Zelensky e Sandu discutono del carbone ucraino per alleviare la crisi energetica della Transnistria – Euractiv Italia

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la presidente moldava Maia Sandu hanno discusso mercoledì (8 gennaio) sull’utilizzo del carbone ucraino per alleviare la crisi energetica che ha portato la regione separatista moldava della Transnistria a blackout e carenza di riscaldamento.

La Transnistria filorussa, che si è staccata dalla Moldova negli ultimi giorni del dominio sovietico, ha a lungo fatto affidamento sulle forniture di gas russo. Ma i flussi verso la regione attraverso l’Ucraina sono stati interrotti il 1° gennaio, dopo che l’Ucraina si è rifiutata di rinnovare un accordo per il transito del gas attraverso il suo territorio.

“Siamo pronti ad assistere la Moldova, anche con forniture di carbone”, ha dichiarato Zelensky nel suo discorso video notturno dopo aver discusso telefonicamente con Sandu della crisi.

Ha affermato che la crisi deriva dal “tentativo della Russia di manipolare le risorse energetiche” a scapito del governo filo-europeo della Moldova. Ha aggiunto che è “fondamentale mantenere la stabilità e fornire a tutti i cittadini moldavi le condizioni per vivere in pace”.

Sandu, in una dichiarazione rilasciata sul sito web presidenziale, ha affermato che i due leader “hanno concordato di individuare soluzioni comuni per prevenire l’aggravarsi della crisi umanitaria… anche attraverso l’uso di fonti energetiche alternative, come il carbone”.

Il carbone ucraino potrebbe essere utilizzato per mantenere in funzione una centrale termica che fornisce elettricità alla regione separatista e che copre la maggior parte del fabbisogno energetico delle aree della Moldova controllate dal governo.

I funzionari hanno già effettuato l’adeguamento per consentire all’impianto di funzionare a carbone.

Il ministro degli Esteri finlandese Elina Valtonen avrebbe dovuto tenere dei colloqui giovedì sia nella Moldova controllata dal governo che in Transnistria. La Finlandia presiede attualmente l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, composta da cinquantasette nazioni, che da tempo guida gli sforzi per risolvere il conflitto separatista.

Blackout in Transnistria

La Moldova sta affrontando la crisi perché ha diversificato le forniture di gas ed è riuscita a sostituire l’elettricità che acquistava dalla Transnistria con importazioni dalla Romania e con la produzione interna.

Ma in Transnistria i blackout sono iniziati il primo giorno del nuovo anno. Da allora, i consumatori sono rimasti sempre più al buio e senza elettricità, con blackout che ora raggiungono le otto ore al giorno.

Le autorità di Chisinau si sono offerte di aiutare la regione transnistriana, ma il regime di Tiraspol fino ad ora si è rifiutato di collaborare. Daniel Vodă, portavoce del governo moldavo, ha dichiarato che la Transnistria ha rifiutato l’offerta di assistenza e ha accusato Chisinau di interferire negli “affari interni”.

Le autorità della Transnistria consigliano alla popolazione di utilizzare fonti di energia alternative. “Stufe, caldaie a combustibile solido o liquido dovrebbero diventare la principale fonte di calore nelle case private. Anche un generatore elettrico aiuterà a mantenere l’equilibrio dei consumi”, hanno esortato le autorità di Tiraspol.

La Moldova ha proposto alla russa Gazprom di continuare a fornire gas naturale alla Transnistria attraverso la rotta transbalcanica (via Turchia, Bulgaria e Romania), ma la proposta è stata ignorata. È interessante notare che Gazprom ha interrotto le forniture di gas alla Transnistria a causa del mancato pagamento di un debito, non per la decisione dell’Ucraina di interrompere il transito del gas russo attraverso il suo territorio.

La strategia di Putin

Secondo gli analisti, Putin vuole approfittare della situazione.

L’analista Armand Goșu scrive per il sito rumeno Contributors.ro che Putin vuole punire l’attuale leadership della Transnistria, che a suo avviso è stata troppo accomodante nei confronti di Chisinau.

“Tiraspol è stata troppo ragionevole nei confronti delle richieste di Chisinau e non ha cercato in modo convincente di inasprire la situazione quando Mosca glielo ha chiesto”, ha affermato, riferendosi alle recenti elezioni presidenziali e al referendum sull’Unione europea, passato con un margine minimo.

Secondo Goșu, Putin vuole punire i leader della Transnistria, il “presidente” ufficiale Vadim Krasnoselski e il leader de facto, il miliardario Victor Gușan, fondatore della holding “Sheriff” che governa la Transnistria.

Il loro potere deve essere indebolito”. Un obiettivo a medio termine, tuttavia, è portare una coalizione filorussa al potere a Chisinau, dato che nell’autunno di quest’anno, la data non è ancora stata fissata, si terranno le elezioni parlamentari nella Repubblica di Moldova”, ha aggiunto Goșu.

Secondo l’analista, la Russia fornisce gas gratis alla Transnistria da molti anni, in parte con l’obiettivo di corrompere la Moldova. La Transnistria produceva elettricità con il gas russo, per il quale non pagava nulla, e la vendeva alla Moldavia. In questo modo, la Transnistria otteneva valuta estera senza bisogno del sostegno finanziario di Mosca. Allo stesso tempo, però, lo schema di vendita dell’elettricità ha arricchito le tasche di persone come l’oligarca moldavo filorusso Vladimir Plahotniuc, sanzionato dall’Occidente per aver destabilizzato la Moldova a vantaggio della Russia.

“Acquistando – a buon prezzo, un’offerta impossibile da rifiutare – l’elettricità prodotta in Transnistria, Chisinau ha finanziato per decenni la repubblica separatista, con i cui leader ha dichiarato di rifiutarsi di incontrarsi”, ha detto inoltre Goșu.

Con le informazioni aggiuntive di Georgi Gotev

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