Lettere INPS sulle pensioni: cosa chiede l’Istituto e cosa fare entro fine febbraio

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In queste ultime settimane, numerosissimi pensionati e titolari di prestazioni assistenziali da parte dell’INPS stanno ricevendo delle lettere che molti di loro sottovalutano. Lettere che, però, non andrebbero prese così alla leggera, perché espongono gli interessati a notevoli rischi. Parliamo di lettere con cui l’INPS diffida l’interessato ad adempiere a determinate comunicazioni periodiche sia reddituali che non.

Sono quelle comunicazioni che, in caso di inadempimento, portano il pensionato a mettere a serio rischio la continuità nella fruizione delle prestazioni già percepite.

Diversi nostri lettori ci scrivono per capire il perché di queste comunicazioni.

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I quesiti giunti in redazione

“Buonasera, sono Rodolfo, un pensionato di 72 anni che presenta ogni anno la dichiarazione dei redditi e che non capisce il motivo per cui adesso ha ricevuto una lettera con cui l’INPS mi chiede dei dati reddituali relativi a mia moglie. Premetto che, escludendo il fatto che mia moglie ha il 50% della casa di abitazione principale del nostro nucleo familiare, non ha altri redditi. Io la inserisco come soggetto a mio carico dal punto di vista fiscale. Proprio per questo mi chiedevo perché devo fare queste comunicazioni all’INPS dal momento che ogni anno invio la dichiarazione dei redditi.”

“Buonasera, ho ricevuto da pochi giorni una lettera da parte dell’INPS con una sigla OC che non capisco a cosa si riferisca e cosa io debba fare. Sono titolare di assegno sociale e vedo che, nella lettera, su un foglio ci sono diversi codici a barre con l’indicazione che se non rispondo subito a questo adempimento, corro dei rischi. Ma non ho capito di che genere di comunicazione si tratti e perché sono costretta a inviarla. Mi date una mano?”

Lettere INPS sulle pensioni: cosa chiede l’Istituto e cosa fare entro fine febbraio

Come ogni anno, l’INPS chiede ai pensionati alcuni dati utili a consentire allo stesso Istituto di verificare il diritto a determinate prestazioni e l’eventuale calcolo specifico di tali prestazioni a nome di un pensionato o di un titolare di altra prestazione.

Nel dettaglio, parliamo delle comunicazioni obbligatorie che soprattutto i pensionati che non presentano la dichiarazione dei redditi devono inviare periodicamente all’INPS. Questo perché hanno una parte o tutta la prestazione (per esempio l’assegno sociale) collegata ai redditi, oppure perché percepiscono prestazioni assistenziali che vanno confermate annualmente, a causa di requisiti particolari e stringenti.

Le prestazioni assistenziali dell’INPS e le comunicazioni obbligatorie

Partiamo dal secondo quesito, perché si tratta proprio di un beneficiario di assegno sociale, cioè la principale misura assistenziale destinata a lavoratori che non hanno maturato il diritto a una pensione.

A 67 anni si può percepire l’assegno sociale purché i redditi del diretto interessato, o quelli cumulati con il coniuge, siano rispettivamente inferiori all’importo dello stesso assegno sociale o al suo doppio.

È evidente che in casi di questo genere, ogni anno l’INPS pretende che l’interessato comunichi i propri redditi ed eventualmente quelli del coniuge, per verificare se, di anno in anno, l’interessato mantiene il diritto all’assegno sociale o semplicemente per controllare quale importo di assegno sociale continuare a erogare.

Assegno sociale ma non solo, anche le pensioni INPS prevedono comunicazioni obbligatorie periodiche molte volte

Sempre in merito all’assegno sociale, poi, bisogna considerare che, trattandosi di una prestazione a carattere assistenziale, gli interessati devono rispettare un vincolo ben preciso. Ed è proprio ciò che l’INPS sta chiedendo ora al nostro secondo lettore. Parliamo della comunicazione OC, con cui l’INPS chiede al diretto interessato di confermare di avere la residenza continuativa in Italia.

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Una prestazione assistenziale, come l’assegno sociale o una prestazione di invalidità civile, viene assegnata e continuata a pagare solo se chi la percepisce risiede effettivamente in Italia, in quanto non sono prestazioni esportabili all’estero.

Di conseguenza, l’INPS ogni anno richiede questa comunicazione.

Allo stesso modo, l’Istituto esige la comunicazione di assenza di ricoveri in strutture ospedaliere o assistenziali a carico dello Stato. Chi percepisce un trattamento legato all’invalidità deve rispettare anche questo vincolo, cioè non deve essere ricoverato in strutture a carico dello Stato mentre percepisce una determinata prestazione, poiché non si può gravare due volte sulle casse statali.

Il modello RED anche se presenti la dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate

Tornando ai redditi, oggetto del nostro primo quesito, la situazione è diversa. Esistono pensioni integrate al trattamento minimo e con diverse maggiorazioni, perché senza queste somme aggiuntive non raggiungerebbero le cifre minime previste.

In questi casi, proprio le cifre aggiuntive sono soggette a una verifica annuale circa le condizioni di accesso. Significa che se da un anno all’altro le condizioni reddituali di un pensionato cambiano in meglio, esiste il rischio di vedersi ricalcolare la pensione dall’INPS. Escludendo le somme aggiuntive percepite in precedenza quando i redditi erano più bassi ed entro le soglie prestabilite.

Pensioni e redditi rilevanti assenti, di cosa si tratta?

Detto ciò, ecco perché l’INPS chiede i redditi ai propri pensionati. Tuttavia, quando il pensionato presenta la dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate, l’INPS riesce a reperire i dati necessari direttamente attraverso l’incrocio delle banche dati. Ma non sempre è così.

Infatti, spesso anche a chi presenta la dichiarazione dei redditi arrivano le lettere con cui l’INPS chiede di comunicare altri redditi. Parliamo di soggetti con redditi rilevanti assenti, come possono essere, per esempio, i redditi di un coniuge. Che, pur essendo indicato come a carico nella dichiarazione dei redditi, non esonera dall’obbligo di questo adempimento.

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Attenzione alle lettere, quindi, perché in ogni caso le comunicazioni vanno prodotte entro il 28 febbraio 2025.

Si può fare tutto da soli con le credenziali SPID o CIE, accedendo all’area riservata del sito INPS e procedendo alla compilazione delle autocertificazioni e dei modelli. Oppure ci si può rivolgere a un Istituto di Patronato o a professionisti del settore.

Chi non adempie corre il rischio non solo di vedersi sospendere una parte del trattamento percepito o l’intero trattamento. Ma anche di dover restituire i soldi ricevuti in precedenza. Questo perché, in assenza di comunicazioni, l’INPS può considerare i contribuenti come fruitori di prestazioni indebite, che pertanto devono essere restituite.



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