un capro espiatorio. E aggiungo: mi preoccupa forse di più che in questi giorni sia stato cancellato dal governo il fondo per la povertà educativa. Significa che nelle nostre periferie si chiuderanno migliaia di progetti di educazione e prevenzione rivolti proprio ai giovani».

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12 gennaio 2025 ( modifica il 13 gennaio 2025 | 07:33)

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