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Care lettrici, cari lettori,
innanzitutto buon anno e grazie per essere sempre qui insieme a In contraddittorio. La prima settimana del 2025 in materia di giustizia è stata tutt’altro che positiva, con il blocco dell’APP per il processo penale telematico in buona parte dei tribunali italiani. Il primo giorno di rientro, il 7 gennaio, ha già mostrato tutte le difficoltà di utilizzo dell’applicativo e i dirigenti di molti uffici hanno stabilito cautelarmente il ritorno al deposito cartaceo per non paralizzare i lavori. Qui trovate un approfondimento su quanto successo.
Alla Camera, invece, è iniziato l’iter per l’approvazione della riforma costituzionale della separazione delle carriere e del sorteggio per il Csm, mentre il Csm ha licenziato a maggioranza un parere molto critico.
Infine, questo sarà il mese anche dell’elezione della nuova Associazione nazionale magistrati. Tutti i gruppi associativi hanno depositato le loro liste (che trovate nel corpo della newsletter) e, come sempre, questo spazio è aperto anche a tutti i candidati che vogliano intervenire.
Da ultimo, una nota di colore. Ai lettori appassionati di gialli e crime non sarà sfuggito che la scrittrice americana Patricia Cornwell, che ha inventato l’anatomopatologa Kay Scarpetta, ha annunciato l’uscita di una serie televisiva sulla sua famosa serie di romanzi: qui trovate tutti i dettagli.
La separazione delle carriere
Alla Camera è iniziata la discussione sulla riforma costituzionale della separazione delle carriere. Chiuso il termine per gli emendamenti, moltissimi sono stati depositati dalle opposizioni ma quello più significativo è arrivato da Forza Italia, che poi lo ha però ritirato: l’eliminazione del sorteggio per i consiglieri laici dei due Csm previsti, ripristinandone l’elezione in parlamento.
Il ritiro dell’emendamento si è giustificato con la volontà della maggioranza di procedere rapidamente con l’approvazione senza ulteriori intoppi così da arrivare al via libera in prima lettura anche al Senato in primavera.
Dopo i malumori della maggioranza Forza Italia ha fatto un passo indietro ma ha spiegato in una nota che l’obiettivo della modifica era «sottolineare la funzione centrale del Parlamento nella individuazione dei membri laici del Csm». «Ciò nonostante d’accordo con il ministro Nordio, si è deciso di ribadire tali principi nella successiva, necessaria legge ordinaria. Sicché, pur di evitare il rischio di qualsiasi rallentamento nella definizione dell’iter della riforma, dna del partito, FI non sottoporrà al voto gli emendamenti in questione».
Il voto contrario al Csm
Il Csm nel plenum dell’8 gennaio ha approvato il parere obbligatorio sulla riforma costituzionale, con un testo molto critico e votato ad ampissima maggioranza con 24 voti da tutti i togati, compresi i due membri di diritto, e due laici di minoranza. Il parere è stato redatto dai relatori togati Cosentino (Area), D’Auria (Unicost), Paolini (Magistratura Indipendente), Fontana (indipendente) e il laico eletto in quota Pd Romboli.
Il voto è stato preceduto da un lungo dibattito, anche perchè in plenum era arrivato anche un secondo parere di minoranza dei laici di centrodestra e firmato dal consigliere Felice Giuffrè che ha ottenuto 4 voti. C’è stato un astenuto e il vicepresidente Fabio Pinelli ha lasciato i lavori qualche ora prima delle votazioni.
Nel parere si legge che la separazione delle carriere «non trova riscontro nella giurisprudenza costituzionale», non si comprende in che modo «possa contribuire a migliorare qualità ed efficienza della giurisdizione». Inoltre la riforma «porterebbe alla creazione di un corpo separato di funzionari pubblici numericamente ridotto e altamente specializzato, deputato alla direzione della polizia giudiziaria e all’esercizio dell’azione penale, un corpo essenzialmente autoreferenziale. Il potere dello Stato più forte che si sia mai avuto in alcun ordinamento costituzionale dell’epoca contemporanea, per cui sarà ineluttabile che di esso assuma il controllo il potere esecutivo».
«Non può non osservarsi come impostare la questione della separazione delle carriere in termini di necessità costituzionale, o anche di stringente opportunità, rischi di veicolare l’idea per cui la magistratura giudicante presenta, oggi, deficit di terzietà e di imparzialità: un’idea che, tuttavia, non sembra trovare riscontro nell’esperienza concreta» visto che in più del 40% dei casi le decisioni giudiziarie non confermano l’ipotesi formulata dalla pubblica accusa con l’esercizio dell’azione penale». Inoltre i dati più recenti sui passaggi da una funzione all’altra che riguardano percentuali largamente inferiori all’1% dell’organico in servizio.
Il parere è molto critico anche sul doppio Csm con i togati scelti per sorgeggio: «Appare in questa sede doveroso domandarsi se la scelta di creare due distinti organi di governo autonomo possa avere ricadute negative sull’esercizio in concreto delle rispettive attribuzioni e, di conseguenza, sull’adempimento del compito ad essi affidato (non solo di garantire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, ma anche) di contribuire al buon andamento del sistema giustizia».
Quanto all’istituzione dell’Alta Corte, «sottrarre la giurisdizione disciplinare al Consiglio superiore della magistratura significa amputare una funzione essenziale dell’autogoverno e, dunque, depotenziarne radicalmente il peso costituzionale».
Il tribunale della Pedemontana
Il governo istituirà il nuovo tribunale della Pedemontana veneta con sede a Bassano del Grappa. Il testo approderà in uno dei prossimi CdM: è un risultato voluto fortemente dalla Lega, tanto che Matteo Salvini si era speso in prima persona. “È un’altra promessa con i veneti che abbiamo mantenuto” spiega Salvini.
Il commento di Area è arrivato con il segretario Giovanni Zaccaro, “Non viene garantito il funzionamento dei tribunali esistenti e se ne vogliono aprire di nuovi? L’esperienza dimostra che solo gli uffici medio grandi soddisfano le esigenze di specializzazione pretese in molti casi dalla legge e possono affrontare meglio i gravi problemi delle assenze e vacanze in organico di magistrati e personale amministrativo. Per questo la strada migliore è quella di accorpare gli uffici più piccoli e vicini tra loro. Ed invece leggo che si propone di aprire altri piccoli uffici. Come faranno a funzionare con il turn over ricorrente od a garantire il gip collegiale come vuole il ministro Nordio? Piuttosto che essere simboli di legalità, si rischia di creare altre inefficienze e problemi alla macchina della giustizia, già malandata”.
I candidati all’Anm
Sono complete le 5 liste con le candidature per l’Associazione nazionale magistrati, per cui si voterà il 26-27-28 gennaio per eleggere i 36 membri del comitato direttivo centrale. Hanno presentato liste i gruppi di Area Dg; Magistratura democratica; Unità per la Costituzione, Magistratura indipendente e Articolo 101.
Si presenta come una elezione di riforma, visto che i vertici uscenti (Santalucia, Maddalena e Casciaro) non si ricandideranno.
Area Dg presenta 36 candidati, e punta alla continuità con l’eredità dell’uscente Giuseppe Santalucia, «da qui vogliamo ripartire in piena continuità con il lavoro svolto negli ultimi quattro anni».
Magistratura Democratica, con 33 candidature: «Insieme possiamo fare dell’Anm il luogo dove difendere la dignità, il prestigio, la libertà di ciascun magistrato».
Magistratura indipendente, con 36 candidati, dice di «voler esprimere i valori della intera magistratura moderata, ritenendo che non sia l’attività giudiziaria ad essere primariamente deputata ad elaborare ed attuare le trasformazioni della società e che il magistrato non debba farsi condizionare, nel proprio operato, dalla propria legittima ma individuale concezione della realtà, che deve essere mantenuta nella sfera riservata del singolo».
Unicost, con i 35 candidati, fa riferimento a «centralità e rispetto dei principi costituzionali, ripudio di ogni forma di convergenza e di collateralismo con forze politiche e con apparati esterni alla magistratura, attenzione al bene comune e tutela dello stato di diritto, impegno sul lavoro, attenzione alle condizioni ed alle modalità in cui esso si svolge, difesa della giurisdizione e della magistratura».
Articolo 101, con una lista di 16 candidati si propone come «unica alternativa alle correnti tradizionali».
Il comunicato di MI
«L’anno che si apre presenta, non solo per la magistratura, problemi importanti, sfide decisive ma anche straordinarie opportunità. Partiamo da dove eravamo rimasti. Nei mesi passati abbiamo evidenziato la assoluta necessità di riforme non più differibili per un sistema giudiziario efficiente e di qualità, nel primario interesse di ogni persona. L’attuazione degli obiettivi del Pnrr ha dato strumenti e moduli organizzativi da rendere stabili e strutturali», si legge nel comunicato di inizio anno della presidente di Magistratura Indipendente Loredana Micciché e il segretario generale Claudio Galoppi. «In primo luogo, lo ribadiamo per l’ennesima volta, la stabilizzazione degli addetti all’ufficio del processo», «in secondo luogo, la misura del congelamento del divieto di ultradecennalità ha contribuito a garantire la stabilità organizzativa degli uffici e ad evitare la dispersione di professionalità ormai consolidate», infine «resta ancora aperto il problema del trattamento economico in caso di malattia».
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