«Cadute le accuse più pesanti»

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«Sono contentissima, hanno capito che non ho avuto un ruolo nella scomparsa di mio padre». Questo il commento di Romina Manzo, figlia del muratore in pensione Mimì, scomparso quattro anni fa a Prata Principato Ultra in via Dell’Annunziata, e fin da subito iscritta nel registro degli indagati.

Parole pronunziate all’uscita dal comando provinciale dei carabinieri di Avellino, dove ha ritirato l’avviso di conclusione delle indagini firmato dal procuratore Domenico Airoma e dal sostituto Lorenza Recano.

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Romina oggi vede la sua posizione alleggerita in quanto da sequestro di persona e false dichiarazioni, oggi risponde di solo favoreggiamento dei suoi due amici, Loredana Scannelli e Alfonso Russo entrambi accusati di sequestro di persona. Favoreggiamento per Romina per aver fornito degli orari differenti durante due interrogatori.

«Mi fa molto piacere che sono cambiate le accuse nei miei confronti, per me è già un passo in avanti. Sono sollevata che ora abbiano capito che non c’entro nulla con questa storia della scomparsa di mio padre. Nonostante possibili fraintendimenti sugli orari forniti in merito alle telefonate, nulla era riconducibile a quanto mi veniva contestato». Romina Manzo che per quattro lunghi anni ha dovuto affrontare anche il pregiudizio dei suoi concittadini e delle vecchie amicizie per la sua iscrizione nel registro degli indagati, oggi si dice «tranquilla e fiduciosa, affronto l’eventuale processo serena. Devo molto al mio avvocato, che mi ha sostenuta fin dall’inizio e ha sempre creduto nella mia innocenza».

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Intanto l’avvocato Federica Renna, difensore di Romina Manzo raggiunta dall’avviso di conclusione ha precisato: «aspettavamo questo momento della conclusione delle indagini e quindi l’inizio di questo processo. Ovviamente chiariremo la posizione di Romina. Poter leggere gli atti ci consentirà di comprendere il motivo per cui gli inquirenti contestano il favoreggiamento a Romina, ma siamo tranquilli perché da quanto letto dal capo d’imputazione sono posizioni che si possono chiarire».

Per quanto riguarda le altre posizioni l’avvocato Federica Renna ha precisato «avremmo preferito che si parlasse di omicidio, così come sostenuto dai familiari di Mimì, ma le carte si possono ancora mescolare, i giochi non sono definitivamente chiusi». Mentre l’altro indagato Alfonso Russo, accusato di sequestro di persona, che lavora in questo momento fuori regione, ritirerà l’avviso nei prossimi giorni. Intanto l’avvocato Palmira Nigro è già al lavoro per depositare le memorie difensive per il suo assistito per «contestare del tutto il capo d’imputazione che non è in linea con le accuse mosse durante le indagini preliminari».

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Infine l’avvocato Rolando Iorio, difensore di Loredana Scannelli accusato di concorso in sequestro di persona, a cui l’avviso di conclusione indagine è stato notificato giovedì scorso, è a lavoro per valutare se presentare memorie difensive per la sua assistita o decidere di farla ascoltare dagli inquirenti che per quattro lunghi anni hanno lavorato incessantemente a questo giallo, incrociando dati, orari, targhe per formulare i capi d’imputazione contenuti nell’avviso di conclusione delle indagini per far luce sulla sparizione del muratore in pensione, avvenuta in circostanze misteriose nei pressi dell’incrocio tra via Dell’Annunziata e via Marconi.

L’ultimo frame delle telecamere di videosorveglianza ci restituisce un’immagine tranquilla di Mimì Manzo, che cammina al centro strada con le mani dietro la schiena che si dirige verso la cappella per una preghiera o semplicemente per fumare una sigaretta e far sbollire la rabbia. O almeno così aveva detto alle amiche di sua figlia dopo un litigio avvenuto in casa durante la sua festa di compleanno. Discordanti le versioni fornite finora sui motivi del litigio. Inizialmente si ipotizzò che il litigio tra l’ex mutatore e la figlia, fosse scoppiato per un pezzo di lasagna caduto a terra.

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Ma col tempo è emerso altro: la presenza di droga in casa Manzo. L’ipotesi, al vaglio degli inquirenti, è che Mimì avrebbe preannunciato di voler denunciare tutti perché aveva visto la droga circolare in casa sua. Quindi potrebbero averlo fatto sparire per questa ragione ipotizzano gli inquirenti che parallelamente all’inchiesta sulla sparizione hanno aperto un fascicolo per detenzione di droga, indagando anche in questa direzione.
 

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