BANI MONNI E GIANI SI CONFRONTINO IN PUBBLICO SUL PIANO INTEGRATO DEL PARCO CON AMBIENTALISTI E SCIENZIATI. Le associazioni ambientaliste ribadiscono il giudizio negativo sul PIP

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Le associazioni ambientaliste tornano a formulare un giudizio radicalmente negativo sul Piano Integrato del Parco (PIP) elaborato dall’Ente. Esprimono sconcerto di fronte alla delibera con la quale la Giunta Regionale Toscana ha trasmesso il Piano al Consiglio per l’adozione, prefigurandone, e in qualche modo condizionandone, il via libera.

Sorprende il fatto che, nonostante le fortissime perplessità e i pareri molto critici di urbanisti e intellettuali di fama nazionale, si sia voluto procedere senza un confronto aperto, allargato, pubblico. Anche se la decisione finale sul PIP spetterà al Consiglio Regionale, non sfugge il fatto che la Regione abbia volutamente ignorato anche le posizioni di alcune Amministrazioni comunali, le perplessità della Provincia, l’aperta opposizione di organi dello stesso partito del Presidente della Regione.

Per questo le associazioni firmatarie chiedono al Presidente del Parco, all’assessora Monni e al Presidente della Regione un confronto pubblico locale.

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Il fulcro del PIP, come noto, ruota attorno alla scelta di trasformare quelle che nel Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) originario di Cervellati erano le aree “esterne ai soli fini della caccia” ma agli effetti urbanistici aree interne del parco, in aree contigue, così attribuendone la pianificazione urbanistica ai comuni. Al Parco con il PIP resterebbe su quelle aree solo il compito di dettare prescrizioni alle quali la pianificazione urbanistica dei comuni si dovrebbe uniformare.

Il rischio è che tali aree, ambientalmente pregiate ma da sempre appetite dalla speculazione edilizia, possano essere devastate dal cemento. Sul tema delle “aree contigue”, le Associazioni avevano inviato alla Regione contributi e addirittura un parere legale, che non hanno avuto alcuna risposta.

Oltre tutto le “prescrizioni” urbanistiche inserite nel testo del PIP elaborato dal Parco e inviato in Regione sia per molte delle aree parco a tutti gli effetti che per le “aree contigue” sono estremamente permissive, con numerose previsioni di “nuove costruzioni” e/o ampliamenti volumetrici senza limiti quantitativi. Un esempio di tale assurdità urbanistica riguarda le aree DAM (Aree Antropizzate a carattere Militare) inventate di sana pianta dal PIP dove appunto si prevede l’addizione volumetrica infinita dal momento che, nella versione del Parco, è senza limiti, così consolidando e amplificando la presenza di zone militari nel parco. Un vero e proprio ossimoro, che apre la strada alla base nel Cisam.

Fortunatamente, a quanto sembra, sarebbero stati addirittura gli uffici regionali a “suggerire” al Parco di apportare correzioni restrittive, riducendo le aree dove permettere nuove costruzioni, derubricando a demolizione/ricostruzione le nuove costruzioni dove previste, imponendo un limite percentuale dell’addizione volumetrica dove consentita, in modo da ridurre il consumo di suolo. Anche questo dà il segno dell’inadeguatezza dell’attuale gestione del Parco, che ha proposto norme più cementificatorie degli uffici regionali! Mentre il suo Presidente continua a parlare di “consumo di suolo zero”.

Serve chiarezza e trasparenza. Per questo, mentre si riservano di esprimere valutazioni più dettagliate non appena sarà possibile studiare tutti gli elaborati al momento “secretati”, le associazioni ambientaliste chiedono un confronto pubblico in sede locale con il Presidente del Parco, con l’assessora Monni e con lo stesso Presidente Giani. Vengano a confrontarsi con noi e con gli scienziati: è in gioco l’ambiente di una parte importante della Toscana.

Le Associazioni invieranno un documento con le loro valutazioni a tutti i consiglieri regionali, insieme al link video dell’iniziativa pubblica contro la base al Cisam organizzata il 15 novembre alla Leopolda.

Pisa 11 gennaio 2025

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Il Comunicato come pubblicato sulla testata on line QuinewsPisa.it l’11 gennaio 2025
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