Gas, Venier (Snam): “Equilibrio fragile”. Trump ricatta l’Ue con il GNL. Birol (IEA): “Italia guidi corsa a geotermia”

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Gas, Venier (Snam): “Equilibrio fragile, bisogna mettere in sicurezza il sistema con gli interventi infrastrutturali decisi da tempo”. Trump ricatta l’Ue con il GNL. Birol (IEA): “L’Italia guidi corsa a geotermia, la rinnovabile del futuro”. La rassegna Energia

Il gas si trova in un equilibrio molto fragile, basta poco per romperlo. Una fragilità confermata dal mancato rinnovo dei contratti di transito del gas russo attraverso l’Ucraina. Per questa ragione, è importante “fare attenzione e continuare a lavorare sulle scelte che sono già state fatte e che servono a mettere in sicurezza il sistema con il completamento degli interventi infrastrutturali decisi da tempo”, dice Stefano Venier, ceo di Snam, nell’intervista di oggi su L’Economia de Il Corriere della Sera. Il gas è ormai diventato merce di scambio nelle relazioni tra i Paesi, sottolinea La Repubblica Affari & Finanza. In particolare, l’Unione Europea è sotto scacco degli Stati Uniti, primi fornitori di GNL del Continente. Pochi giorni fa Trump ha detto che l’”Unione europea deve acquistare su larga scala il nostro petrolio e il nostro gas. Altrimenti, saranno dazi a tutto spiano”. L’Italia deve giocare un ruolo di primo piano nella corsa alla geotermia, la fonte rinnovabile del futuro. A dirlo è Faith Birol, direttore dell’International Energy Agency, intervistato da L’Economia de Il Corriere della Sera. Infatti, secondo recenti studi l’energia geotermica potrebbe soddisfare quattro volte il fabbisogno energetico nazionale. La rassegna Energia.

ENERGIA, VENIER (SNAM): “GAS, EQUILIBRIO FRAGILE”

“Avanti nella gestione delle partite correnti, ma con la testa alta sulle prospettive e con un piano da oltre 12 miliardi. Scansando le occasioni di polemica, che pure non mancano, e magari lavorando a soluzioni, ma sottotraccia. Che poi, in fondo, è un po’ il mestiere di sempre della Snam fin da quando cominciò a portare il metano da Salsomaggiore a Lodi e Milano, in tempi di guerra. Stefano Venier in quest’avvio di 2025 non si fa mancare nulla. Con l’ultimo dell’anno ha accolto la nave rigassificatrice BW Singapore, giunta da Dubai a Palermo e attesa a Ravenna per l’allaccio nelle prossime settimane. L’amministratore delegato del gruppo assiste alle roventi polemiche sulle prossime bollette del gas, che pure non lo riguardano direttamente. (…) «Anche in tempi non sospetti, anche quando, diciamo otto-dodici mesi fa, c’è stato un calo di attenzione e sembrava che le cose fossero state risolte per sempre — ragiona Venier — anche allora ho sostenuto che il contesto è estremamente fragile e che basta poco per rompere l’equilibrio e si crei la necessità di nuovi interventi. Una fragilità, che ci è stata ricordata dal mancato rinnovo, ampiamente previsto, dei contratti di transito del gas russo attraverso l’Ucraina. Bisogna dunque fare attenzione e continuare a lavorare sulle scelte che sono già state fatte e che servono a mettere in sicurezza il sistema con il completamento degli interventi infrastrutturali decisi da tempo.(…) considerazioni che Venier appoggia sui numeri: nonostante le temperature più rigide, gli stoccaggi sono oltre il 75%, sopra la media europea e molto sopra i livelli del gennaio 2022. L’andamento dei prelievi dagli stoccaggi, inoltre, spiegano gli uffici Snam, è tale da scongiurare l’utilizzo completo delle riserve nella titolarità degli operatori di mercato. Uno scenario a fronte del quale avremmo comunque un “cuscinetto” di circa 2 miliardi di metri cubi oltre alla riserva strategica. Diversa la situazione se dovessimo fronteggiare un lungo periodo di freddo molto intenso”, si legge su L’Economia de Il Corriere della Sera.

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“«I temi della volatilità dei prezzi e dell’aumento dei costi delle imprese, pur essendo fuori dall’ambito che Snam gestisce direttamente, sono il risultato di una fragilità a cui il sistema sta ponendo rimedio». Infrastrutture, dunque, anche se decisioni come quelle locali sul rigassificatore negato a Vado Ligure, rilanciando il Nimby bipartisan, non sembrano agevolare il percorso. «In realtà, dalle istituzioni, dal governo alle authority alle regioni, la risposta è positiva e una soluzione si trova. (…) Poi, certo, il rigassificatore di Piombino, come del resto quello che entrerà in esercizio a primavera a Ravenna, è fondamentale. Finora hanno attraccato oltre 50 navi. Pensi che la Italis è “prenotata” dal mercato per altri 19 anni. Pensa ci sia bisogno di aggiungere altro per spiegare perché è un investimento strategico?»”, continua il giornale.

“Fuori dalla contingenza, il ceo di Snam si prepara all’incontro con il mercato di mercoledì 22. Con al fianco il Cfo Luca Passa, venier si prepara ad illustrare un piano strategico da qui al 2029 da oltre 12 miliardi di investimenti netti. Il focus, anticipa, non sarà soltanto sulla sicurezza della catena di approvvigionamenti, ma confermerà anche gli investimenti sui business della transizione, dall’idrogeno al biometano fino alla carbon capture and storage. In proposito, osserva Venier, i test sull’impianto creato a Ravenna con l’Eni «stanno dando risposte oltre le aspettative, con un tasso di “cattura” di CO2 oltre il 90 per cento». Così come «il business del biometano è in netta accelerazione e le domande di allacciamenti ad impianti sono ormai a 2 miliardi di metri cubi». (…) «Non sta a me commentare — puntualizza venier — ma sono convinto che la visibilità e la solidità delle cose che facciamo troverà presto un riscontro». Soprattutto, sostiene l’amministratore delegato, alcuni aspetti dell’evoluzione dell’intero settore energetico stanno emergendo con più chiarezza. E l’importanza strategica degli stoccaggi, aggiunge, va oltre il contingente e l’emergenza climatica di una singola stagione. La crisi delle rinnovabili dello scorso dicembre che ha innescato una domanda di gas improvvisa, è stata l’ennesima dimostrazione dell’ampio raggio d’azione degli effetti sulle diverse infrastrutture”, continua il giornale.

ENERGIA, GNL MONETA DI SCAMBIO TRA UE E USA

“Il gas è sempre più moneta di scambio nelle relazioni tra i Paesi, in una mappa geopolitica in continuo aggiornamento. Si possono leggere in questa chiave le recenti parole, dal sapore del ricatto, del presidente statunitense eletto, Donald Trump, sulla piattaforma Truth: «L’Unione europea deve acquistare su larga scala il nostro petrolio e il nostro gas. Altrimenti, saranno dazi a tutto spiano!!!». A ben vedere, i numeri dimostrano che già oggi gli Stati Uniti sono i primi fornitori di Gnl (gas naturale liquefatto) dell’Europa. Secondo i numeri raccolti dall’economista di Goldman Sachs, Samantha Dart, da dicembre 2023 a novembre 2024, le esportazioni americane di Gnl si sono aggirate sui 91 milioni di tonnellate (mt), il 51% delle quali è sbarcato proprio nel Vecchio continente. «L’export Usa verso l’Europa – sottolinea Dart – è cresciuto significativamente, raggiungendo un picco nel 2023, a partire dalla crisi energetica dell’Ue del 2022». (…) Oggi, a distanza di quasi tre anni in cui quel legame è stato in buona parte spezzato, l’Europa deve fare i conti con il totale azzeramento delle forniture di metano via tubo in transito dall’Ucraina. (…) Uno scenario che ha destato qualche preoccupazione e che ha contribuito a spingere il prezzo del gas, al Ttf di Amsterdam, sopra i 50 euro al megawattora alla fine del 2024, su livelli lontani dagli oltre 300 euro dell’agosto 2022 ma che in ogni caso non si vedevano dall’ottobre 2023. Secondo Gianclaudio Torlizzi, fondatore di T-Commodity e consigliere del ministero della Difesa, «con l’azzeramento degli approvvigionamenti di gas russo via tubo è stata ufficialmente decretata la morte del mercato energetico europeo. Ora esiste solo un mercato globale, il che significa che c’è un’esposizione totale ai rischi e che ogni imprevisto internazionale può ricadere sui prezzi del gas importato»”, si legge su La Repubblica Affari & Finanza.

“Tra l’altro, aggiunge Torlizzi, «in questa fase i consumi industriali sono piuttosto bassi, ma ciò non ha impedito alle quotazioni di lambire i 50 euro, livello molto difficile da sostenere per le aziende e molto lontano dai circa 15 euro prima della pandemia e della guerra in Ucraina. Al momento il mercato sconta la previsione che i progetti per aumentare la capacità produttiva, anche negli Stati Uniti, non partiranno prima del 2026». Goldman Sachs stima che, nell’attuale scenario caratterizzato da un freddo sopra la media, le scorte di gas europee possano scendere al 30% a fine marzo, dal 35% in caso di tempo “normale”, alimentando il rischio, già concretizzatosi nell’agosto del 2022, che in estate si inneschi una corsa al riempimento degli stoccaggi. Al momento, ha ribadito in una recente intervista a Repubblica il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, «il gas liquido è il principale elemento di bilanciamento del sistema ». Una condizione che «ci espone alla concorrenza degli altriPaesi», a partire da quella asiatica, perché le navi cariche di Gnl «si dirigono dove il prezzo offerto è migliore. Lo scenario è variabile, va gestito per non rimanere vittima di un eccesso di oscillazioni dei prezzi» ha aggiunto Besseghini”, continua il giornale.

GEOTERMIA, BIROL (IEA): “PULITA E SICURA, ITALIA GUIDI CORSA”

L’Italia deve giocare un ruolo di primo piano nella corsa alla geotermia, la fonte rinnovabile del futuro. A dirlo è Faith Birol, direttore dell’International Energy Agency, intervistato da L’Economia de Il Corriere della Sera. Infatti, secondo recenti studi l’energia geotermica
potrebbe soddisfare quattro volte il fabbisogno energetico nazionale.

“L’energia geotermica è la fonte rinnovabile del futuro. Fatih Birol, direttore dell’International Energy Agency, ne è convinto e sollecita in particolare il governo italiano a sbloccare il geotermico, di cui il nostro Paese è molto ricco. Le risorse geotermiche italiane, secondo studi recenti, sono sufficienti a soddisfare oltre quattro volte l’intero fabbisogno energetico nazionale. Sfruttandole a fondo, il Paese non sarebbe più in balia degli sbalzi del prezzo del gas, che proprio in questi giorni stanno causando notevoli rincari nelle bollette dei consumatori. Invece l’Italia se ne disinteressa. Siamo il settimo Paese al mondo e il primo in Ue per potenza geotermoelettrica installata, ma stiamo perdendo rapidamente posizioni: nel 2003 eravamo al quarto posto. (…) «La geotermia attualmente soddisfa meno dell’1% della domanda globale, ma con adeguati investimenti potrebbe coprire l’8% del fabbisogno globale di elettricità entro il 2050, come si evince dal rapporto che abbiamo appena pubblicato. Un salto enorme per una fonte rinnovabile che diventerà strategica sulla via della transizione ecologica e dell’indipendenza dai fornitori aggressivi di idrocarburi. L’Italia è un Paese chiave per guidare questo salto di qualità, perché dispone delle competenze per farlo». (…) «Siamo all’inizio di un nuovo capitolo per l’energia geotermica perché ci sono alcuni entusiasmanti sviluppi tecnologici in grado di sbloccare un’enorme quantità di calore che si trova sottoterra. Sono le tecnologie che vengono utilizzate per la produzione di petrolio e gas di scisto. (…) «Il costo dell’energia geotermica scenderà nel giro di un decennio a circa 50 dollari per megawattora, che è più o meno il costo dell’energia idroelettrica. Questa nuova competitività della geotermia potrebbe liberare 800 gigawatt di potenziale elettrico da installare, coprendo il 15% della crescita del consumo globale di elettricità»”, si legge su L’Economia de Il Corriere della Sera.

“Non c’è solo l’enorme quantità di elettricità prodotta, ma anche la stabilità di questa fonte. La geotermia può contribuire in maniera determinante al mix energetico globale, italiano, americano e cinese, perché è disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7. È una fonte di elettricità molto stabile e più efficiente di altre rinnovabili. Il fattore di utilizzo di un impianto geotermico è circa del 75%, contro il 15% del solare e il 30% dell’eolico. Ovviamente il solare resterà la fonte leader, ma la geotermia può diventare un partner solido, a zero emissioni, per le altre fonti pulite (…) si può usare anche per riscaldare le case e per il settore industriale. Un altro elemento importante è che potrebbe essere la tecnologia chiave per riconvertire l’industria petrolifera alle fonti pulite. Nello sviluppo di un progetto, l’80% delle competenze necessarie per realizzare i progetti geotermici sono esattamente le stesse di quelle necessarie per le trivellazioni petrolifere». (…) Negli Stati Uniti, ad esempio, ci sono enormi investimenti, ma anche in Cina, in India, in Turchia e in alcuni Paesi d’Europa. Quindi il boom arriverà rapidamente. Molte grandi aziende stanno investendo nella geotermia. Ci aspettiamo che, a questo ritmo, gli investimenti annuali nella geotermia potrebbero arrivare a mille miliardi di dollari entro il 2035». (…) «L’Italia dispone di un enorme potenziale e il governo potrebbe dare una spinta significativa per aumentare la quota di mercato della geotermia nel sistema energetico italiano. Bisogna però abbattere alcune barriere. Prima di tutto semplificare i processi autorizzativi. Secondo, dare garanzie di lungo termine al fornitore geotermico. E terzo, sostenere l’innovazione»”, continua il giornale.



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