Lo spopolamento in Calabria rappresenta una delle sfide più gravi e complesse. Negli ultimi decenni, la Regione ha visto un costante declino demografico, alimentato da una combinazione di fattori economici, sociali e culturali. L’emigrazione verso le aree più sviluppate del Paese e all’estero, in cerca di migliori opportunità lavorative, ha impoverito i patrimoni demografici locali.
Questo fenomeno è accompagnato da un invecchiamento della popolazione e dalla desertificazione di interi comuni, in particolare nelle aree montane e interne. L’abbandono delle tradizioni agricole e artigianali ha inoltre minato le fondamenta di un’economia locale già fragile.
Oggi le conseguenze dello spopolamento si riflettono su diversi aspetti della vita collettiva, tra cui la riduzione dei servizi essenziali, la perdita di identità culturale e l’erosione del tessuto sociale. Affrontare lo spopolamento in Calabria richiede interventi mirati e strategie di sviluppo sostenibile che valorizzino le risorse locali e promuovano un rinnovato interesse verso il territorio, puntando soprattutto sui giovani. Per questo motivo, “Storie di Inchiostro – Studio di Copywriting” e “ilReventino” hanno deciso di intervistare alcuni giovani imprenditori che hanno scelto di costruire il loro futuro in Calabria.
Oggi – grazie al lavoro di Vittoria Puleo, tirocinante di Storie di Inchiostro – abbiamo intervistato Pierluigi Lubello un giovane imprenditore. Insieme a Giuseppe Rotella, ha recentemente inaugurato Idro, una pizzeria a Tiriolo che unisce tradizione e innovazione in una visione rivolta al futuro.
Il mondo della ristorazione è un mondo assai vasto. Approcciarsi a questo settore è una sfida, un rischio. Bisogna differenziarsi, bisogna essere innovativi, ma allo stesso tempo rispettare la tradizione.
L’idea di Idro prende vita davanti a una birra, frutto dell’incontro tra due giovani amici pronti a mettersi in gioco. Pierluigi e Giuseppe hanno scelto di non avvalersi dei fondi offerti dalla Regione Calabria, preferendo invece di chiedere supporto alle imprese locali. Sono convinti che la collaborazione tra le attività del territorio sia essenziale per la rinascita di un comune come Tiriolo.
Tradizione e innovazione: il sogno di “Idro”.
Parlaci di te e del lavoro che svolgi.
<<Sono Pierluigi Lubello, nato e cresciuto a Tiriolo. Per molto tempo ho fatto l’aiuto pizzaiolo. Ho deciso poi di far crescere questa passione e renderla parte integrante della mia vita in modo più professionale. Ho fatto formazione in pizzerie abbastanza importanti. Insieme al mio amico e socio Giuseppe Rotella, abbiamo deciso di metterci in proprio. Anche lui condivide la mia stessa passione per il cibo. Insieme abbiamo deciso di intraprendere questa strada>>.
Hai fatto formazione in Calabria o sei stato fuori Regione?
<<Ho fatto formazione in Calabria, in una pizzeria di Catanzaro che detiene due spicchi “Gambero Rosso”. Ho avuto la fortuna di trovare un ragazzo che non è stato geloso del suo lavoro. Mentre annotavo le ricette di nascosto, lui mi incoraggiava a farlo senza timori. Anzi, si è offerto di darmi una mano per scrivere le dosi corrette. Strano, perché in questo ambito sono tutti molto freddi umanamente. È stata per me una grande fortuna e una grande crescita professionale>>.
So che siete in due a gestire questa attività. Come vi dividete i compiti e le responsabilità? Lavorare in società è difficile o può essere un vantaggio?
<<Può essere entrambe le cose. Difficile perché siamo sempre due teste da mettere d’accordo, bisogna sempre arrivare ad un compromesso. Abbiamo due caratteri opposti. I compiti, naturalmente, sono divisi tra noi e rispecchiano ciò che ci piace e ci appassiona di più. Io gestisco la cucina e la pizzeria, Giuseppe si occupa della sala e del bar, ma anche della logistica e della burocrazia>>.
Come nasce l’idea di Idro?
<<Idro guarda avanti, al futuro. Scegliamo di utilizzare farine naturali e prodotti locali, ma trattiamo anche formaggi e salumi che vengono prodotti al nord. L’impasto della nostra pizza è diverso da quello tradizionale, e non poco. È un impasto a medio-alta idratazione con una maturazione in massa e uno stadio a temperatura controllata>>.
Offrite prodotti che sono diversi dal solito. Cosa vi ha spinto ad investire nel vostro paese?
<<Abbiamo deciso di azzardare e metterci la faccia, a volte il contemporaneo e l’innovazione non sono capiti. Molti nostri clienti vengono da paesi vicini o da zone come Lamezia, Catanzaro e Soverato. Apprezzano molto la nostra pizza e si complimentano per la qualità di alto livello. Più volte, anche i turisti che vengono in vacanza ci dicono di non aver mangiato mai una pizza simile. È per noi una soddisfazione. Nel nostro piccolo vogliamo contribuire a far crescere il nostro paese, puntiamo a questa rinascita. Tiriolo ha bisogno di giovani che investono nel territorio. Anche se non è sempre semplice, poiché gli aiuti sono piuttosto scarsi non solo a livello regionale, ma anche a livello comunale. Noi abbiamo aperto da poco, ci vogliamo provare e crediamo tantissimo in questa nostra attività. Cerchiamo di migliorarci e offrire questo servizio diverso e innovativo sperando che il nostro impegno sia apprezzato sia dai nostri concittadini e sia da chi viene da fuori>>.
Avete usufruito dei fondi che la regione Calabria offre ai giovani imprenditori?
<<No, abbiamo scelto di metterci le mani in tasca e di farci aiutare delle piccole aziende e imprese presenti nel nostro paese. In merito ai fondi, non sempre sono d’aiuto come sembra. Ci sono delle garanzie da rispettare. Aprire un’attività è un rischio in modo particolare se, nel paese in cui investi, la popolazione dimezza di anno in anno. Non sai quanto può durare la tua attività, non sai se puoi effettivamente rispettare ciò che la regione chiede per usufruire dei fondi>>.
Pensate che la regione Calabria aiuti realmente i giovani che decidono di rimanere?
<<No, sotto nessun punto di vista. La Regione non incentiva i giovani a rimanere nella propria terra. Se per assurdo ci fossimo affidati ai fondi, avremmo aperto con molto ritardo o non avremmo aperto proprio. Inoltre è fondamentale anche l’aiuto dei comuni. Le spese della spazzatura sono eccessive, e il servizio a volte è carente. Sono spese che bisogna affrontare, certo. Ma il comune deve agevolare chi decide di rimanere e investire>>.
Oltre al contemporaneo, c’è una fusione con la tradizione gastronomica calabrese. Infatti, trattate prodotti del territorio ma in chiave moderna. Come riuscite a conciliare tradizione e innovazione?
<<Tradizione e innovazione si conciliano da sole, basta solo aggiungere un po’ di fantasia e di manualità. L’innovazione senza la tradizione non esiste. Noi, ad esempio, abbiamo creato una crema di nduja e miele da utilizzare su una nostra pizza, forse nessuno ci ha mai pensato ad unire questi due elementi così diversi tra loro>>.
Pensate che la vostra pizza possa essere un valore aggiunto per Tiriolo?
<<Come ti ho detto prima, puntiamo sulla rinascita del nostro paese. Il nostro obiettivo è anche la collaborazione con le altre attività, infatti vorremmo più collaborazione senza invidia o risentimento. Ognuno è particolare e si caratterizza per un proprio punto di forza, noi non vogliamo rubare il posto a nessuno. Puntiamo a crescere e ad espanderci sempre di più, non per essere i migliori in assoluto, ma è bello sapere che magari un nostro cliente che viene da Soverato poi decide di andare in paese per bere una birra, gustare un gelato, o semplicemente per fare una passeggiata>>.
Qual è il segreto per una pizza che riesce a distinguersi dalle altre?
<<È molto semplice: l’amore, la passione, il tempo e la dedizione. Ma al primo posto l’amore. Per avere un buon prodotto bisogna avere tempo e pazienza. Il mio impasto richiede una lavorazione di circa due giorni. Non si tratta solo della scelta dei prodotti, bisogna stare attenti alle temperature e a tante altre cose>>.
Cosa ti motiva ogni giorno a lavorare in un settore che è molto competitivo? Ci sono aspetti del lavoro che ti entusiasmano particolarmente e che ti danno una particolare soddisfazione?
<<Ti dico ciò che mi demotiva. Le persone pensano che la pizza si debba mangiare solo il sabato, a noi che lavoriamo nel settore non ci fa piacere. La pizza non si mangia solo il sabato. È demotivante vedere il locale meno popolato durante la settimana. Il sabato, invece, il telefono squilla ininterrottamente, la sala è strapiena ed è brutto dire di no a chi vorrebbe guastare il nostro prodotto. Ciò che mi soddisfa, invece, è il prodotto che creiamo. Il 98% delle persone sono soddisfatte, dicono sia una pizza leggerissima e mangiabile a tutte le ore. Ad esempio, c’è anche chi viene e mangia due pizze>>.
Cosa consiglieresti a chi decide di investire in ambito gastronomico in Calabria?
<<Per differenziarsi sono necessarie, come già detto, passione e amore. Decidere di investire in questo ambito sembra facile, perché chiunque potrebbe fare un piatto di pasta o una pizza, ma metterci la passione significa tanto. L’idea mia e di Giuseppe nasce davanti a una birra ed è diventata pian piano realtà. A un certo punto della vita, senti la necessità di voler avverare i tuoi sogni, e anche se questo comporta diversi sacrifici e più responsabilità, sai che stai facendo qualcosa di buono. Questo locale mi è sempre piaciuto: è in una zona di passaggio, è piccolo e quindi gestibile. Lo abbiamo reso molto carino grazie all’aiuto di un architetto e interior-design molto in gamba. Abbiamo il tempo per crescere. Siamo contenti della realtà che abbiamo creato, è il nostro sogno, e i sogni a volte si avverano. A chi decide di rimanere il Calabria direi di farlo. Tutti vanno fuori ed è molto triste, ma a volte è la scelta più semplice>>.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link