“Musk? Non è un problema per la democrazia. Sala libera, mai provato emozione più grande”

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Difende Elon Musk, guarda il rapporto con gli Usa fiduciosa, che con Donald Trump si “annuncia molto solido, non so se dire  privilegiato”. La premier Giorgia Meloni affronta la tradizionale  conferenza di fine anno, forte del risultato portato a casa con la liberazione di Cecilia Sala: “Non ho provato emozione più grande di quando ho chiamato una madre per dire che sua  figlia stava tornando a casa“, racconta. Il  lieto fine “è stata una triangolazione complessa con Iran e Stati Uniti, una questione seguita dall’inizio con costanza, mettendo assieme dei tasselli che hanno composto questo puzzle”. 

Su come si sia arrivati all’epilogo, la presidente del Consiglio può dire ben poco. Sul destino di Mohammed Abedini Najafabadi, l”uomo dei droni’, rimanda “al vaglio tecnico e politico del ministero della  Giustizia”.  Certo, il blitz in Florida da Trump ha avuto un ruolo decisivo nella liberazione della giornalista italiana. Ma ha anche puntellato un rapporto che potrebbe presto trasformarsi in sodalizio. Tanto che la premier non esclude di tornare di nuovo negli Usa tra 10 giorni: il 20 di gennaio, si celebrerà l’Inauguration day e  Trump si insedierà nuovamente alla Casa Bianca.

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Trump, dalle dichiarazioni su Groenlandia, Panama e Canada all’Ucraina e ai dazi

Il tycoon ha seminato grande preoccupazione con le sue dichiarazioni sulla Groenlandia, su Panama e sul Canada. Ha un “modo energico per dire che gli Stati Uniti non resteranno a guardare” spiega Meloni, e invia, alzando la voce, messaggi “ad altri player globali” affinché intendano. La  premier esclude che il presidente americano “tenterà annessioni con la forza”

Anche sull’Ucraina Meloni si dice convinta che non arriverà  alcun disimpegno da parte degli Usa, anche perché abbandonare Kiev al suo destino “sarebbe un errore”, rimarca mentre si appresta a ricevere Zelensky a Palazzo Chigi in serata.

Quanto ai dazi, altro spauracchio all’orizzonte, “sarebbero un problema – riconosce -, ma  non è una novità che le amministrazioni americane pongano la questione dell’avanzo commerciale. Il protezionismo non è un approccio che riguarda solo l’amministrazione di Trump“, scandisce ricordando il piano da 400 miliardi di dollari messo in campo da Joe Biden per contrastare l’inflazione, in barba agli interessi europei. Ma è soprattutto il rapporto privilegiato con Elon Musk a tenere banco, a partire dalla vicenda Starlink, di cui, assicura, non ha mai parlato con il tycoon.

Elon Musk

La premier bolla come “false notizie” quelle circolate sulla firma di un presunto accordo di 1,5 miliardi con SpaceX, società che fa capo a Elon Musk. “Valuto gli investimenti  stranieri solo con la lente dell’interesse nazionale – puntualizza -,  non delle amicizie. Non è mio costume usare il pubblico per fare un favore agli amici”. Poi mette in chiaro: ”Il problema con Space X  è che è privato o che è Musk? Perché io non faccio favori agli amici,  ma non accetto nemmeno che a persone che hanno buoni rapporti con me venga attaccata una lettera scarlatta…”.  Meloni cita quindi George Soros, il magnate noto anche per aver finanziato partiti di sinistra. “Musk è una persona molto nota e facoltosa che esprime le sue posizioni. Quando mi si dice che è un pericolo per la democrazia io segnalo che non è il primo… di persone note e facoltose che esprimono le loro opinioni ne ho viste parecchie, spesso le esprimono contro di me. Il problema è quando delle persone facoltose utilizzano quelle risorse per finanziare partiti ed esponenti politici per condizionare le scelte politiche. Questo non lo fa Musk, questo lo fa Soros e quando è accaduto si è parlato di filantropi” e “lo considero molto più ingerente di Elon Musk. Quella è una ingerenza seria”.

A chi sottolinea il potere che il numero 1 di Tesla ha sulla comunicazione, essendo anche il  proprietario di X, la premier replica che Musk “consente a tutti di  dire qualsiasi cosa sulla sua piattaforma, io invece spesso sono stata bannata” su altri social. Le domande dei giornalisti si rincorrono e tornano spesso sul rapporto con l’uomo domino della campagna elettorale di Trump. E quando un giornalista annuncia una domanda sul lavoro, lei ci scherza: “Del lavoro di Musk…”, lo interrompe, generando sorrisi in platea.

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Le spese militari dei Paesi Nato fino al 5% del Pil

Sulla richiesta di Trump di aumentare le spese militari dei Paesi Nato fino al 5% del Pil -che metterebbe in seria difficoltà l’Italia che già fatica per arrivare al 2%- “penso che gli  scogli si debbano superare con il dialogo, nello specifico la questione credo sia interna alla Ue, non tanto di rapporto con gli  Usa. L’Ue deve individuare strumenti per una difesa competitiva“. E le sue ambizioni non devono fermarsi soltanto a questo.

Quando si sofferma sulla vicenda Space X, e sulla necessità di criptare alcune comunicazioni sensibili, Meloni fa notare come “Italia e Europa non siano arrivate in tempo su questi temi, per cui  l’alternativa” a Starlink “è non avere una protezione. Si tratta di scegliere una soluzione tra due scenari, nessuno dei quali è  ottimale”. Inevitabile il passaggio sulle dimissioni di Elisabetta Belloni da capo dei Servizi segreti italiani. La premier ribadisce la stima e il rispetto “enormi” verso una diplomatica di lungo corso: “Mi pare che sia parecchio ambita anche fuori dai confini nazionali, quindi prevedo che il suo  percorso non termini qui”, afferma confermando, in parte, i rumor che vedono per Belloni un incarico di alto livello a Bruxelles, al fianco di Ursula von der Leyen. Al suo posto ai vertici dei Servizi, Vittorio  Rizzi, numero due dell’Aisi

I temi di politica interna: Salvini al Viminale (“non è all’ordine del giorno”), Santanchè e terzo mandato dei governatori

In conferenza stampa spazio anche a molti temi di politica interna tra i 41 quesiti posti alla presidente del Consiglio dai giornalisti parlamentari. Dall’ipotesi rimpasto alle riforme; dallo spettro di un complotto delle toghe contro la sorella Arianna alla cosiddetta norma anti-Renzi contenuta nella legge di bilancio,  passando per il suo futuro politico e per le voci su una discesa in campo di Pier Silvio Berlusconi.

Il futuro assetto della squadra di governo è stato uno dei principali argomenti affrontati dalla premier, che allontana le voci di rimpasto: “La parola rimpasto è una parola a cui sono abituata ma a cui non sono tendenzialmente favorevole”. Meloni ribadisce il suo no a un ‘trasloco’ di Matteo Salvini al Viminale, dopo l’assoluzione del  leader della Lega al processo Open Arms, affermando che il tema “non è all’ordine del giorno”.

“Salvini sarebbe un ottimo ministro dell’Interno, ha ragione a dire che senza il procedimento, che abbiamo visto come è andato, avrebbe chiesto e ottenuto il Viminale ma oggi abbiamo un ottimo ministro dell’Interno, Piantedosi”.  Meloni non si sbilancia sul futuro di Daniela Santanchè, alla domanda se la ministra del Turismo dovrà dimettersi in caso di rinvio  a giudizio: “Non sono una persona che giudica queste cose prima che  accadano. Per cui vediamo che cosa deciderà la magistratura e poi ne parlerò ovviamente con il ministro Santanchè”.

Meloni affronta poi uno dei nodi al centro del consiglio dei Ministri di oggi, ovvero la legge regionale della Campania sul terzo mandato del governatore. Conferma che  il provvedimento sarà impugnato dal governo, ammettendo però che all’interno del centrodestra non esiste una posizione unitaria: “Non c’è un accordo tra i partiti della maggioranza. Per come la vedo io,  sarebbe incoerente” estendere il limite dei mandati dei presidenti di Regione, “anche perché noi nella proposta di premierato abbiamo messo  il limite di due mandati. Poi sono disponibile a parlare di come armonizzare tutti gli ambiti”. Il tema è molto sentito nella Lega, dove il governatore veneto Luca  Zaia non sembra intenzionato a mollare su quello che per lui sarebbe il quarto mandato. E proprio il Veneto è una delle Regioni  ‘attenzionate’ dal partito della premier, che intende presentare un suo ‘frontman’ alle elezioni di quest’anno. Meloni lo ribadisce in  conferenza stampa: “Penso che quella di Fratelli d’Italia sia un’opzione che deve essere tenuta in considerazione” per la candidatura del centrodestra alla presidenza della Regione, ma ritengo “che di queste vicende si debba discutere con grande serenità con gli alleati, ed è quello che faremo”.

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