Giubileo 2025. Don Angelelli (Cei): “Decidersi di cogliere questa mano tesa alla riconciliazione”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 


“La certezza della presenza di Cristo nella storia è il fondamento della nostra speranza”, afferma il responsabile della Pastorale della salute Cei, presentando al Sir il Giubileo degli ammalati, con attenzione anche alla salute mentale. Tra i segni concreti, l’apertura a dicembre di un centro polispecialistico a Catanzaro promosso dal Bambino Gesù. Il Giubileo, aggiunge, è “una grande offerta di misericordia, una mano tesa alla riconciliazione”, invitando a “coglierla, perché da sola non verrà”

Foto Ospedale Bambino/Gesù/SIR

Si terrà il 5 e 6 aprile 2025 il Giubileo degli ammalati e del mondo della salute, ma sarà preceduto da un inedito anteprima: giovedì 3 è infatti in programma un focus specifico, interamente dedicato alla salute mentale a livello globale. “Una tappa integrativa che intende

illuminare con un raggio di speranza profetico un mondo negletto, silenziato, relegato ai margini,

di cui lo stigma resta la cifra principale”, anticipa al Sir don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Per quanto riguarda la due giorni del 5 e 6 aprile, le iscrizioni sono aperte fino al 9 febbraio. Sabato 5 il programma prevede, tra le 8 e le 17, il pellegrinaggio alla Porta Santa; dalle 16 alle 18:30 un “Dialogo con la città”: attività di carattere culturale, artistico e spirituale in alcune piazze di Roma. Domenica 6 la messa presieduta da Papa Francesco alle 10:30 in piazza S. Pietro. Lavori in corso, invece, per l’organizzazione del 3 aprile. “Un convegno mondiale – spiega Angelelli – che per tutta la giornata analizzerà il tema salute mentale nelle sue molteplici angolazioni con la partecipazione di illustri personalità di diversi Paesi del mondo”. Coinvolte anche l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Unione europea nelle persone, rispettivamente, di Chris Brown (Head Who European Office for Investment for Health and Development, ndr) che ha già partecipato ai due convegni organizzati dalla Pastorale della salute lo scorso maggio a Verona e lo scorso novembre a Roma, e Sandra Gallina (Director General for Health and Food Safety, European Commission, ndr), già intervenuta al convegno di novembre.

Don Angelelli, come vi state preparando al “vostro” Giubileo?
Abbiamo concordato con le undici Federazioni e i Consigli nazionali delle professioni sanitarie e sociosanitarie – che rappresentano oltre 1,5 milioni di professionisti – un percorso di avvicinamento in tre tappe dedicato alle povertà sanitarie per una salute equa e accessibile. La prima tappa, il convegno “Le povertà sanitarie in Italia”, si è svolta lo scorso 10 maggio a Verona avendo come focus la situazione del nostro Paese, e ha prodotto un Manifesto sottoscritto dai presidenti delle undici Federazioni. Il secondo appuntamento, il 22 novembre a Roma, alla Lateranense, ha ampliato lo sguardo analizzando l’universalità e la sostenibilità dei Ssn in Europa. L’ultimo, ad aprile 2025, sarà dedicato alla dimensione mondiale delle povertà sanitarie perché in un mondo totalmente globalizzato e connesso

non si può più pensare la sanità se non in termini di One Health a livello globale.

Oltre a questo percorso, abbiamo attivato alcune aree di lavoro: una sulla sanità cattolica e di ispirazione cristiana; una con i religiosi e le religiose; un’altra con le associazioni di pastorale della salute; e poi con i dirigenti della sanità pubblica, in collaborazione con le reti Fiaso e Federsanità; con gli studenti di medicina e delle professioni sanitare; infine con le associazioni di advocacy e di volontariato. E tutto all’insegna della speranza.

Foto Calvarese/SIR

La speranza, appunto. Come declinarla in questo ambito?

Anzitutto smettendo di fare terrorismo mediatico,

di dire che va tutto male o illudendoci che ci siano soluzioni. Al convegno dello scorso novembre abbiamo imparato che nel confronto con l’Europa, l’Italia se la cava molto bene. In diversi Paesi europei se arrivi in un Pronto soccorso senza assicurazione e/o carta di credito non vieni preso in carico. Noi, pur con tutte le nostre fatiche e i nostri limiti, siamo ad un diverso livello di civiltà perché chiunque si trovi sul territorio nazionale ha il diritto di essere curato.

Microcredito

per le aziende

 

E comunque un bel segno di speranza, molto concreto, esiste già…
Sì, lo scorso 2 dicembre, a qualche settimana dall’apertura della Porta Santa, è stato avviato a Catanzaro un centro di riferimento polispecialistico nel quale i medici dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma si alternano per essere a disposizione dei piccoli pazienti di quella regione. Un progetto accarezzato da mesi con il Bambino Gesù per creare centri specialistici nelle regioni del centro-sud con l’obiettivo di ridurre il pendolarismo sanitario – e quindi viaggi estenuanti dal punto di vista fisico, emotivo ed economico – al quale sono costretti molti piccoli malati con le loro famiglie, tornati nella loro regione d’origine una volta superata l’acuzie e la prima fase di riabilitazione, ma bisognosi di visite ed esami di controllo a Roma. Dal 2 dicembre a Catanzaro niente più pendolarismo: presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Renato Dulbecco, grazie ad un accordo con la Regione Calabria che riconoscerà al Bambino Gesù l’importo della prestazione sanitaria, sono partite visite ortopediche e neurologiche. Il calendario copre già l’intero 2025 con tutte le specialità, da cardiologia a neuropsichiatria, endocrinologia, genetica, malattie rare. Previsto anche un servizio per i piccoli pazienti con sindrome di Down. La prospettiva è coinvolgere altre regioni in questo progetto.

Come fare affinché quanto vissuto intensamente durante il Giubileo rimanga cifra costante della pastorale della salute?
La pastorale della salute, già di per sé, previene il Giubileo, nel senso che la nostra azione consiste nell’offrire speranza in qualsiasi condizione e scenario. Speranza che non significa né illusione né ottimismo:

la nostra speranza è fondata sulla certezza della presenza di Cristo nella storia.

Non è aleatoria; è una speranza certa, fondata nella misura in cui viene ricondotta alla sua origine: l’incarnazione di Cristo e la sua vicenda umana, passata attraverso tante fatiche personali ed esperienze dolorose, ma anche momenti di profonda e intima pace e relazione con il Padre. Relazione che dobbiamo riallacciare, e il Giubileo ci aiuta a farlo:

questa grande offerta di misericordia che è l’Anno santo è semplicemente una mano tesa alla riconciliazione.

Bisogna decidere di coglierla, perché da sola non verrà. Dobbiamo alzarci e andare verso l’abbraccio che il Padre ci offre.

Foto Alessandro Feltre

I ministri straordinari della comunione che ruolo possono avere?
Un ruolo assolutamente strategico perché sono sempre più il ponte tra la comunità e il domicilio. Il malato, il sofferente che vive nella propria abitazione rischia di rimanere escluso dalle dinamiche relazionali della comunità. Non bastano Tv o telefonino per rimanere collegati: c’è bisogno di relazioni umane. Telemedicina, telesoccorso, teleconsulto sono strumenti utili ma mai sostitutivi di una relazione umana; le macchine erogano terapie ma non possono sostituire la relazione.

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Qui è in gioco il concetto stesso di cura che non si limita alla terapia, ma è soprattutto attenzione verso l’altro.

Con il decreto “milleproroghe” approvato qualche giorno fa dal Cdm, il governo assegna al Dipartimento per gli Affari regionali della Presidenza del Consiglio l’attività istruttoria per la determinazione dei Lep e dei relativi costi e fabbisogni standard fino al 31 dicembre 2025…
E’ un fatto storico che dalla riforma del Titolo V queste competenze siano state attribuite alle regioni che devono attivarsi per garantire i Lea. Si tratta di un obbligo, non di un’opzione. Il finanziamento del Fondo sanitario nazionale viene erogato e diviso tra le regioni in modalità proporzionate. Le risorse ci sono: il problema è come attivarsi e come spenderle. Oggi esiste una fetta di popolazione che rischia di essere “differenziata” e “scartata”; sacche di umanità che non riescono più a curarsi e questo è contrario non solo al Vangelo, ma anche ai principi della Costituzione. Noi, come Cei, non siamo pregiudizialmente contrari a che le autonomie raggiungano i loro obiettivi; il problema di fondo è se queste autonomie vengono fondate – o meno – su criteri di solidarietà, secondo il principio di equità per cui chi ha maggiori bisogni deve ricevere maggiore attenzione. Di fronte al consolidarsi di comunità di cittadini di serie A e di serie B,

più che di autonomia differenziata c’è bisogno di solidarietà differenziata,

                di un ripensamento della sanità proprio nel segno della solidarietà differenziata.

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Microcredito

per le aziende

 

Source link