Disastro in Mesolcina, misure immediate in pubblicazione

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In attesa dell’aggiornamento delle carte delle zone di pericolo – analisi in corso che detteranno l’eventuale necessità di altri interventi –, la Mesolcina toccata dall’alluvione del 21 giugno 2024 porta avanti gli interventi delle cosiddette misure immediate per la messa in sicurezza dalle calamità naturali. Dal 10 gennaio al 10 febbraio – con possibilità di opposizioni e obiezioni – è posto in pubblicazione il progetto globale relativo al ripristino delle opere di premunizione danneggiate dalle frane e dalle piene.

Per la realizzazione di questi interventi sono previsti dei costi totali di 13,7 milioni di franchi. Una parte consistente dei 74 milioni di danni causati dal nubifragio. Danni che comprendono anche strade, infrastrutture, acquedotti, terreni agricoli, impianti idroelettrici ed edifici (escluse invece le opere di ripristino dell’autostrada a carico dell’Ufficio federale delle strade). Anche per le misure immediate, i loro costi saranno coperti da Cantone e Confederazione con un contributo pari all’80% della spesa. A carico dei sei Comuni coinvolti nel progetto, rimarranno i seguenti importi: 11,08 milioni per Lostallo, 983mila franchi per Grono, 766mila per Soazza, 265mila per Cama, 85mila per Mesocco e 41mila per Roveredo. La realizzazione e la conclusione di tutte le misure immediate sono previste per la fine dell’anno 2025. Nella relazione tecnica del progetto, si fa notare che “i termini proposti sono indicativi e che dipendono dalla procedura di approvazione e dalla disponibilità dei mezzi finanziari”. Delle 35 opere previste, ne sono già state realizzate più di venti. Si prevede ora di completare tutti gli interventi così da raggiungere un buon grado di sicurezza entro fine anno. Tutte e 35 le misure sono state discusse in dettaglio con l’autorità sussidiante cantonale (Ufficio foreste e pericoli naturali) e, dove necessario, pure con quella federale (Ufficio federale dell’ambiente).

Le misure immediate, si mette in chiaro nella relazione, sono necessarie per garantire l’efficacia delle opere di protezione almeno come precedentemente all’alluvione, onde evitare ulteriori danni prevedibili, ripristinando così la loro efficacia protettiva andata parzialmente o totalmente compromessa. Non si tratta dunque di realizzare nuove opere, ma di ripristinare quelle già esistenti.

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Tra i lavori eseguiti e in programma ci sono: esportazione di materiale solido depositatosi, ripristino degli alvei, sgombero del materiale dalle camere di ritenzione (in alcuni casi parte del materiale rimosso è stata riutilizzata per eseguire gli interventi delle misure immediate in loco), lavori di ripristino importanti e di ampliamento delle opere di protezione esistenti (gli argini, le briglie dei torrenti così come le fondamenta dei muri di sponda, le griglie in legno o i canali di scarico delle camere di ritenuta), spostamento di detriti e il loro deposito, demolizione di massi ciclopici anche tramite brillamento, lavori forestali. La maggior parte delle misure ha riguardato i corsi d’acqua.

Le analisi in corso e i possibili nuovi interventi

L’obiettivo è dunque di portare il grado di sicurezza a com’era prima dell’evento. Sarà l’aggiornamento delle carte delle zone di pericolo e dettare se e dove saranno necessari degli interventi più massicci e soprattutto la realizzazione di nuove opere di protezione. Questo attraverso l’allestimento di progetti singoli che dovranno seguire una loro specifica procedura di approvazione.

Nella maggior parte delle misure immediate, si legge nella relazione, non è stato necessario tenere conto di un caso di sovraccarico o di scenari specifici. Le misure previste si limitano a lavori di ripristino. Tuttavia ci sono due eccezioni che riguardano il riale San Giorgio e di Bogiasch, in territorio di Lostallo, dove gli interventi contemplano un imprescindibile potenziamento delle opere di premunizione.

Per quanto riguarda le misure immediate realizzate su terreni di proprietà privata, con tutti i proprietari toccati dai lavori o elencati nei piani di occupazione terreni verrà stipulato un accordo specifico comprensivo delle modalità di occupazione dei fondi, delle rispettive superfici e degli indennizzi previsti.

Il progetto delle misure immediate contiene anche la deponia di inerti a Sorte (la zona più colpita e che rimane inagibile agli abitanti), dove si prevede di depositare il materiale dell’alluvione creando un sistema di terrapieni di protezione per il paese. Un sistema che permette di avere un deposito per il materiale e allo stesso tempo creare un’opera di protezione dal riale Molera. Nello specifico, si pianificano tre terrapieni che formeranno un cono. Pronto anche un altro intervento di riserva nel caso i primi due non siano sufficienti, oppure per eventi futuri. Sempre in merito al riale Molera (quello che esondò andando a travolgere il paese) è previsto un sistema di preallarme, a difesa della strada cantonale, per gestire un eventuale sovraccarico delle opere di protezione allestite in forma provvisoria, che al momento non possono garantire la funzione protettiva completa. Il sistema di preallarme di colate detritiche o di fango è direttamente collegato ai semafori posti a valle lungo la strada cantonale. Si ricorda che per Sorte si attende l’aggiornamento della carta di pericolo (attesa per marzo, in anticipo rispetto alle altre zone) che dovrà suggerire se con eventuali ulteriori opere di premunizione sarà possibile il ritorno degli abitanti.



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